Un collega oggi mi ha chiesto cosa ne pensassi sul fatto se fosse ora o meno di aggiornare la sua postazione di lavoro da OS X “Yosemite” ad OS X “El Capitan”. Mi sono preso quindi qualche minuto di tempo per stilare una lista di applicativi usati e capire se ci potessero essere contro-indicazioni o meno. Come previsto di potenziali intoppi ce n’era almeno uno: VMware Fusion 6.
Questo applicativo, rilasciato nell’aprile 2015, non è ufficialmente supportato da VMware per l’uso con OS X 10.11. La software house indica la versione 8 dell’applicativo come quella certamente compatibile. La rete riporta esperienze varie sulla compatibilità ‘reale’ dell’applicativo, la cui noia principale consisterebbe nell’impossibilità di usare periferiche USB da parte del sistema virtualizzato.
La strada più economica per ovviare al problema a mio avviso è stata quella di pianificare una migrazione della macchina virtuale (Windows 7 a 64bit) su VirtualBox – il mio software di virtualizzazione preferito.
Ho dovuto quindi affrontare il problema della migrazione (o esportazione) della macchina virtuale visto che nell’interfaccia grafica Fusion 6 non presenta alcuna opzione per l’esportazione delle macchini virtuali esistenti, e VirtualBox importa dei file già pronti ma non interagisce con virtualizzatori di terze parti.
Come sempre la rete porta ausilio e ho trovato nel post VMWARE FUSION TO VIRTUAL BOX di Brian Love la soluzione al mio quesito.
Se in fase di installazione e configurazione di VMware Fusion non si è operata alcuna scelta particolare, i file di riferimento alle macchine virtuali sono memorizzate nella cartella Macchine Virtuali in Documenti, all’interno della propria Home su Mac. Su terminale il percorso completo è
/Users/NOSTRO-UTENTE/Documents/Virtual\ Machines.localized/. Qui avremo le cartelle nominate come le nostre macchine virtuali, al cui interno ci sono tutti i file fisici della macchina virtualizzata; nel mio caso una ventina di file in formato vmdk.
Se da interfaccia grafica non è stato previsto un tool / una voce di menù, da linea di comando VMware ha previsto una nutrita schiera di applicazioni per la manipolazione delle macchine virtuali, quella che a noi interessa si chiama vmware-vdiskmanager ed è localizzata all’interno dell’applicazione stessa, il suo percorso completo é: /Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-vdiskmanager.
Abbiamo ora tutti gli strumenti necessari a portata di mano, creeremo un file vmdk unico da importare come disco fisso in VirtualBox per la nuova macchina virtuale. Sempre nel Terminale impartiremo il seguente comando (che ognuno personalizzerà secondo le sue esigenze). Ipotizzando che la nostra macchina dentro Fusion si chiami “Windows 7” e che vogliamo salvare il nuovo file sul Desktop avremo un comando così impostato:
$ /Applications/VMware\ Fusion.app/Contents/Library/vmware-vdiskmanager -r /Users/NOSTRO-UTENTE/Documents/Virtual\ Machines.localized/Windows\ 7.vmwarevm/Virtual\ Disk.vmdk -t 0 ~/Desktop/Windows_7.vmdk
A questo punto, installato VirtualBox ed il file delle estensioni, andiamo a creare una nuova macchina virtuale, e al momento di definire il file “disco fisso” selezioniamo la voce Use an existing virtual hard drive file e andiamo a puntare il file Windows_7.vmdk che abbiamo sul desktop. Al primo avvio assicuriamoci di rimuovere dalla macchina windows dentro VirtualBox l’applicazione VMware Tools, riavviamo, installiamo le ‘guest additions’ … fatto!
Il tutto non dovrebbe impiegarci più di una mezz’oretta (almeno con disco SSD a disposizione).
Il collega adesso è pronto ad aggiornare il suo Mac.
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Devo annotare che la prassi vorrebbe che la rimozione dei VMware Tools debba essere fatta prima della creazione del nuovo file vmdk, in modo da evitare noie al boot dentro VirtualBox. Nelle mie due esperienze di migrazione però questa operazione l’ho sempre fatta dopo senza alcun problema.