Ieri Apple ha presentato i nuovi iMac (da 24″) con processore Apple Silicon M1. La super novità è un re-design del computer (che nella vista laterale ricorda un iPad Pro con tastiera) e sopratutto il ritorno del colore.
E subito mi sono sentito fiondato nell’autunno del 1999 quando stavo per acquistare il mio primo computer valutando lo storico iMac e un “normale” PC. Provando le stesse sensazioni immedesimandomi in chi dovesse oggi comprare un nuovo Mac / computer.
Personalmente avrei preferito che ethernet e le due porta aggiuntive USB 3 fossero state standard su tutta la linea, e che lo storage fosse partito direttamente da 512GB. Vedremo ora il mercato come risponderà…
Se sei un proprietario di dispositivi Apple (computer, smartphone, tablet o cuffie della famiglia AirPods) immagino saprai che hai a tua disposizione un potente alleato per l’individuazione del tuo dispositivo grazie ad iCloud e ai servizi di geolocalizzazione raccolti, da qualche tempo, nell’applicazione Dov’è.
Ti consiglio di prendere il tempo necessario a configurarlo e a capirne le potenzialità. Dai casi in cui esci di casa e ti dimentichi di aver preso il cellulare (capitato spesso dopo i leggeri pranzi domenicali dalla nonna con un sacco di parenti), a quando ti cade di tasca (per fortuna in auto!) a quando – sfiga! — ti viene rubato il tuo laptop con Dov’è ci vogliono pochi clic per (cercare di) individuare il tuo disposivo…
Accedi all’omonina sezione di iCloud.com oppure su un altro tuo dispositivo (che usa le stesse credenziali Apple di quello disperso) ed in un attimo potrai vedere con un’ottima approssimazione dove si trova [*]
Questa funzionalità ti permette anche di mandare un messaggio sul dispositivo in modo che un “buon samaritano” che lo ritrovi possa contattarti e restituirtelo…
Ma permette anche – entro certi limiti – di cancellare preventivamente il contenuto dello stesso in modo che i dati non vengano carpiti in qualche modo (anche se, usando FaceID, Touch ID o semplicemente inserendo un codice di blocco del dispositivo tutto il contenuto del telefono viene cifrato e non è possibile una facile lettura dello stesso).
Ma perché ti ho detto di prestare attenzione ai tentativi di phishing ?
La scorsa settimana hanno rubato l’iPhone ad un conoscente dell’amico Enrico Ferraris, arrivato a casa è stata impostata l’opzione Lost Mode da FindMy con l’indicazione del numero di cellulare di contatto. L’iPhone era offline ed è rimasto in attesa di attivazione.
Dopo un paio di giorni verso le 19.30 circa arriva conferma di attivazione lost mode via e-mail. Alle 22.30 arriva questo SMS sul cellulare che avevano indicato nell’avviso:
L’SMS è stato visto non appena svegli al mattino dopo e il proprietario ha subito cliccato sul link proposto, ma vedendo la richiesta di credenziali contenuta nello stesso si è insospettito…
Il dominio apple-maps.report riportava ad una pagina esteticamente identica a iCloud.com sia da desktop sia da mobile. Gli è bastato un attimo di mente fredda (certo non agevolato dall’essere appena svegli e da un tentativo di phishing così mirato) per non cadere nel tranello.
Dopo qualche ora il dominio veniva già indicato come fraudolento dai principali browser, e tutto si è risolto in maniera abbastanza positiva: il telefono è rimasto irrintracciabile e amen, ma almeno le credenziali di accesso (ed i dati custoditi) sono rimasti al sicuro.
Chiudo questo pistolotto con la preghiera di stare SEMPRE attenti quando CHIUNQUE ci chiede di fornire le nostre credenziali di accesso a siti / servizi telematici.
Questo post è un piccolo reminder a me stesso. Qualche mese fa ho resettato il mio Apple Watch “serie 1” per via di una serie di piccoli problemi di sincronizzazione dati con il mio iPhone 8 Plus.
Solo recentemente però mi sono accorto che l’orologio durante la carica sullo stand che ho aquistato NON presentava i numeroni verdi su fondo scuro a cui ero abituato, presentandosi così:
Per tornare al risultato desiderato sono dovuto andare — sul mio iPhone — nell’applicazione Watch -> Generali -> Modalità notte e qui attivare l’opzione. Ed ecco finalmente tornare il Watch come volevo!
È capitato il caso di una persona amica che non riceve più notifiche sull’iPhone.
Non disturbare è spento, riceve quelle di Messaggi ma nessun’altra. Scopriamo che è una cosa conosciuta (altri 2808 episodi possono essere trovati sul forum Apple).
Nessuna delle classiche tecniche risolutive sembra funzionare (reset rete, reset impostazioni, riavvio, force reset, reinstallazione iOS e ripristino).
Dopo un po’ di ulteriori indagini la cosa si è risolta con una procedura semi-magico-religiosa.
Eccola:
spegnere il telefono
rimozione della SIM
riavvio del telefono
disattivazione iMessage
re-inserimento della SIM
riavvio del telefono
ri-attivazione di iMessage
Tutto è tornato a funzionare.
Empiricamente se ne può dedurre che era il lato telefonia ad avere dei problemi seri. Nel caso specifico la SIM era di TIM che è abbastanza nota per essere invasiva nell’inserire funzioni.
Sei curioso di sapere il perchè?
Le notifiche infatti viaggiano su IP se non c’è supporto dallo strato di telefonia. Altrimenti pare che vengano i canali secondari del protocollo di segnalazione della telefonia per segnalare che c’è una notifica (che poi chiedono via lo strato di IP)… una funzione che BlackBerry usava estesamente, a beneficio del consumo di batteria.
Questo tipo di supporto è il “carrier configuration” che vediamo spesso richiesto quando abilitiamo iMessage sugli iPhone / iPad Cellular.
Un esempio dei tempi del GSM era il contatto periodico del telefono con la stazione base per far si che venisse ricordata la sua presenza, con una risposta della stesso in caso di una chiamata o un SMS in arrivo. Parte del payload di una notifica "moderna" pare sia veicolata sugli stessi ‘canali’.
Il seguente articolo è stato scritto dall’amico Enrico G. Lupo a cui do ospitalità per la condivisione della sua esperienza personale. Lo ringrazio, e gli lascio la parola!
Ringrazio Nicola e Sabino per avermi dato l’ieda di scrivere questa mini guida
Situazione di partenza
MacBook Pro late 2014 – modello A1502 per la precisione – sul quale “girava” macOS Catalina 10.15.7 con tutti i vari supplemental update installati; nessun problema rilevato fin dal primo giorno di installazione di Catalina a meno di non voler chiamare bug la lentezza che ha caratterizzato questo mai troppo amato OS. !
Domenica 15 novembre ho notato il pallino rosso di aggiornamento a BigSur e mi sono detto che potevo anche installarlo dato che nei due giorni precedenti non erano saltati fuori bug evidenti e comunque il mio Mac di casa non è certo vitale per la mia professione; purtroppo scoprirò dopo che avevo parlato troppo presto. Per non tirarla alle lunghe, l’installazione di BigSur procede senza intoppi fino all’ennesimo riavvio dopo il quale noto che il processo sembra bloccarsi. Decido di lasciarla “lavorare” senza fretta ma in realtà il Mac non stava installando un bel nulla in quanto ero incappato nel più grave bug che la mia vita con OSX/macOS ricordi!
Cosa è successo
Con il MacBook bloccato da ore decido di indagare e scopro che di bug importanti invece ne erano venuti fuori, ma io non mi ero informato abbastanza. In particolare questo post macOS Big Sur 11 – List of Install & Upgrade Issues UPDATED! mi spiega tutto al punto 3… e leggendo in giro per il web sembra che il bug genera un vero e proprio brick hardware sulla scheda I/O dei MacBook 2013 e 2014.
Qualche speranza me la lasciano alcuni utenti che dicono di aver smontato la suddetta scheda e, una volta terminata l’installazione di BigSur, l’hanno ricollegata ritrovandosela quindi nuovamente funzionante. Ok, mi dico, smontiamo e procediamo.
Mano agli attrezzi
Ma prima un paio di avvertimenti
DISCLAIMER 1: da qui in poi è possibile danneggiare seriamente ed irreparabilmente il Mac quindi se decidete di procedere siate consci dei rischi!
DISCLAIMER 2: è probabile che questa procedura non funzioni su tutti i MacBook affetti da questo bug quindi ciò che segue è da considerarsi sperimentale * * *
Aprire il MacBook – servono due giraviti pentalobe da 2.3mm e 3.00mm
Una volta rimosso il fondo individuate il connettore della batteria (è coperto da una plastica adesiva) e il cavo piatto che collega la motherboard alla I/O board;
sconnettete il connettore della batteria e poi svitare le quattro viti pentalobe da 2.10mm (due per parte);
infine rimuovete il cavo piatto rigido. Fate attenzione perché i connettori possono danneggiarsi facilmente.
a questo punto potete ricollegare il connettore della batteria e accendere il MacBook che partirà senza esitare.
Una volta che BigSur avrà terminato l’installazione vi ritroverete con un Mac che non può collegarsi a nulla dato che la I/O board governa il WiFi, BT, HDMI e SDcard. In realtà sulla parte sinistra del Mac c’è un’altra porta USB che potreste usare con una WiFi USB ma io non sono riuscito a trovarne una già pronta per BigSur.
Anyway a questo punto viene la parte un po’ esoterica della procedura ma è quella che a me ha permesso di ricreare il bug e risolverlo in maniera sistematica tanto che ho segnalato la cosa alla Apple sperando di essere d’aiuto.
lasciare il MacBook accesso per 4/6 ore senza fargli fare nulla e poi spegnerlo tramite la solita procedura software
attendere 5 minuti e staccare nuovamente il connettore della batteria
ricollegare il cavo piatto rigido per l’I/O board e quindi ricollegare il connettore della batteria
accendere il MacBook
Et voilà il mio MacBook è risorto letteralmente dalle ceneri. Riconosco che possa sembrare strano ma, come nella migliore tradizione omeopatica, “con me ha funzionato” (cit.). Volendo cercare una spiegazione più razionale ho letto un po’ di articoli sul web e sembra che a seconda del modello di I/O board che è montata, la sequenza che genera il brick può arrestarsi in un punto che ancora rende possibile il ripristino della funzionalità della I/O board stessa e probabilmente nella sfiga sono stato abbastanza fortunato.
Infine…
Segnalo due cose:
in ogni caso è possibile acquistare una I/O board ricondizionata o usata su eBay al costo di pochi euro, ciò vi permetterà di riavere il Mac funzionante senza sbattimenti.
Inizialmente avevo contattato il supporto Apple che nel caso specifico si è dimostrato disponibile a riparare il mio MacBook senza costi. Io non ho voluto “rischiare” in quanto a suo tempo avevo sostituito la pasta termoconduttiva della CPU, probabilmente i tecnici Apple avrebbero trovato queste “tracce” annullando di conseguenza l’intervento.
AGGIORNAMENTO DEL 20.11.2020
Stamattina ho letto la notizia che il nuovo installer di BigSur esclude dalla lista di compatibilità i modelli citati nell’articolo.
macOS, come tutti i sistemi *nix, ha un grado di sicurezza maggiore della media (anche se oggi la media sono proprio questi sistemi). Da sempre integra al suo interno, all’interno delle Preferenze di sistema, sezione Sicurezza & Privacy, un firewall … purtroppo disattivato di default.
Il primo passo da fare, quindi, è andarlo ad abilitare. Una volta sbloccato il pannello (cliccando sul lucchetto in basso a sinistra), potremo andare a personalizzare il suo comportamento secondo le nostre esigenze.
Come possiamo vedere, quello su cui abbiamo controllo è il comportamento del nostro sistema rispetto alle connessioni in ingresso. Cosa farà il nostro Mac quando dalla rete (locale e internet) gli arriveranno richieste di connessione?
A seconda delle risposte che sceglieremo qui sopra si avrà un comportamento più o meno permissivo, e potremo anche andare a personalizzare aggiungendo regole per ciascuna applicazione installata nel nostro sistema tramite il pulsante + e andandola a cercare nella sua posizione di installazione.
Non è finita qui.
I più attenti di voi adesso si faranno una domanda. E come mi comporto con le connessioni “in uscita” ? Cioè tutte quelle che partono dal nostro computer senza che noi le si conosca?
Niente. Di base il nostro Mac a questo non ha risposte. Eppure, vista l’immane mole di dati trasmessa qualche domanda dovremmo farcela. Per capire la vastità del problema, usando lo strumento di monitoraggio fornito dall’applicazione Little Snitch diamo uno sguardo al mio sistema che, nel momento in cui scrivo, è acceso da poco meno di 24 ore.
Negli ultimi tre anni, data di prima installazione del programma, per poco più di 8TB di dati scaricati, sono stati uploadati dati in uscita per oltre tre volte… E dalle freccettine potete vedere come i dati vadano praticamente in tutto il mondo (!!!!).
Ci sono vari modi per porre un qualche controllo su tutto questo traffico in uscita, si possono autorizzare o meno, in maniera granulare, tutte le applicazioni e i processi di sistema che fanno ‘chiamate di rete’ verso server remoti utilizzando applicazioni firewall di tipo software di “terze parti” dalla configurazione più o meno complessa.
Tra i più noti cito Radio Silence, Hands off!, Little Snitch (che uso dalla versione 2 se non ricordo male e con cui ho ottenuto la mappa qui sopra) e ultimo – ma non per efficacia – il gratuito Lulu appena aggiornato per macOS 11 ‘Big Sur’ che non manco mai di installare e configurare sugli altri Mac di casa, di amici, parenti e colleghi al lavoro.
Lulu che richiede di autorizzare, o meno, un processo di sistema fornendo informazioni sullo stesso.
Spero che questo piccolo articolo torni utile, assicurandovi che questi pochi passaggi possono veramente aiutare a tenere al sicuro il vostro Mac.
Stasera, verosimilmente verso le 19 / 20 il nuovo sistema operativo Apple verrà rilasciato. Se sei intenzionato all’upgrade, ti consiglio VIVAMENTE la lettura di questo articolo…
As with Catalina, upgrading to Big Sur involves commitment.
Should it prove a disaster, the road back isn’t quick or easy: you’d need to reformat your boot disk and install a fresh copy of the previous version of macOS.
It’s also worth noting that, however alluring it might be that Big Sur can make Time Machine backups to APFS volumes, those are incompatible with previous versions of Time Machine, and converting old backups for use with Big Sur is also likely to be a one-way trip.
No, il tuo Mac non è oggetto di un attacco informatico. No, non hai preso un virus. Si… con qualcuno puoi prendertela, e quel qualcuno è HP: il produttore della tua stampante o della tua multifunzione.
HP infatti ha volutamente comunicato ad Apple di rimuovere la propria “firma digitale” ai driver delle proprie stampanti, per un eventuale aggiornamento.
Purtroppo però questo aggiornamento non è stato correttamente recepito / recapitato sui Mac di molte persone – me compreso – e al momento bisogna procedere manualmente alla rimozione del vecchio driver e all’installazione del nuovo, come spiegato nell’articolo ufficiale “HPxxxxx.framework will damage your computer” message in macOS Catalina or Mojave
Sfortunatamente, al momento, per la Photosmart 7510 di casa pare non ci sia un driver specifico pronto. Motivo per cui mi devo limitare ad usarla con un generico driver AirPrint 🙁
Non è la prima volta che su questi lidi scrivo di homebrew “the missing package manager for macOS”.
Dopo uno degli ultimi aggiornamenti di macOS 10.15 Catalina il sistema mi dava spesso errore sui Command Line Tools mancanti. Invocare il comando xcode-select --install mi portava immancabilmente a questa schermata di errore
… salvo poi poter continuare ad installare i pacchetti che mi servivano.
Dopo una ricerca ho deciso che la maniera migliore per ‘tagliare la testa al toro’ era quella di ri-scaricare il pacchetto direttamente da Apple. Sono quindi giunto alla sezione https://developer.apple.com/download/more/ del portale Developer di Apple e ho scaricato l’ultimo pacchetto stabile (Command_Line_Tools_for_Xcode_12.pkg nel momento in cui scrivo). Installato quest’ultimo, tutto ha ripreso a funzionare come sempre.
Mi è recentemente capitato che un conoscente mi chiedesse se ci fosse il modo di disattivare il monitoraggio del battito cardiaco dell’Apple Watch ⌚️.
Sinceramente non mi ero mai posto il problema, perché l’uso di questi smartwatch, o smartband, comincia ad avere maggior senso proprio quando abbinato ad attività di tracking dell’attività fisica (passi camminati, scalini saliti, battito medio sotto sforzo, durata di una sessione di allenamento e così via).
Ma, giustamente, ci sono anche persone che non hanno interesse o voglia di essere costantemente tracciati / misurati e quindi si informano preventivamente all’acquisto di questi dispositivi.
Ad ogni modo viene fuori che il monitoraggio cardiaco, o dell’attività fisica a tutto tondo, è una opzione disattivabile all’interno della sezione Privacy dell’app Watch sul proprio iPhone
Spegnendo l’opzione Battito cardiaco lo smartwatch Apple smetterà di memorizzare i battiti rilevati – perché a mio avviso non viene completamente “spento” tutto quello che presiede al monitoraggio — e se proviamo ad avviare l’applicazione omonima sull’orologio otterremo questa schermata:
Nell’applicazione Salute sull’iPhone vedremo quindi azzerarsi tutti i grafici relativi al battito che man mano vengono in essa memorizzata. Ovviamente se si volesse tornare indietro, con un semplice click si torna all’impostazione di default ed il monitoraggio riprende…