Nella giornata di ieri, sul blog di Stefano Quintarelli ho letto questo estratto da uno studio statunitense che il nostro ha avuto modo di leggere:
People reported being less willing to discuss the Snowden-NSA story in social media than they were in person—and social media did not provide an alternative outlet for those reluctant to discuss the issues in person.
E come sempre mi ha colpito la serendipità con cui da un soggetto terzo sia venuta una risposta ad un tema che l’amico Signor D. ha cominciato a trattare lo scorso mercoledì con i suoi due articoli Fine del Silenzio ed il successivo – da me provocato – Rompere il Silenzio: Come e Perché.
D. si pone una domanda – fondamentale – scaturita dal vivere nella società odierna dopo le rivelazioni di Snowden di un anno fa, i “fatti” di Wikileaks, il gravissimo bug Heartbleed, ecc. ecc.
Come reagire di fronte alle notizie dei nostri diritti e della nostra libertà aggredita e messa in pericolo dalla sorveglianza militare della rete?
Un quesito non da poco, come si può vedere.
Se vogliamo essere persone consapevoli – ed è un grosso se … come un altro articolo, stavolta di Gigi Cogo, ci ammonisce – non possiamo non porci delle domande, prendere atto dello stato delle cose, provare, tentare a porre rimedio a questa emoraggia di informazioni personali. Emoraggia che oggi sappiamo senza alcuna ombra di dubbio essere il sostentamento di sistemi vampiro, parassiti – o simbiotici, il tempo ce lo dirà – in numero sempre maggiore (grazie al costo decrescente dell’infrastruttura tecnologica necessaria) pronti agli usi più impensati.
Personalmente mi sento impotetente di fronte a tutto questo. Non ho i mezzi tecnici per contrastare questo stato delle cose. Quello che posso fare è limitare i miei interventi, pubblicare educatamente ed in Italiano comprensibile e lineare i miei pensieri, essere coerente tra le parole e le mie azioni… in modo che mi si possa sempre giudicare senza che un “altarino” vada a sbugiardare anni e anni di (eventuali) “proclami” di liceità e correttezza morale. Quando ho qualche nozione tecnica posso consigliare gli amici alla “morigeratezza” on-line, aiutarli ad aprire gli occhi verso questa realtà del tutto gratis che comporta la mercificazione di sé…
Poi ho un’unica freccia, ormai un po’ spuntata, al mio arco che uso per difendermi. Vado a votare, utilizzando la libertà di questo mio diritto fondamentale dando fiducia a persone che dichiarano di seguire principi politici e sociali a me affini. Sperando che basti…