AVVERTENZA: questo post assomiglia molto ad un rant. Se non è giornata prego saltarlo a piè pari.
Oggi per me è stata una giornata un po’ strana. E non parlo del fatto di spendere 110 euro per un prelievo e successivi esami del sangue per un gatto domestico di 15 anni. Anche se da qui mille pensieri mi sono partiti.
Ho riflettuto – o meglio ho provato a capire – su come alcune cose avvenute durante il bellissimo “pascone” motociclistico mi hanno fatto sentire.
E poi mi sono scontrato contro un muro. Un muro comportamentale.
Premessa. A me piace il Software Libero.
In un mondo ideale non ci sarebbe neanche una alternativa a questo concetto. La dura realtà del mondo del lavoro – informatico ed Italiano – però è che si usa lo strumento migliore per il raggiungimento “più ottimale” dello scopo. Se devo dare “chiavi in mano” un pc ad una segretaria difficilmente le installerò Slackware o mi prenderò la briga di avvicinarla a Ubuntu solo perchè filosoficamente a me sta “meglio”.
Detto ciò giro da abbastanza tempo diverse mailing list, qualche forum e parlo cercando di imparare con molte persone che stimo, ammiro e il cui impegno per la “causa” del software libero è tangibile.
Ora potremmo parlare di COSA consista l’attivismo. Non riesco a ricordare – ne velocemente a rintracciare su queste mie pagine – se in passato ti ho indicato un piccolo (ma sagace) post di AndyCapp che mi trovo a condividere: Fatti e non (solo) pugnette.
Però mi chiedo una cosa. può l’attivismo essere del tutto meritocratico ?
può questo essere valutato solo con il bilancino del risultato ottenuto? E se qualcuno non ottine nulla di tangibile, ma continua a gettare a fondo perduto 1, 2, 10, 50 , 100, 1000 euro per una “tessera” e il suo contributo si limita solo a parlare soltanto bene di una comunità ad altri “simili” e terzi questo è totalmente da disprezzare? Il fatto di essere cassa di risonanza ai pensieri ed alle idee altrui, contribuendo a vedere tutte le sfaccettature di un problema è ozioso e fine a se stesso?
E’ meglio fare a meno di queste persone? Bisogna mettere una “fee di ingresso” o di “permanenza” per sentire intimamente che il “gruppo” costruisce qualcosa?
Le attività concrete di un gruppo e/o Associazione possono essere tante o una sola. Ma io le vedo sempre come un “figlio” di una collaborazione di idee, intenti e talenti. Il valore che io do a queste è a prescindere da un concreto ritorno. Le vedo autosufficenti nella loro esistenza.
In virtù di questa mia visione mal sopporto chi pur spaccandosi il culo per portare 700cd di Ubuntu al 4° piano di una scuola per un evento “Linux nelle scuole” si sente poi in diritto di essere considerato più meritorio di altri. Provo a spiegarmi.
Se al prossimo LinuxDay mi andasse di spaccarmi la Puglia con un autobus a raccogliere partecipanti pagando tutto di tasca mia sarei in automatico più figo o meritorio di rispetto di uno che ha soltanto presenziato la scrivania all’ingresso ? Io non credo. Quello che avrei fatto sarebbe soltanto stato il frutto della MIA volontà, del MIO impegno e della mia dabbenaggine – se vogliamo. Ma non mi rende migliore. Mi rende soltanto me stesso e appaga la MIA voglia di fare una cosa per un’altro. Una persona che semplicemente verrebbe vista come volenterosa dagli altri e a cui andrebbero i meriti ed i complimenti se il progetto specifico riesce.
E’ questo che intendo per “meritocrazia” sbagliata. Ora. Sento che nel mio rant non sto considerando qualcosa. Ma mi sfugge cosa, ecco perchè te ne ho scritto in pubblico. Spero che tu mi aiuti a capire e colmare le mie lacune. Solo se ti va. E a parte un grazie non dovrai aspettarti altro da me.
Guarda, io non so cosa ti stia sfuggendo ma effettivamente la penso come te. Solo per fare un esempio (sarò di parte?) io son tesserato a Mozilla Italia, ma non aiuto le persone sul forum da un bel pezzo per motivi di tempo/mala organizzazione. Ma non per questo mi sento peggiore di altri più “attivi”, dentro di me so cosa faccio e perchè lo faccio. Credo sia una sorta di pace che trovi dentro di te, con la consapevolezza, sempre presente, che questo mondo è sempre pieno di gente che non capisce.
te lo dico io cosa ti sfugge sei passato da “valutato dal solo risultato” o “valutato dal solo impegno” 🙂
La prima direi di no, la seconda forse neanche.. ma..
io qualche cosa per il FLOSS l’ho fatta, ma so che il mio impegno è molto meno di quello che ci metti tu, per fare un esempio.
Poi, accertato che ci sono persone che hanno più merito di altre: chissenefrega, in cima alla classifica non c’è e non dovrebbe esserci nessun premio.
Ti conosco ma forse mi sbaglio,
ed in genere conosco un po il genere umano (in questo caso penso a me stesso, piu che altro), e credo che un problema possa essere la motivazione personale.
Nel senso che essendo questo un tema in parte controverso ma comunque complesso ed articolato, a volte è difficile anche dare a se stessi una giustificazione alle tante domande che possono venire fuori.
Io propendo per il software free, ma mi accorgo che in certi settori, in certe situazioni, potrebbe non essere, ad oggi, la cosa migliore. Il paragone con chi fa cosa potrebbe venrie fuori dal non sentirsi al 100% motivati nel fare quello che si fa, in quel caso è più facile soffermarsi su questi paragoni (e sono d’accordo sul fatto che ogni contributo può essere importante e non paragonabile ad altri). Infatti anche un supporto “esagerato” (leggi figo) non è detto che sia propedeutico al movimento, perchè poi l’esagitato, che fa sempre piu di tutti, può essere visto come quello che fa le cose appositamente piu fighe, senza magari avere compreso bene il perchè.
Quindi forse, migliorando la propria comprensione della problematica e del settore, si può essere immuni da questi paragoni. Per fare questo non è ovviamente facile, bisognerebbe essere piu esperti, solo che come tutti sappiamo l’informatica è un universo multitentacolare, ed ogni universo ha sottouniversi che per essere conosciuti necessitano di tempo … ed il tempo è limitato.
Quindi, se questa può essere la causa dei tuoi dubbi, rilassati, fidati di quello che leggi (cercando di sapere chi sta scrivendo e se è affidabile) e approfondisci i punti critici della questione. Ti sentirai piu forte delle tue idee, e le saprai giustificare meglio (prima a te stesso poi nel caso agli altri), cosi ogni singolo contributo che darai avrà un valore molto piu grande.
In particolare in questo mondo, del software libero, 1 parola detta del modo giusto vale piu di 100 giorni di volontariato, perchè con quella parola fai capire magari a 10 persone il punto della filosofia. Mentre magari con 100 giorni di volontariato inondi la Puglia di CD di ubuntu, ma non hai idea su come verranno usati.
Dopo questo post passerò a Windows Vista. Forse…
Provo a dire la mia… sono portavoce di un LUG in Friuli… sono un attivista? beh io nel mio piccolo mi sento così e sono dell’opinione che se uno lo fa e si sente in pace con se stesso come divevate ed aggiungo pure e soprattutto soddisfatto di quello ch fa e ci mette passione, per me quello è attivismo allo stato puro. Ci sono tanti e me ne dispiaccio, che, come quelli che si vantano di aver fatto beneficenza (ne conosco e ce ne sono in giro) ma penso che non sia migliore di un altro che ha fatto beneficenza perchè ha donato 1000 ero in più, quindi ribadisco il concetto che per me attivismo è “attivarsi per passione” poi che ti prendo i meriti e diventi il numero 1 eletto dagli altri, questa si che la chiamo meritocrazia (poi su come venga applicata questa per dire che sei il numero 1 questo imho è ancora un altro discorso ;))