Non farti chiamare per nome

Ieri nella sempre interessante newsletter della Mozilla Foundation si parlava di 5 metodi per effettuare una ‘Disintossicazione dei dati’ per i nostri smartphone… che sono si un utilissimo strumento per vivere una vita con le comodità della comtemporaneità (Qual è il numero della pizzeria li a Cisternino in piazza? Oggi sono aperti?), ma che al contempo sono dei buchi neri sempre pronti ad inghiottire ogni briciole di vita che passa sui loro schermi (e non).

Un consiglio tanto banale quando sottovalutato è il nome che il nostro smartphone prende come default all’atto della installazione… per me che scrivo, ad esempio, è molto probabile che l’iPhone si chiami “iPhone di Nicola Losito” ed il mio Mac – il consiglio vale anche per i nostri computer – “MacBook di Nicola Losito”.

Quando siamo connessi ad una rete Wi-Fi (o una LAN ethernet, nel caso del computer) il nostro dispositivo sarà collegato E registrato con tanto di nome e cognome in bella vista.

Sullo smartphone è possibile cambiare questo comportamento in pochissimi passaggi.

Android

Settings > About Phone > Device Name

iOS (iPhone, iPad, …)

Settings > General > About > Name

È tutto!

Cinque domande da farsi prima di regalare un cellulare ad un bambino

John Saddington è uno sviluppatore software nonché famoso blogger americano che seguo da tempo, non troppo attentamente a dire il vero, e che ammiro e stimo. A parte ammirarlo per le sue molteplici attività, apprezzo molto il suo costante bloggare in piena franchezza ed apertura verso i suoi lettori, una dote rara. Anche la costanza di pubblicazione è una dote rara, spazia tra vari argomenti, ma tutti ben centrati su una cosa: il vivere bene con se stessi, producendo qualcosa che sia utile agli altri senza rinnegare i propri valori.

Dopo questa premessa vengo al punto di questo post, meno di una settimana fa l’operatore telefonico statunitense Sprint ha pubblicato una campagna pubblicitaria mirata a quei genitori che per la prima volta, si accingono a valutare l’acquisto di un telefono cellulare per i propri figli…

John, molto attento ai temi dell’educazione dei figli, puntualmente riporta l’elenco e lo commenta (rimanendo nel contesto USA di educazione dei figli). Io invece riporto le cinque domande che ogni genitore adulto dovrebbe farsi al momento di regalare il primo cellulare ad un bambino:

  1. Il bambino ha bisogno di un cellulare per poter essere sempre in contatto con lui?
  2. Il bambino rompe spesso le sue cose?
  3. Il bambino è sempre onesto con i suoi familiari?
  4. Il bambino è conscio di quale debba essere una corretta vita sociale on-line?
  5. Il bambino è sufficientemente maturo per gestire in sicurezza e serenità le libertà che il possesso di un telefono personale (specie se smart) è in grado di dargli?

Personalmente mi sono ritrovato per due volte a regalare smartphone ai miei nipoti. Mi sono posto (assieme a mia moglie e agli altri partecipanti al ‘regalo’ questo tipo di quesiti e questo ha portato a risultati differenti. Uno l’ha avuto al primo compleanno durante la frequenza del primo anno di scuola media, l’altro alla comunione … ma il secondo è più maturo e ‘con la testa sulle spalle’, nonché meno attaccato a giochini e mode trasmessi dagli amici.

E tu? Come ti sei comportato, o pensi ti comporterai, in questa situazione?

ARA, il telefono modulare è in arrivo

Dopo mesi di accessi, ipotesi, indiscrezioni, annunci, ritrattazioni ecco che il progetto ARA – sponsorizzato dalla tentacolare Google – comincia una fase di forte accelerazione. La parte hardware pare ormai essere stata ‘risolta’ delineando tutte le linee guida necessarie allo sviluppo del progetto, in vista della nascente campagna di acquisizione di talenti nel mondo dei makers (in senso lato), sviluppatori di software, hardware e di business.

Perché le potenzialità di un telefono modulare sono moltissime, come pure le possibili implicazioni della libertà per ogni utente di fare quel che davvero gli serve col suo telefono. Una cosa però frena il mio entusiasmo … quel cinismo derivante dall’età e dalla disillusione derivanti dall’aver visto Google trattare in malo modo il software Open Source che le ha permesso di prosperare nei suoi primi dieci anni di vita.

La caduta dei designer

Eli Schiff – un UX/UI designer – all’interno del suo blog personale ha cominciato una rassegna di articoli che esaminano le attuali tendenze del design di siti web e applicazioni per dispositivi mobili. È ovvia una mutua contaminazione, ed è anche lampante una certa convergenza di stili.

Eli ritiene che questa convergenza stia appiattendo il panorama e le personalità dei vari designer e dei loro prodotti. Un impoverimento lento e costante che non porta all’utente alcun beneficio, ma solo confusione… se è tutto flat, piatto, come si fa a capire chi fa cosa e chi lo fa meglio?

Al momento gli articoli sono tre, e aspetto quindi di leggere il prossimo. Questi sono i vari capitoli della sua trattazione dell’argomento:

come si pronuncia Huawei?

https://www.youtube.com/watch?v=KGAqvpYLiGw

Simpatico video pubblicitario del produttore e commercializzatore di apparecchiature di rete e telecomunicazioni Huawei realizzato un paio di anni fa per le strade della Grande Mela. Mi è piaciuto il ritmo e la spigliatezza dello speaker, assieme alla colonna sonora molto U.S.A.