personalizzare la schermata di accesso di Fedora 16

Devo ammettere che in questi anni sono stato abbastanza lontano dal seguire le ultime novità in ambito ‘desktop’ del mondo GNU/Linux, pur interagendo quotidianamente con server CentOS o Ubuntu 10.04. Interazioni che però, superata la fase dell’installazione o di qualche sporadica operazione ‘live’ in sala CED sono sempre avvenute attraverso la linea di comando e sul classico Gnome 2.

Mi sono perso tutte le evoluzioni introdotte da KDE 4, Compiz e compagnia varia. Di fatto sono fermo a ciò che avveniva un paio di (abbondandi) anni fa.

Capirai quindi la mia meraviglia quando mi sono ritrovato a preparare delle macchine virtuali con l’ultima Ubuntu e l’ultima Fedora per un corso post-universitario di specializzazione in bioinformatica. Mentre un collega ha preferito la via Ubuntu (sopratutto Perché supportato da BioLinux) io, date le mie preferenze e conoscenze, ho preferito una Fedora 16.

Ovviamente tra l’installazione di un pacchetto bio e qualcosa per lo stack LAMP non ho perso l’occasione di darmi uno sguardo attorno e cercare di capire come meglio adattare ai miei gusti la Gnome Shell ed il resto dell’ambiente grafico.

Mai però avrei immaginato come un processo sino a poco tempo fa semplice e banale come personalizzare la schermata di login (con GDM) potesse diventare un vero e proprio PITA, come direbbero i nostri cugini anglosassoni.

Dopo una classica ricerca su Google ho però constatato come il metodpo pubblicato nel 2010 da Alvin T. Enguillo sul suo blog per Fedora 14 tutt’oggi sia tra i metodi più veloci ed efficienti – relativamente parlando – per eseguire questa operazione.

Image

Scelta la schermata di sfondo, modificata e salvata negli opportuni <tt>path</tt> come da istruzioni, questo qui sopra è il risultato ottenuto. Ti piace?

Leoni, Unità e abitudini

Stranissimo rovistare nelle bozze e trovare articoli di quattro anni fa quasi pronti e mai pubblicati … Quello che segue risale al debutto di OS X Lion e alla diffusione del Magic Trackpad, qui corretto nella forma ma non nei contenuti.

~

Autentico spettacolo, l’aggiornamento è di quelli massivi ed andrà  a modificare i nostri Gesti (nel senso di gestures) quotidiani! 😀

Da utente / amministratore di sistemi informatici con sempre meno tempo libero a disposizione, scontrandomi con la sedentarietà dei colleghi e con le scadenze dei liberi professionisti mi accorgo come questi aggiornamenti e ‘sconvolgimenti’ nell’interfaccia dei nostri sistemi operativi porti, spesso, più problemi che benefici.

Mentre nel caso degli iOS-device, di Android e tablet l’utente si approccia in maniera curiosa ed attenta alla novità dispositivo quando uno si avvicina ad un classico computer case e monitor – secondo me – si porta dietro il suo bagaglio di modi d’uso ed ha difficoltà ad alleggerirsene.

Magari userà più o meno le shortcut da tastiera ma approcciarsi ad un modo d’uso touch (del magic trackpad, ad esempio), alle nuove GUI di Gnome 3 o Unity del mondo GNU/Linux produce degli sconvolgimenti tali da essere metabolizzati nel lunghissimo periodo e questo spaventa (o almeno lo fa a me).

Facendomi, tra l’altro, ulteriormente sentire incapace e utilizzatore del 10% di tutte le funzionalità /potenzialità del sistema che mi si presenta innanzi e – nel caso del software Open Source – anche incapace di contribuire in maniera fattiva al suo miglioramento.

È solo una mia fisima personale o c’è qualcosa che anche voi condividete ???

reinstallare Grub per un sistema in dual-boot con Windows 7 e due hard disk

1024px-Fedora_logo.svgRecentemente ho avuto l’occasione di aggiornare Windows Vista a Windows 7 Professional. Purtroppo, così facendo, ho fatto anche inevitabilmente saltare l’installazione di Grub effettuata dal mio sistema Fedora 14 installato sul secondo hard drive del pc.

Le guide che ho trovato per effettuare tale operazione sono numerose, ma quasi tutte riferite alle operazioni su un unico disco presente.

Quelli che seguono, invece, sono i passi eseguiti per ripristinare il funzionamento di Grub reinstallandolo nell’MBR del primo disco e mantenendo il sistema Linux nel secondo drive.

  1. Riprendiamo il disco di installazione di Fedora 14 dal cassetto (o dalla nostra pila di distribuzioni GNU/Linux ;-)):
  2. avviamo il sistema da tale supporto e scegliamo l’opzione di ripristino di un sistema esistente;
  3. montiamo il sistema in modalità scrittura con il comando:
    chroot /mnt/sysimage
  4. arriviamo così ad una shell minimale, e impartiamo quindi il comando
    grub
  5. in questo modo otteniamo l’interfaccia di comando di grub:
    # grub
    Probing devices to guess BIOS drives. This may take a long time.
    GNU GRUB version 0.97 (640K lower / 3072K upper memory)
     
    [Minimal BASH-like line editing is supported. For the first word, TAB
    lists possible command completions. Anywhere else TAB lists the possible
    completions of a device/filename.]
    grub>
  6. a questo punto useremo il comando
    grub> find /grub/grub.conf

    per trovare la partizione contenente i file necessari al boot del nostro sistema (in caso d’errore possiamo provare ad impartire il comando utilizzando il path completo del file di configurazione grub> find /boot/grub/grub.conf) … questo ci restituirà la stringa (hd1,0);

  7. a questo punto impartendo il comando
    grub> root (hd1,0)

    diremo a grub di utilizzare tali file nel nostro sistema;

  8. impartiamo il comando che reinstallerà, con le configurazioni esistenti, grub nell’MBR del primo hard disk (scopo che ci eravamo prefissi all’inizio di questo piccolo how-to:
    grub> setup (hd0)
  9. se tutto è andato a buon fine, dopo una serie di messaggi, verremo congedati con un laconico Done.
  10. Siamo quasi alla fine della procedura, con usciamo prima dalla console d’emergenza di grub e poi riavviamo il sistema:
    grub> quit
    #
    # shutdown -r now

È fatta! Ecco a noi in tutto il suo ‘splendore‘ la finestra di grub che ci chiede se vogliamo avviare il nostro sistema con Windows o Fedora. Buon lavoro!

Fedora raccoglie candidature per i suoi prossimi wallpaper

Un paio di giorni fa svegliandomi presto, come di questi tempi mi capita spesso di fare, ho approfittato della calma mattutina e seduto al Mac mi son messo a girovagare per il web e a smistare un po’ di link e tweet della giornata precedente … scopro così che (finalmente) anche il team del Progetto Fedora ha attivato il suo bravo canale @Fedora su Twitter.

Incuriosito (e dato che da tempo non sono più iscritto alle loro mailing list a causa del volume delle email quotidiane) parto con la lettura di tutti i tweet venendo quindi a conoscenza di questo post che descrive l’iniziativa per cui il Fedora Artwork team raccoglie candidature dalla propria comunità  utenti per la creazione del pacchetto dei wallpaper opzionali da includere nella prossima release della distribuzione:

[The Fedora Artwork team is] also aiming to include a lot of additional wallpapers (much like upstream Gnome does) that people may use as an alternative. We are looking for photos or abstract graphics that lend themselves to being good wallpaper, ie. something not too distracting or busy — close-ups of grass and flowers, landscape vistas, abstract graphics like swirls and bubbles are all good examples but try to think out of the box as well. We are collecting submissions on this page until Thursday, August 19.

Successivamente a questa scadenza per l’invio del materiale fotografico partirà la votazione da parte della comunità .
Al momento in cui scrivo il wallpaper proposto che più incontra il mio gusto attuale è quello intitolato “Seneca Lake” che vado a mostrarti:

Seneca Lake by eflon

Il tuo qual’è ?

Dropbox e Fedora 12

Mi rendo conto che con questo post accenno per la seconda volta a Dropbox e che ci potrà essere qualcuno di chi mi legge che potrebbe non averne mai sentito parlare. Poco male basta vedere il video introduttivo sulla home page del servizio {1}.

Dropbox logo

Da quando sono diventato sottoscrittore del servizio, Dropbox è una applicazione imprescindibile da aver installato su ogni dispositivo capace di connettersi alla rete che posseggo … iPhone, MacBook, la mia postazione Fedora al lavoro, la macchina virtuale Windows che c’è installata sopra, la Ubuntu-box “media-center” che è a casa …

I passi per installarlo su Fedora, anche a 64bit come la mia, sono semplici. Come primo passo dovremo scaricare l’rpm specifico dal sito ufficiale del servizio. Passeremo quindi ad installarlo e quindi verificheremo nel menu principale di Gnome, alla voce Internet, la sua presenta.

Cliccando l’icona daremo il via a quella che è l’effettiva installazione del software.
Alternativamente, aperta una sessione di terminale come utente root imputeremo il comando dropbox start -i che eseguirà le stesse operazioni avviando il demone del servizio.

A questo punto non rimarrà altro che creare il nostro nuovo utente – o autenticarci con delle credenziali pre-esistenti – per completare la procedura. Buona sincronizzazione !


{1} accettando il mio codice di invito avremo (tu ed io) uno spazio extra a disposizione!

Fedora, Google Chrome e Flash a 64bit assieme appassionatamente

Da qualche tempo (un annetto abbondante, va) la mia distribuzione GNU/Linux preferita per il mio uso personale è Fedora.

sarà  Perché con la nuova struttura del progetto e di RPMforge è più semplice reperire il software, perchè alla lunga si sta dimostrando (con Debian e Ubuntu) quella meno soggetta a scossoni, perchè al lavoro usiamo CentOS e RedHat e tutto l’ambaradan mi rimane familiare … sarà  che mi da tutto quel che mi serve … insomma, mi piace!

Di recente ho avuto una postazione in grado di eseguire codice a 64bit e un upgrade di RAM quindi mi son deciso a metter su la versione specificatamente compilata della distribuzione.

Poi, in vena di test, ho messo su Chrome (e Chromium) a 64bit. Mi è sorto il problema di farci andare il plugin flash per la corretta visualizzazione di alcuni contenuti su varie pagine web :-/

Dopo qualche tentativo ho trovato la soluzione in questo post. Riassumendo:

  1. si scarica l’rpm di Chrome a 64bit e lo si installa;
  2. si scarica il plug-in Flash compilato a 64bit dal sito Adobe;
  3. si decomprime il file scaricato ottenendo il nostro “uomo”: libflasHPlayer.so;
  4. come utente root si crea, se non esiste la directory /opt/Google/chrome/plugins;
  5. vi si copia il file decompresso
    cp libflasHPlayer.so /opt/Google/chrome/plugins
  6. quindi, come utente normale, si provvede ad avviare una prima volta il browser con il comando
    Google-chrome –enable-plugins

Et voilà, d’ora in poi potremo visualizzare YouTube e tutti gli altri siti che utilizzano Flash per la fruizione dei contenuti senza problemi!

nuovo lavoro

fedora logo Mi pare proprio carino che grazie al nuovo lavoro cominciato col 2007 avrò a che fare quotidianamente con il software libero e abbastanza spesso con Fedora o CentOS (per mantenere una certa omogeneità visto che il cluster (di calcolo)su cui ci poggeremo è Red Hat Enterprise …

La cosa meno carina, dal punto di vista di un pigro, è che nei prossimi due mesi avrò da studiare almeno quanto ho fatto durante l’Università.
Povero me!!!

😉

L'organizzazione del Progetto Fedora

Spesso una delle critiche che sento muovere al Progetto Fedora è quella della sua non trasparenza verso la propria comunità  di utenti e più in generale verso quella del software libero. Molto spesso queste accuse mi vengono sottoposte da persone più o meno coinvolte o familiari alle modalità decisionali di Debian, dove come funzionano i processi decisionali è spiegato più che bene in varie parti dei portali dedicati.

Bene, stavo giusto chiacchierando col mio amico Francesco Ugolini, uno dei tre Ambasciatori del progetto Fedora qui in Italia, che durante lo scorso week end ha partecipato al Fedora Ambassador Day in Germania e questi mi ha indicato la pagina dedicata al Progetto Fedora nelle pagine di wikipedia.

Fedora organization

L’ immagine qui sopra riportate in piccolo ricalca il maniera abbastanza fedele la struttura interna di tutto il progetto e trovo che sia molto chiara ed abbastanza esauriente. La posto qui per riferimento futuro …

un piccolo contributo al progetto Fedora

Ieri ho iniziato a donare il mio piccolissimo contributo al portale FedoraNews fondato da Thomas Chung quando nacque il progetto Fedora per dargli visibilità. Mi sono candidato ad essere il traduttore Italiano della newsletter settimanale (la famosa Fedora Weekly News che era stata sinora snobbata dagli utenti Fedora dello stivale, nonostante sia uno dei modi più immediati per tenere il polso di quanto accade nel mondo Fedora.

Chissà, forse un giorno sarಠveramente degno di riflettere sull’invito di Chitlesh sul diventare un Ambassador per l’Italia del progetto Fedora. Al momento, nonostante la mia partecipazione al portale Fedora-it non sento di potermi assumere tale “ruolo”.

Il mio primo “contributo” è stato tradurre l’attuale #68 della newsletter visibile qui (l’ho fatto mentre ero in ufficio tra un update e l’altro, sicuramente è da rifinire).