ventuno e non sentirli

Talmente non sentiti che mi è passato completamente di testa, giorni fa, di evidenziare l’occorrenza su queste pagine. Io amo questa forma espressiva, questo poter aprire un editor e scrivere di qualcosa che sento, che mi piace, che mi ha colpito. Mi piace quando qualcuno commenta.

Sui commenti ci sono opinioni discordanti, ma sui commenti sono nate tante amicizie, sintonie, suggerimenti di questo o di quello nel corso di questi ventuno anni. Precludermeli non mi porta nulla, tenerli attivi fino a che i filtri anti-spam reggono non mi costa nulla. Se mi scrivi, ovunque, cerco di risponderti il prima possibile e amen. Scegli tu quale forma ti aggrada.

Gli altri spazi, secondo me siamo in una fase dove sta per arrivare qualcosa di nuovo. Qualcosa che, volendo, ci permetterà di essere ciascuno un mondo a se ma avremo modo di interagire in maniera attiva e cosciente. Se oggi commenti questo post su Mastodon io non lo saprò mai a meno che tu non mi venga a dirmelo. Domani, presto, avremo modo di ottenere “a casa nostra” tutti i segnali che ci riguardano.

Nella mia tesi nel 2005 parlavo di come i dispositivi mobili ponessero in maniera primaria la questione della Presenza sulla rete, sulle reti. Oggi siamo in una fase di spaccatura, dove siamo presenti o assenti su network recintati e non intercomunicabili. Possibile che non ci sia modo di ottenere risconti e confronti sulle varie reti dove ciascuno sceglierà di essere?

Sarà la lasagna alla palermitana che mi fa delirare stasera. Forse ci voleva un po’ di vino e mettersi a nanna. Invece sono qui, a scrivere cazzate sul mio spazio solo per il gusto di farlo. Senza paura di comunicare, come dice una recente amicizia della rete.

Il web di una volta

… era pieno zeppo di siti e blog dove si potevano trovare informazioni, notizie, dettagli, how-to.

Noto che oggi tanti blog, questo compreso, siano più un confessionale dove l’autore critica o commenta la qualunque, prendendosi i suoi spazi ed il suo ritmo. Preferendo questo metodo comunicativo alla partecipazione di massa alla rissa dei social come X, Facebook, TIk Tok, Instagram, etc.

I nuovi spazi (Blueskye, Mastodon) al momento sono ancora spopolati e a meno degli amici che ci si porta dai vecchi giri, è difficile scovare cose nuove… per cui: se devo parlare a pochi, tanto vale farlo a casa mia (penso, così è per me).

Tutto questo mi sta bene, lo apprezzo, lo faccio anche io. Quello che mi manca sono però anche i post dove alcune cose tecniche o procedurali sono spiegate con calma, magari con cognizione e riferimento a testi / materiale informativo, piuttosto che essere sommersi da:

  • siti di consulenti che ti spiegano come diventare ricchi in 10 passi, invitandoti a fare un colloquio con lui. Ma se lui fosse ricco, avendo applicato i suoi stessi consigli, gliene fregherebbe davvero di cosa accade a te?
  • siti dove ogni screenshot e passaggio sono suddivisi in 100 pagine (per aumentare le view), 10000 blocchi, non meno di due o temila pop-up con spot o inviti a sottoscrivere newsletter. Anche loro piene di pubblicità.

Sono ormai pochissimi gli spazi tipo forum, dove almeno un gruppo di persone si parla e confronta costruttivamente su un tema. E temo che questi LLVM non faranno altro che prosciugare l’attuale patrimonio di spazi come StackExchange, senza aggiungere niente di nuovo.

Ti prego, portami alla vista esempi virtuosi. Da parte mia posso dirti che quando mi capiterà, cercherò di spiegare bene qualcosa di tecnico, ma al momento la vita mi sta dando solo lezioni di se stessa…

manutenzione in corso, ep.2

Alla fine mi sono deciso ed ho importato tutti i post scritti nel mio sito nomecognome.it lasciandolo come “landing page” per gli aspetti professionali della mia vita.

Questo ha comportato l’arrivo di nuove categorie di post ed anche comprovare l’inutilità di alcune pagine presenti da tempo. È attualmente in corso un remix di queste categorie ed il cambio di appartenenza di alcuni post scritti negli anni su queste pagine.

Mi sembra di curare un bonsai, lentamente e osservando la crescita a ritmi alterni di questo spazio. Ormai siamo alle soglie del 21° compleanno di questo blog e mi pare corretto rendere giustizia e dare coerenza a quanto pubblicato.

il ritorno del solito dubbio

Sono in quel periodo in cui ripenso a come, e se, razionalizzare le cose scritte in giro per il web. Sono tentato di riportare qui le cose scritte per il sito “di lavoro” e in un sito dove mi sono sfogato un po’ nello scorso anno. Lasciando quest’ultimo come spazio dove effetturare micro-blog, sparare ogni cazzata che mi viene in mente, quasi senza filtro. Vediamo come mi gira…

update: per il momento ho importato i post del sito nomecognome.it. Il resto vediamo più avanti

categorie e tag servono per un blog personale?

Attenendomi alla Betteridge’s law of headlines la risposta è un secco no.
Ogni qual volta un titolo di giornale pone una domanda al suo lettore, immancabilmente il no sembra essere la risposta giusta, senza perdere neanche tanto tempo a pensarci su.

Eppure.

Eppure in questo caso la mia risposta è meno secca. Meno certa. Discutevo via email con Manuel qualche settimana fa su come io utilizzi spesso le categorie (o i tag) che un autore a me sconosciuto propone nel suo sito personale (blog, se vogliamo) per approfondire articoli o aspetti che trovo ben discussi e argomentati nell’articolo che me lo ha fatto scoprire.
Solo se l’autore si rivela una persona di “spirito’ incomincio a curiosare in altre categorie, magari più personali, e alla fine decido se aggiungerlo o meno alla lista di feed RSS che seguo.

Ma forse questo mio modo di procedere è frutto di una mia forma mentis non più … contemporanea? al passo con i tempi? Sono così tanto figlio dello scorso millenio?

Un blog come quello di Manuel è polarizzante. Se li vai a visitare o lo ami o lo odi. Tutto è frutto di una precisa “scelta stilistica“. Solo testo, nessun titolo urlato, una navigazione dello storico dei contenuti quasi nascosta. Una parte di me adora questa cifra stilistica. Un’altra parte la soffre – perdonami Manuel – come se fosse una inutile imposizione verso il lettore a seguire uno schema di pensiero, il proprio, che tende ad escludere altre opzioni. Altri modi di navigare i contenuti.

Certo, un sito è personale e ciascuno ci fa quel che gli piace (e ci mancherebbe). E il mio punto qui diventa: cosa provoca il mio fastidio? quanto la mancanza di una tassonomia di navigazione ostacola il mio personale modo di esplorare il web? Devo, o posso, sono in grado, di cambiare questo mio modo di vedere i contenuti sul web?

Un blog personale non ha bisogno di una homepage

Nei suoi post più recenti Manuel sta disquisendo sul tema del blogging personale. Nel suo post più recente A personal blog doesn’t need an homepage dice la sua su come deve essere la pagina di arrivo di un blog personale.

Ebbene. Non sono d’accordo con la sua visione. OK all’ordine temporale inverso, quello che non condivido invece è la visione per cui debbano mancare riferimenti a “tag” o “categorie” di argomenti o altri elementi diversi dal testo (penso ai widget di una volta che potevano contenere un po’ di tutto).

Di alcuni autori a me personalmente capita di adorare l’approccio e il tipo di esposizione di alcuni argomenti, mentre di altri o non ho interesse o non condivido in alcun modo la posizione. Motivo per cui posso voler seguire solo l’argomento blogging piuttosto che l’argomento viaggi nel Sud Est asiatico.

Se scrivo qualcosa di mediamente interessante, mi piace pensare di poter dare al mio lettore (anche occasionale) un gancio per poter continuare a leggere o scoprire di più di quello che condivido. Magari le mie stesse statistiche d’uso smentiscono questo comportamento sui miei spazi, ma per questo do la colpa a me … e penso che altrove la cosa invece funziona.

Tu che ne pensi? Ti piace avere possibilità di esplorazione all’interno di un blog che visiti o ti accontenti del primo post e poi vai altrove?

Venti (reprise)

Rileggendo il post di ieri, mi sono accorto di non aver propriamente menzionato un’altro fattore essenziale dell’aver aperto un blog vent’anni fa…

Mi ha permesso di farmi conoscere, e conoscere, persone eccezionali. Alcune sono diventate più che “conoscenze”, sono nate vere e proprie amicizie, anzi, Amicizie … di quelle che ti portano ad essere emotivamente e anche materialmente vicine nei momenti più impensati della tua vita. Aiutandoti là dove nessun altro riesce a fare in quel particolare momento.

A questi ultimi, che mi hanno benedetto della loro amicizia in questi ultimi mesi (e settimane) va la mia più sincera gratitudine. Voi sapete chi siete!

❤️

friendship, by Cristina Cerda @ unsplash

VENTI !!!

20 — photo by Mattew Ball, published over Unsplash.com

Ed eccoci qui … al ventesimo (!!!) compleanno di questo blog.

Praticamente una cosa da vecchi, come diceva un contatto qualche giorno fa su Mastodon, il social che oggi frequento dopo aver di fatto abbandonato Twitter un mese fa. Quale teenager o under-30 sceglierebbe oggi un blog, self hosted poi, come mezzo espressivo di sé? Probabilmente un nerd, uno fuori dalle cerchie sociali. Eppure vent’anni fa se avevi una connessione internet ed una socialità praticamente leggevi, frequentavi, aprivi un tuo spazietto e di affrancavi dal circolo chiuso delle mailing-list e dei newsgroup. Indipendentemente dall’età, dalla formazione, e dal lavoro fatti.

Di quella ondata siamo rimasti … meno di quelli che eravamo. Ma molti di noi ci sono ancora. Qualcuno ha trasformato il proprio blog in un sito professionale, qualcuno pubblica una volta l’anno, altri mettono ogni tanto un articolo o una foto ma poi si dedicano a scrivere estesamente su altre piattaforme (avete notato come LinkedIn stia disperatamente cercando di invogliare i propri utenti a scrivere long-form articles e a creare newsletter sulla propria piattaforma?) proprietarie (Facebook, Medium).

Io, che non sono bravo, ho trovato qui e negli altri siti web che curo uno spazio dove esprimermi. Il mio spazio. Con tutti i miei limiti, le mie ingenuità, la mia voglia di imparare (e condividere) le piccole scoperte della vita (e del lavoro, e dei miei hobby), la voglia di un confronto educato e costruttivo. La speranza di un confronto educato e costruttivo.

Quest’anno la vita mi sta mettendo di fronte ad una sfida immensa, per certi versi mi logora. Per altri, invece, mi costringe a pensare di più… a cercare con smania quello che la vita ha di bello da offrire ‘la fuori’. Fuori da questo monitor 16″ che incanala la mia vita, ma le permette anche di espandersi all’infinito. Si, ok … c’è anche il 6,1″ dell’iPhone che mi aiuta in questo. Ma non divaghiamo.

Una volta sognavo di essere immortale, con la mia coscienza e personalità conservate per sempre in un cyborg. In uno dei miei romanzi preferiti il protagonista di trasforma in un ‘fantasma di energia cosciente’ che vaga per l’universo. Questa prospettiva oggi non mi appartiene più.
Voglio essere e rimanere di carne, voglio abbracciare le persone cui voglio bene. Voglio assorbire dentro di me i loro profumi, i loro odori. Regalare loro un sorriso, una carezza, un bacio. Esserci quando hanno o avranno bisogno, portare novità e stimoli o ispirazioni o suscitare curiosità.

Ecco, quest’ultima cosa posso farla su queste pagine. E spero di poter continuare a farlo per i prossimi trent’anni almeno.

Auguri a koolinus.net. Auguri a me. Un augurio di serenità a tutti voi che mi avete accompagnato e spero accompagnerete lungo “la via”.

E un grazie a Fullo che ventuno anni fa piantò il seme di tutto questo. Grazie. Grazie a tutti voi.

abbandonare Twitter (ci vediamo su Mastodon)

Non so se stai seguendo le ultime vicissitudini che coinvolgono il social network Twitter, ed il disastroso stato intrapreso da management e sviluppo sotto la nuova direzione di (F)Elon Musk.

Prima il pagamento di una cifra discreta per essere un utente verificato, poi i licenziamenti pazzi (e qualche egualmente pazza riassunzione), poi la cacciata dei client di terze parti tramite esclusione all’accesso alle API di sistema, poi l’annuncio di nuovi ed esorbitanti prezzi per poter accedere a tali API, infine sempre più storie di pagamenti non onorati verso aziende di queste parti.

Il pesce ha cominciato a puzzare troppo” per i miei gusti, e non potendo usare tool per la cancellazione dei vecchi tweet sono un po’ corso ai ripari rendendo privato il mio profilo Twitter e aprendo un account su Mastodon

https://toot.community/@koolinus

Questo sui sopra è il mio handle, e ti invito ad aggiungermi al tuo network (se lo vorrai) visto che non ho intenzione di postare più su Twitter.

Tra l’altro ho appena fatto in tempo ad usare un paio di quei tool che ti aiutavano a scoprire gli account di quegli amici che avevi su Twitter e che hanno un profilo pubblico in una delle tante istanze del feediverso Mastodon. Oggi questa operazione è inibita e dovrai un po’ procedere a mano, esplorando i contatti delle persone che deciderai di seguire.

Poco segnale, tanto rumore

Dopo qualche mattina di sveglia alla prima ora, e qualche pezzetto di notte insonne come ormai mi capita da alcuni mesi, sono riuscito a dare una notevole sfrondata alla lunghissima coda di letture che mi aspettava ogni qual volta aprivo il mio feed reader.

Nell’operazione mi ha aiutato anche l’aver cominciato ad eliminare alcune fonti di notizie cui, francamente, non riuscivo affatto a dedicare la giusta attenzione … ad esempio un paio di testate giornalistiche che si occupavano di politica internazionale e ambiente. Ho cancellato anche qualche blog ‘di finanza’ italiano assieme poi altri aggregatori di notizie, che non facevano che riportare sotto ai miei occhi più volte la stessa notizia. Di questa categoria – purtroppo – fanno ancora parte diversi siti afferenti al mondo Apple e anche qui sto effettuando una scrematura.

In parte mi ha aiutato anche l’abbandono di diversi blog da parte dei propri autori, magari qualcuno lanciato su LinkedIn piuttosto che su Facebook nella scelta della piattaforma dove pubblicare i propri pensieri.

E, insomma, la selezione s’è fatta d’obbligo ancor più di prima e l’operazione di rinuncia a seguire qualcosa si sta cominciando a propagare anche nelle newsletter seguite, pazienza se di amici o con argomenti che sia pur interessanti oggi non riesco a seguire con la dovuta attenzione. Confido negli archivi e nelle segnalazioni altrui di contenuti di particolare rilievo.

P.S. = pensavo che forse sarebbe utile al lettore sapere che in genere il conteggio dei feed non letti mediamente veleggiava sopra i 6mila articoli!