opporsi al training delle AI

Come se nella vita uno non avesse niente da fare, tre le nuove attività che si sono aggiunte per chi vive il mondo digitale con una certa consapevolezza è quella di dover ‘rincorrere’ la varie software house e gruppi tecnologici in modo da cercare di NON contribuire gratuitamente al training dei loro sistemi di “intelligenza artificiale”.

Questi gli ultimi due link / task da eseguire in cui mi sono imbattuto:

Bloccando Bot

Facendo seguito all’articolo di Ethan Marcotte su come poter fare opt-out dalla pesca a strascico dei contenuti web da parte dei vari bot dei servizi di “intelligenza artificiale” sinora conosciuti ho adottato queste due contromisure.
Specifico che il mio CMS per pubblicare online è WordPress, quindi se usi altro, il codice proposto potrebbe essere da adattare.

Primo. Modificare il file robots.txt del dominio, sperando che la direttiva venga letta / rispettata dai bot:s:

User-agent: *
Disallow: /wp-admin/
Allow: /wp-admin/admin-ajax.php

User-agent: *
Disallow:

User-agent: AdsBot-Google
User-agent: Amazonbot
User-agent: anthropic-ai
User-agent: Applebot
User-agent: AwarioRssBot
User-agent: AwarioSmartBot
User-agent: Bytespider
User-agent: CCBot
User-agent: ChatGPT-User
User-agent: ClaudeBot
User-agent: Claude-Web
User-agent: cohere-ai
User-agent: DataForSeoBot
User-agent: FacebookBot
User-agent: Google-Extended
User-agent: GoogleOther
User-agent: GPTBot
User-agent: ImagesiftBot
User-agent: magpie-crawler
User-agent: Meltwater
User-agent: omgili
User-agent: omgilibot
User-agent: peer39_crawler
User-agent: peer39_crawler/1.0
User-agent: PerplexityBot
User-agent: Seekr
User-agent: YouBot
Disallow: /

Sitemap: https://mywebsite.domanin/sitemap.xml

Secondo. Applicare la seguente modifica al file .htaccess del dominio aggiungendo la seguente sezione:

<IfModule mod_rewrite.c>
RewriteEngine on
RewriteBase /

# block “AI” bots
RewriteCond %{HTTP_USER_AGENT} (AdsBot-Google|Amazonbot|anthropic-ai|Applebot|AwarioRssBot|AwarioSmartBot|Bytespider|CCBot|ChatGPT|ChatGPT-User|Claude-Web|ClaudeBot|cohere-ai|DataForSeoBot|Diffbot|FacebookBot|FacebookBot|Google-Extended|GPTBot|ImagesiftBot|magpie-crawler|omgili|Omgilibot|peer39_crawler|PerplexityBot|YouBot) [NC]
RewriteRule ^ – [F]
</IfModule>

In questo modo di forza la procedura. Diciamo senza dire “per favore”.

Non so se questo basti a risolvere la questione, e si ha un po’ la sensazione che ormai I buoi siano scappati dalla stalla (I primi servizi nascono diversi anni fa). Ancora, non so dire se con lo ‘pseudonimo’ $GenericBot si possa nascondere un nuovo servizio non annunciato al pubblico, o uno dei soliti noti sotto copertura.

Ad ogni modo sono interessato all’argomento. Quindi se ne sai di più fammi sapere.

IL METODO RORSCHACH PER FAR CRESCERE IL TUO TEAM DI LAVORO

Quello che segue è un talk di una decina di minuti che Aaron Jorbin ha dedicato all’argomento della crescita in un team di lavoro. Aaron è – tra le altre cose – anche un core contributor e sviluppatore di WordPress e questo video è ripreso durante un evento della nostra comunità.

Però la teoria professata, quello di scegliere colleghi secondo la metologia “Rorschach” è nuova, interessantissima e senz’altro trasversale ad ogni gruppo di piccole e medie dimensioni (dove il limite numerico per medie lo lascio decidere a te … per me può arrivare senz’altro al centinaio di persone). Quindi vale anche se il tuo ambito lavorativo si trova fuori dal mondo delle agenzie web.

OTTIMIZZARE I CONSUMI DELLA CONNESSIONE DATI QUANDO USIAMO L’HOTSPOT

Per quelli di noi che si ritrovano spesso a lavorare in mobilità, lontani dalla veloce connessione del proprio ufficio, le occasioni di connettività tramite una rete Wi-Fi ‘amica’ sono poche, se non nulle, e ci si ritrova a poter e dover contare solo sul piano dati UTMS / 4G del proprio smartphone o – per i veri road warrior – dei Giga a disposizione di una chiavetta / access-point mobile. Quel che è certo è che i giga non bastano mai e il rischio di sforare le soglie previste dal proprio piano tariffario è sempre dietro l’angolo.

Oggi voglio condividere con te un piccolo consiglio, che io stesso ho iniziato ad utilizzare sin dalla sua apparizione sul mercato: l’utilizzo del software TripMode, sviluppato in Svizzera da un team di sviluppator (all’epoca alla loro prima app da sviluppatori indipendenti).

TripMode è un programma realizzato con un unico scopo, quello di consentire o disabilitare l’accesso ad Internet ad ogni programma che abbiamo in esecuzione sul nostro portatile. Client email, browser, utility per controllare il meteo, sistemi di sincronizzazione file con sistemi cloud storage come Dropbox, programmi di chat, antivirus, gestore degli aggiornamenti… i moderni sistemi operativi sono pensati per vivere in simbiosi con i dati presenti sul web, ed il numero di applicativi che ne richiede l’accesso è sorprendentemente alto.

Vi sorprenderà scoprire quanto, tutto quello che dovremo fare sarà installare l’applicazione ed eseguirla. Il programma è abbastanza ‘intelligente’ da rilevare quando il portatile è connesso in modalità hot-spot (o in tethering che dir si voglia) al vostro smartphone, mentre se siamo connessi in modalità Wi-Fi ad un access point mobile dovremo provvedere manualmente alla sua attivazione.

Una volta partito TripMode esaminerà ciascun programma in esecuzione e ci chiederà se vorremo concedergli l’accesso al web. Ad esempio quindi, se ci si ferma in autogrill per un veloce download di una email per scaricare un DWG allegato e modificarlo al volo, TripMode ci permetterà di concedere il download della posta elettronica, ma non permetterà il check della presenza di aggiornamenti ad AutoCAD. E così via.

Il programma ci permetterà di controllare quanti mega si stanno consumando nella sessione corrente, verificare quanto rimane del piano dati (se abbiamo impostato le soglie).

Se vogliamo TripMode può essere visto anche come un elemento di sicurezza ulteriore quando ci si connette a reti wireless non sicure … concedendo l’accesso solo ai programmi essenziali, e inibendo la trasmissione – e quindi la possibilità di intercettazione – ad altri programmi di sistema.

TripMode è disponibile per Microsoft Windows e Mac OS X / macOS al costo — irrisorio! — di 7,99$ (circa 7€ al cambio odierno) per ciascuna piattaforma, mentre se si ha necessità di acquistarle entrambe è disponibile con un piccolo sconto.

Concludendo

Come dicevamo in apertura utilizziamo l’applicazione con enorme soddisfazione sin dal suo rilascio nell’Aprile 2015, ed è stata una delizia vedere che l’aggiornamento alla versione 2 è stata regalato ai clienti esistenti… Il guadagno nell’uso del piano dati del nostro “web pocket” è stato consistente ed ha ampiamente ripagato la spesa dell’acquisto. E supportare dei bravissimi sviluppatori indipendenti è un piacere.

Speriamo quindi che adotterai anche tu questa soluzione … e magari ci racconti nei commenti come hai gestito la problematica sino ad oggi…

UN MANIFESTO SULLA CREAZIONE DEI SITI WEB.

• Before I even begin to build a website for a client, I engage in a deep conversation around two simple questions: Who is coming here and what are they looking for? I design the entire site around the answers to those two questions.

• Anyone coming to a business website is looking for information. With the answers to those two questions in mind, I build for the purpose of delivering that information to those people with as few clicks as possible (preferably none).

• Every time you add a page you add work for the visitor. One more barrier between them and what they want. One more thing they have to look for. One more thing they have to click. One more opportunity for them to just give up and leave. Therefore, make it as few pages as is possible and sensible.


An example of the above that I often give to clients during our initial conversation is restaurant websites. Almost every restaurant website could be two pages. Home page: Hours, location, number to call for a reservation or further info. Page two: Menu (In HTML, not PDF, with prices!). Thats it. I can’t think of a single restaurant website that I’ve seen that needs more than that. Yet, almost every restaurant website I visit is way more complex than it needs to be.


These days, almost everyone is coming to your site from a mobile device. This is especially true if your visitors are from outside of the United States. Build with that in mind (not only mobile friendly/responsive but especially choice of font types and sizes). Test everything — every page, every link, etc. — on a smartphone. Make it look good there.


Most businesses should hire a copywriter and editor long before hiring a web designer/builder. In fact, most should worry far less about the design of the website. People are coming for information, not how pretty it is. Focus on the words first.

Patrick Rhone

Ho trovato molto stimolante questo post di Patrick Rhone. Mi chiedo quanti‘web- designer / web-developer riflettano attivamente su questi aspetti prima di mettere mano alla tastiera.

CONSIGLI SU COME SCRIVERE UN BUON ARTICOLO (SCIENTIFICO)

Cercando tutt’altro – informazioni sulle performance del processore A12x del nuovo iPad Pro di Apple – mi sono imbattuto in un articolo del professor Daniel Lemire.

Ho apprezzato l’articolo e poi ho cominciato ad esplorare il sito web che ha realizzato, apprezzandone la chiarezza di contenuti e la volontà di mettere in evidenza alcuni argomenti e aspetti del proprio lavoro e dei propri interessi rispetto ad altri. Quando poi mi sono imbattuto nell’ottima pagina Write Good Papers ☞ .

È un ottimo decalogo ricco di consigli e spunti… ti riporto i titoli dei consigli, invitandoti a leggere il resto; non te ne pentirai!

  • Picking a topic, an idea
  • Before you ever pick up your pen…
  • What a good paper should contain
  • What a good paper should not contain
  • Good pedagogy and style
  • Words you can do without
  • Run through this check list before submission
  • Words you can do without
  • How to write more than one good paper
  • Further reading

Buona lettura!

COME SCARICARE MACOS SIERRA E HIGH SIERRA?

Ciao! Non so se hai già scaricato ed installato macOS 10.14 ‘Mojave, stai aspettando successivi aggiornamenti, oppure se sei rimasto escluso per via dei nuovi requisiti di sistema, ben più stringenti di quelli necessari per la precedente versione del sistema operativo per computer di Apple.

Sta di fatto che una piccola, e non annunciata, sorpresa si è manifestata a chi come me è solito utilizzare il Mac AppStore per tenere una copia dei sistemi operativi precedentemente acquistati (a costo zero). Le versioni di macOS 10.12 ‘Sierra’ e macOS 10.13 ‘High Sierra’ sono scomparse… Anche su sistemi equipaggiati con macOS 10.11 ‘El Capitan’ l’ultima versione disponibile per il download è – appunto – ‘El Capitan’.

Mac AppStore, ricerca per macOS
come si vede dopo macOS Server e Mojave non ci sono le vecchie release

Una bella rogna se per qualche motivo si volesse tornare indietro, oppure si volesse ricreare mediante procedura guidata un supporto di installazione di macOS, da utilizzare su altro hardware Apple non compatibile con Mojave. Pratica, quest’ultima, che mi capita di avere da diversi anni a questa parte come misura cautelativa per velocizzare le operazioni di ripristino di Mac compromessi o da aggiornare per le motivazioni più varie.

Dopo aver verificato che il fatto fosse sistemico e non relativo alla mia installazione, e aver visto sui Mac AppStore ci siano al massimo ‘El Capitan’ e ‘Mojave’, ho cominciato a cercare on-line conferme e soluzioni (una delle prime conferme al problema ad esempio è stata pubblicata sulla versione UK di MacWorld).

Per farla breve, dopo una discreta quantità di ricerche ho scoperto che Apple ha scorporato i link per il download di macOS Sierra e High Sierra dal Mac AppStore, per dedicare loro due pagine pagine specifiche della loro knowledge-base; eccole:

In quelle due pagine è riportata tutta la documentazione necessaria in merito alla compatibilità hardware e ai requisiti di sistema, nonché un link diretto al file per effettuare il download dell’applicazione di installazione dentro il Mac AppStore … una specie di link nascosto.

Al termine dell’installazione nella cartella Applicazioni del Mac che abbiamo utilizzato per il download avremo l’installer, da cui poi potremo partire con la procedura di creazione della chiavetta USB mediante la procedura createinstallmedia (da linea di comando).

22 CONSIGLI PER LA SCELTA DEL TUO PROSSIMO NOME A DOMINIO

Ben ritrovati!
In questi ultimi giorni mi sono dovuto andare a rileggere qualche definizione e modalità operativa per l’implementazione di alcune funzionalità relative al nome a dominio tramite DNS.

Subito dopo quando, una decina di giorni prima, con il team di grafici e l’esperto di marketing on-line ci eravamo ritrovati nelle fasi di analisi con dei clienti nella discussione su come trasporre efficacemente il nome della loro azienda in un dominio di facile memorizzazione e digitazione, dovendo districarci tra latinismi e allitterazioni.

È caduto quindi a fagiolo l’imbattersi in questo lungo articolo da cui ho tratto il titolo di questo breve articolo:

22 Essential Tips for Choosing the Best Possible Domain Name for a Website (2017) →

In questo lungo e dettagliato articolo vengono elencati alcuni consigli, del tutto condivisibili, su come scegliere un nome a dominio, quali TLD privilegiare e perché, come immaginarne l’uso pratico e mediatico da parte dei futuri visitatori.

L’articolo è in lingua inglese, non troppo tecnico e scritto in tono divulgativo. Se comunque ciò fosse un problema potresti provare con la versione tradotta via software; certo non il massimo, ma sufficiente ai nostri scopi.

Buona lettura