E così anche il tempo di Windows X … ehm, Windows 10 è giunto. E come ogni aggiornamento di sistema operativo che si rispetti porta con se tante novità, molte incertezze e … un oceano di critiche.
Mentre scrivo questo post non mi è ancora capitato di imbattermi in nessuna sua installazione. Ho letto alcune recensioni. Ho letto molte perplessità sulle nuove impostazioni relative alla privacy dell’utente ed alle libertà che Microsoft si è attribuita nell’esaminare qualunque cosa facciamo su un computer equipaggiato con il suo sistema operativo (una tendenza instaurata con le beta di qualche anno fa e arrivate sino ai nostri vostri desktop).
Una cosa mi ha però colpito e mi ha spinto a scrivere queste righe, la generale avversione degli utenti italiani ad utilizzare Windows Update Delivery Optimization (WUDO per gli amici).
Il post di Andrea Fortuna (da cui è tratta l’immagine qui sopra) spiega come disabilitare questa nuova funzionalità che utilizza ogni sistema dove Windows 10 è installato come se fosse un nodo bittorent, per propagare così più efficacemente gli aggiornamenti del sistema operativo in tutto il mondo. E così alleviare il carico delle server farm Microsoft a discapito delle connessioni internet degli utenti.
Posso capire gli utilizzatori di modem UMTS e piani dati mobile, ma tutti gli altri utenti del sistema di Redmond non hanno motivo per disabilitare questa funzionalità, in primis perché sono essi stessi i primi beneficiari e se tutti facessero così non si avrebbe alcun beneficio, in secundis perché non credo che in Microsoft siano tanto sciocchi da impostare questa trasmissione dati in modo che saturi in alcun modo le possibilità di connessione o intacchi in maniera significativa la potenza di calcolo dei sistemi che eseguono tale servizio.
Mi sbaglio?