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Non è OK, Google!

What he does not say is far more interesting, i.e. that in order to offer its promise of “custom convenience” — with predictions about restaurants you might like to eat at, say, or suggestions for how bad the traffic might be on your commute to work — it is continuously harvesting and data-mining your personal information, preferences, predilections, peccadilloes, prejudices… and so on and on and on.

AI never stops needing data. Not where fickle humans are concerned.

So the actual price for building a “personal Google for everyone, everywhere” would in fact be zero privacy for everyone, everywhere.

Doesn’t sound quite so OK, Google, now does it?
Natasha Lomas

Sono rimasto sbalordito dalla veemenza di questo post su TechCrunch in seguito agli annunci del nuovo hardware da parte di Google ad inizio mese. Non mi aspettavo che un magazine potesse pubblicare un’opinione così netta e radicale.

Google con la presentazione del suo hardware ha fatto sua, in maniera più subdola, una strategia – come per gli AirPod di Apple – che di fatto è un ‘cavallo di Troia’ per far entrare nelle nostre case i sistemi di intelligenza artificiale di questi colossi dell’informatica. Ma mentre a Cupertino per ora vogliono venderti i loro prodotti ed i loro servizi, per Google noi – i nostri dati, la nostra vita – siamo solo esche da usare per accalappiare tutte le società che vogliono venderci qualcosa.

Non dobbiamo farci abbindolare da questi gadget, dobbiamo restare vigili sull’uso della tecnologia e su ciò che comporta la loro adozione. Altrimenti il nostro destino di limoni da spremere è segnato, con tanti saluti alla nostra libertà.

  1. L’alternativa a Google e Apple? Microsoft? Amazon? I cinesi?

    • Ciao Baro … benvenuto su questi lidi. Purtroppo nessuna azienda statunitense si salva, tutte più o meno hanno deciso che quello sarà il nostro futuro.

      Possiamo combatterlo cercando di non DIPENDERE dai loro software, così da poterli abbandonare quando la misura è colma. Io confido molto nell’open source, e fino a che ci saranno Debian e Fedora io starò tranquillo.

  2. La mia voleva essere una critica costruttiva e sono felice l’abbia colta. Il tuo discorso non fa una piega in ambito desktop, fermo restando comunque limiti enormi nell’esperienza business, ma per i SO mobile vedi difficile, molto difficile, un’alternativa a medio termine. Oramai i nostri dati sono compromessi e con l’utilizzo dei bot lo saranno ancora di più.

  3. Sperare in alternative oggi è davvero utopico, non tanto per la realizzazione del SO che magari qualcuno te lo realizza pure (vedi esperienze Ubuntu e Mozilla), ma l’universo delle app sarebbe deserto perché poco appetibile agli sviluppatori. Siamo ad un punto compleso da smuovere, nemmeno Microsoft (che è Microsoft!) riesce a rompere il duopolio. Indi, dobbiamo consegnare i nostri dati a Google o Apple arrendendoci all’idea che li convertano in pubblicità (nel primo caso, almeno).

  4. Mah tra l’open source ed Apple ci passa di mezzo un mondo. Io preferisco Android, che almeno ha fondamenta open, poi sui prossimi Pixel è un discorso a parte, ne parleremo poi.

    • Siamo daccordo. Ma Android senza Google (Play) non esiste e poi c’è Java sotto … ed io aborro.

  5. Mah, con le orde di “scemi del villaggio digitale”, come li ha giustamente definiti Eco, che ci sono in giro, sembra tanto una battaglia persa in partenza, l’idea di poterli sensibilizzare su un tema come questo.

  6. Non mi interessa difendere l’una o l’altra azienda, ma una differenza sostanziale attualmente è proprio questa. I dispositivi Android sono dei device di tracciamento molto più invasivi di quelli Apple. E’ una sfumatura questa che al consumatore medio sfugge (concentrato com’è sul frontend, che ormai è equivalente e che non merita guerre di religione). La Apple sta facendo un lavoro doppio rispetto a Google per quanto riguarda lo sviluppo della sua IA in quanto Google sfrutta in maniera massiccia le informazioni dell’utente per profilare accuratamente cosa proporre. La Apple invece lavora con dati anonimi (anonimizzati) e cerca di costruire su di essi un IA capace di *indovinare* cosa proporti.
    Nella corsa sul medio termine vedo Google con risultati più raggiungibili, alla lunga (e/o se l’opinione pubblica dovesse focalizzarsi/maturare sulla privacy) la strada di Apple le garantirà la possibilità di fornire servizi di IA senza fatica.
    Anch’io al momento preferisco i secondi.
    Ciao,
    Emanuele

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