La storia

W l’Italia democratica, libera e “caritatevole“ (inclusiva, paritaria, dove l’empatia verso il prossimo è parte – o dovrebbe essere parte – del nostro DNA?).

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-3

letture suggerite del 12 febbraio 2023


Un po’ in ritardo oggi, chiedo perdono.

Letture suggerite del 16 ottobre 2022

della paternità

Quando non ero papà la festa del papà mi infastidiva perché io non lo ero (nella sostanza, nello spirito credo di esserlo stato da sempre o almeno dal momento in cui ho deciso che era ora per me di diventarlo).
Ora che sono papà la festa del papà mi infastidisce perché mi rendo conto che senza una mamma e senza un figlio che ci mette alla prova e ci fa crescere con lui, noi papà siamo solo delle persone comuni che non vengono celebrate in virtù di chissà cosa… avete mai visto la festa della “persona normale”?

Ora che sono un papà in un momento di lockdown e crisi generalizzata di tutto un mondo di valori, la festa del papà mi fa girare i coglioni perché ci nascondiamo dietro le parole ma nei fatti vive subito fuori la nostra ipocrisia di società maschilista e non paritaria (o equalitària, meglio).

Quindi niente auguri, ma rimbocchiamoci le mani per migliorare la società per chi verrà dopo di noi…

Sono qui

Sono Qui è un progetto dell’artista venezuelano Fernando Cobelo che si è concretizzato nella realizzazione di un libro che rende omaggio a noi Italiani ed al nostro Paese, ma sopratutto alla gentilezza delle persone con cui ha avuto a che fare e che lo hanno accolto quando si è trasferito nel nostro “bel Paese”.

Dieci storie intime e personali, raccontate da dieci persone (distinte e distanti) che hanno scelto l’Italia come nuova “casa”: patria adottiva da cui farsi abbracciare e condurre per mano verso giorni migliori. Voce tra le più apprezzate dell’illustrazione contemporanea (già noto per la sua recente collaborazione con la casa editrice Zingarelli), Fernando Cobelo ha realizzato una nuova opera editoriale: un gioiellino che brilla per ricerca grafica e concetto, dedicato a tutti coloro che sono partiti per approdare nel nostro Paese.

Sky Arte

Immediatamente il concept mi ha catturato, e mi sono fiondato nell’acquisto dell’opera volendo supportare l’Autore.

Infine non posso non menzionare il lavoro del fotografo, video-maker, architetto e amico Lorenzo Morandi, conosciuto negli ultimi mesi, di cui sia i lavori personali che quelli professionali realizzati con il suo studio YourStory non cessano mai di emozionarmi.

Letture suggerite del 6 Ottobre 2019

Ci eravamo visti con questa rubrica per l’ultima volta quasi quattro mesi fa. Non è che abbia smesso di navigare il web o segnarmi letture ‘notevoli’ quando le incontrassi… Solo era venuta meno per mille motivi la mancanza di ricondivisione.

Oggi ho deciso di ricominciare, e chissà che nel tempo quanto mi sono salvato non abbia acquisito un maggior peso, o se sia diventata spazzatura. Nelle riletture degli articoli passati ho spesso testimoniato come alcune cose non abbiano perso importanza, ma anche come il tutto sia sempre diluito per chi – come me – non è estremamente focalizzato e metodico nel catalogare vicende…

Adesso basta con le premesse, andiamo a cominciare!

Un commento sul fascimo in Italia oggi. Maggio 2019

Io, come credo la maggior parte di voi, non avrei mai saputo dell’esistenza della casa editrice neofascista “*********”, se solo Salvini non avesse concesso loro una lunga intervista, che poi hanno pubblicato in un libro.
E non si sarebbe mai e poi mai seguitato a parlare di loro, se solo la loro presenza non avesse provocato un certo numero di defezioni illustri al Salone del libro di Torino.
E quelle defezioni sono arrivate a seguito del clamore mediatico provocato dal libro di Salvini, poi amplificato dalle dichiarazioni dell’editore, che si è tranquillamente definito “fascista” (anche se non ho capito cosa ci si aspettava di diverso, in realtà) e dai suoi trascorsi di violenza (idem).

Io comprendo le ragioni di tutti: di chi va e di chi ha deciso di non andare, in segno di protesta. Davvero, le trovo tutte ugualmente legittime e condivisibili. Ma vorrei spostare per un attimo il punto della discussione, se è possibile.

I gruppi neofascisti esistono… Vanno a cena col Ministro dell’Interno, occupano interi palazzi e minacciano “un bagno di sangue” se gli si parla di sgombero (ottenendo, come risposta, l’intoccabilità della loro sede principale), aprono nuove sedi in tutta Italia.

Non si materializzano di colpo al Salone del Libro. Sono stati sdoganati da una narrazione prevalente che mette sullo stesso piano fascisti e antifascisti, che chiama “divisiva” la Festa della Liberazione, che ha “normalizzato” la xenofobia, l’intolleranza, la violenza, in una parola: il fascismo.

Ma la nostra Costituzione prevederebbe che questo non possa essere possibile, in teoria.
Per la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione “si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalita’ antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o USANDO LA VIOLENZA quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle liberta’ garantite dalla Costituzione o DENIGRANDO la democrazia, le sue istituzioni e I VALORI DELLA RESISTENZA, o SVOLGENDO PROPAGANDA RAZZISTA, ovvero rivolge la sua attivita’ alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.

In pratica, per la nostra Costituzione, tutto questo sarebbe fuorilegge. Eppure esistono, aprono sedi, usano la violenza, denigrano i valori della resistenza, fanno propaganda razzista.

Allora chiediamoci: il problema vero è che siano al Salone del Libro o che stiamo permettendo tutto questo, lasciando spazio ai nuovi fascismi in nome di un malinteso liberalismo, fregandocene della nostra stessa Costituzione?

Fa più paura lo stand di una casa editrice fascista al Salone del Libro o il fascismo vero, quello che appoggia convintamente parte di questo governo?

E infine: siamo proprio sicuri che, se un leader politico è così amato dai neofascisti di tutta Italia, non sia perché, in fondo, il fascismo (o, meglio, una manifestazione di esso) è GIÀ al governo?

Forse sarebbe ora di riflettere seriamente su questo.
Tutti.

un mio amico

Quanto sopra è quello che un carissimo amico ha scritto in una chat privata, dove ci si confrontava sullo ‘scandalo del 2019’ al Salone del Libro di Torino.

Un intervento che sento mio al 100%, tanto da non aver potuto far altro che applaudirlo e, oggi, ricondividere pubblicamente su questo mio spazio on-line. Esponendomi politicamente. Ma credo ne valga la pena per chiarire il punto: no al fascismo e ai suoi gretti istinti (gli Ideali sono altri).


Una nota di “colore”. Ho oscurato il nome dell’editore, che spero la Storia dimentichi presto. Il nome dell’esponente politico, invece, lo lascio … perché in quanto carica dello Stato oggi ha responsabilità verso me, la mia famiglia e tutto il Paese in cui vivo e per cui, nonostante tutto, nutro un certo orgoglio.

Nessuno obbedisce, nessuno comanda

È stato anche l’anno in cui ho seriamente dubitato della possibilità di continuare a lavorare in un contesto apparentemente lontanissimo dal mio metodo e dai miei valori, per non parlare della possibilità di continuare a vivere in un paese così malmesso. Questo però vale per tutti, o almeno per tutti quelli che pensano che non si possa guardare dall’altra parte mentre altri soffrono. Anche in questo caso, forse insistere è stupido. Forse dovrei davvero andare via. Oppure mettere da parte understatement e timidezze e lottare per le cose in cui credo.

Mafe De Baggis

Mi è molto piaciuto questo passaggio di uno dei post più recenti di Mafe. A volte, da circa cinque o sei anni, me lo chiedo anche io cosa sia più giusto fare. Per dare una prospettiva al nostro lavoro, una speranze e un’occasione a nostro figlio.

La vita intanto scorre, gli eventi mi trascinano. Ma la domanda resta…