in Vita Vissuta

L’insalubrità delle strutture ospedaliere

Ormai comincio ad avere una certa esperienza di strutture e procedure ospedaliere. Ne ho conosciute diverse in questi ultimi sedici o diciassette anni. Come spettatore, e come protagonista.

Un moto di disgusto mi è venuto ieri nel rimettere piede al Policlinico di Bari. Una struttura immensa, gigantesca, frutto di scelte diverse nel corso dei suoi vari decenni di vita.

Non lasciarti ingannare dalle patinate immagini del “policlinico di Bari” che troverai tra i primi risultati del principale luogo di cura in Puglia … Nella sua globalità è tutto fuorché maestoso (come da tradizione dell’architettura fascista), il resto delle strutture sono obbrobri frutto delle scelte utilitaristiche degli anni ’60/’90.

Ma se la continua presenza di ringhiere di protezione a cantieri, marciapiedi dissestati, percorsi completamente esposti alle intemperie, asfalto martoriato dai lavori non dovessero bastare … pur pensando ad una persona ‘disabile’ che in quel dedalo deve muoversi (e sottolineo deve, stesse bene non si troverebbe in quel luogo), ebbene quello sarebbe il minore dei mali.

La segnaletica per trovare un reparto è inaffidabile, imprecisa, incompleta. Quello scritto sul sito web non corrisponde alla realtà dei fatti. C’è quasi sempre un reparto (in genere quelli “minori”, quelli con meno fondi) che è stato traslocato per lavori nella struttura esistente.

E ci si ritrova così in vecchie palazzine, anch’esse in uno stato di squallore edilizio, che ti fanno sembrare di entrare in un mattatoio piuttosto che in un luogo che ti accoglierà e curerà.

Arriviamo poi alle stanze di medici, agli ambulatori, alle sale degenza dove lo spazio è stato casualmente assegnato, è ai limiti della vivibilità e colmo zuppo di roba in uno stato di “disordine” tale che solo chi ci vive quotidianamente riesce a districarvici (se venisse un collega da un altro reparto, dubito sarebbe in grado di trovare qualcosa al primo colpo).

Un luogo semplicemente inospitale. Che respinge il paziente.

In tutto questo il personale fa quello che può, immerso in una bruttura circostante costante. Dove anche noi utenza non brilliamo per amore della res pubblica, con bagni degni di un post partita di hooligans ubriachi, deturpazione degli spazi verdi, parcheggi selvaggi all’interno della cittadella della salute e massimo livore nel rapportarsi al personale medico e ausiliario.
Io ammiro il personale che con un sorriso, un grado di empatia, o semplicemente con professionalità ed efficienza fa, o cerca di fare, il proprio lavoro in un posto infestato.

Però mi chiedo anche perché da cittadino di un paese dei G8 io debba avere a che fare con un approccio alla cura così “sciatto”. Abbiamo esempi di eccellenza nella cura, ma come il chirurgo in zona di guerra … che ti salva come può da una situazione in un contesto tragico. Ecco, per me questo non è giusto.