Windows 8 Consumer Preview, primi passi

(ho aggiornato questo video a marzo 2022 perché l’originale è andato perso nel web)

Lo scorso fine febbraio Microsoft, con una mossa senza precedenti di analoga portata, ha reso disponibile a tutto il mondo una ‘consumer preview’ del suo prossimo sistema operativo.

Ho colto quindi subito la palla al balzo per scaricare entrambe le versioni rilasciate (a 32 ed a 64bit) per provarle rispettivamente su una macchina fisica (con soli 512MB di RAM e scheda video on-board) e sulla VirtualBox nel mio MacBook Pro.

Entrambe funzionano ‘splendidamente’ – anche la macchina fisica, con metà  dei requisiti minimi elencati – e gli incovenienti più grandi che ho avuto nell’ora e mezzo d’uso che ne ho fatto è stato approcciarmi all’interfaccia SENZA aver preso visione del video linkato qui in apertura di post e nella zoppicante traduzione che imperversa nel sistema. Abbiamo un mix di N lingue mentre avrei preferito (a questo punto) che tutto il sistema fosse in inglese ed Amen!

A presto con un nuovo post sull’argomento (che devo dire mi sta appassionando)!

Windows 8, video della beta



Mi viene da ridere … va bene lasciare il paradigma del ‘desktop’ ma qui si sta esagerando … voglio vedere a spiegare “come funziona il PC” al nonno o ad un utonto!

E poi sotto al cofano Explorer ed il Pannello di Controllo si comportano esattamente come prima, quindi tutto il discorso sul file system e sulla gerarchia delle cartelle bisogna comunque farlo!

Firefox 4 e la barra di stato (di Windows 7)

Qualche giorno fa si disquisiva amabilmente di Internet Explorer 9 e, ad un certo punto, del suo comportamento all’interno della barra di stato su Windows 7.

Ho approfittato dal rilascio della versione stabile di Firefox per fare qualche screenshot e verificare se quel che mi ricordavo era corretto.
Questa è la schermata in cui aggiorno la mia RC1, cliccando sull’immagine la vediamo a piena risoluzione e possiamo osservarne l’icona nella barra di stato:
Firefox 4 - 2 tabs & 2 windows

A download terminato, ed aggiornamento effettuato ecco come si presenta Firefox a tutto schermo:
Firefox 4 - 2 tabs
possiamo vedere come, pur avendo due tab aperti, l’icona nella barra di stato sia singola.

Addirittura questo comportamento sussiste aprendo la finestra delle informazioni di versione del browser di casa Mozilla:
Firefox 4
Ora, per esperienza, scommetto che Mozilla ha rispettato le Linee Guida della GUI di Windows 7 alla lettera ed il team di IE9, invece no.
Secondo te???

Rainlendar, un calendario per il tuo desktop [Mac OS X]

Anni fa, quando ero ancora un utente Windows, avevo trovato una piccola applicazione che mi permetteva di tenere in evidenza sul desktop un calendario mensile, con tanto di aree di notifica per la lista delle cose da fare e per gli eventi del giorno. Questa applicazione era (ed è) chiamata Rainlendar.

Rainlendar-Lite-2

In quest’ultimo mese, nel tempo libero, sto facendo una valutazione di una lista di software utilizzati da mia moglie (e dai suoi colleghi in uno studio di ingegneria ed architettura qui a Bari) e creando una lista di equivalenze nel mondo Mac, visto che mi piacerebbe cominciare una graduazione migrazione su questa piattaforma.

Rainlendar è una delle tante applicazioni che ho trovato esser state rese disponibili su entrambe le piattaforme. Il funzionamento è analogo a quello che ricordavo dall’uso su Windows, almeno per quello che riguarda la versione Lite da me testata.

Questa che segue è una piccola gallery di immagini di Rainlendar sul desktop, nel Dock …
Rainlendar on Desktop Rainlendar on the Dock

… questo è il pannello delle preferenze:
Rainlendar preferenze ITA

… e questa l’interfaccia di inserimento di un evento:
Rainlendar - adding event

L’unico “difetto” che ho trovato nell’utilizzo con l’applicazione è stato il suo NON essere integrato con le funzionalità  di calendaring offerte dal sistema di Cupertino con iCal. Un vero peccato, almeno per me, vista la comodità estrema di poter sincronizzare agevolemente le agende tra i propri smartphone ed il Mac!!!

reinstallare Grub per un sistema in dual-boot con Windows 7 e due hard disk

1024px-Fedora_logo.svgRecentemente ho avuto l’occasione di aggiornare Windows Vista a Windows 7 Professional. Purtroppo, così facendo, ho fatto anche inevitabilmente saltare l’installazione di Grub effettuata dal mio sistema Fedora 14 installato sul secondo hard drive del pc.

Le guide che ho trovato per effettuare tale operazione sono numerose, ma quasi tutte riferite alle operazioni su un unico disco presente.

Quelli che seguono, invece, sono i passi eseguiti per ripristinare il funzionamento di Grub reinstallandolo nell’MBR del primo disco e mantenendo il sistema Linux nel secondo drive.

  1. Riprendiamo il disco di installazione di Fedora 14 dal cassetto (o dalla nostra pila di distribuzioni GNU/Linux ;-)):
  2. avviamo il sistema da tale supporto e scegliamo l’opzione di ripristino di un sistema esistente;
  3. montiamo il sistema in modalità scrittura con il comando:
    chroot /mnt/sysimage
  4. arriviamo così ad una shell minimale, e impartiamo quindi il comando
    grub
  5. in questo modo otteniamo l’interfaccia di comando di grub:
    # grub
    Probing devices to guess BIOS drives. This may take a long time.
    GNU GRUB version 0.97 (640K lower / 3072K upper memory)
     
    [Minimal BASH-like line editing is supported. For the first word, TAB
    lists possible command completions. Anywhere else TAB lists the possible
    completions of a device/filename.]
    grub>
  6. a questo punto useremo il comando
    grub> find /grub/grub.conf

    per trovare la partizione contenente i file necessari al boot del nostro sistema (in caso d’errore possiamo provare ad impartire il comando utilizzando il path completo del file di configurazione grub> find /boot/grub/grub.conf) … questo ci restituirà la stringa (hd1,0);

  7. a questo punto impartendo il comando
    grub> root (hd1,0)

    diremo a grub di utilizzare tali file nel nostro sistema;

  8. impartiamo il comando che reinstallerà, con le configurazioni esistenti, grub nell’MBR del primo hard disk (scopo che ci eravamo prefissi all’inizio di questo piccolo how-to:
    grub> setup (hd0)
  9. se tutto è andato a buon fine, dopo una serie di messaggi, verremo congedati con un laconico Done.
  10. Siamo quasi alla fine della procedura, con usciamo prima dalla console d’emergenza di grub e poi riavviamo il sistema:
    grub> quit
    #
    # shutdown -r now

È fatta! Ecco a noi in tutto il suo ‘splendore‘ la finestra di grub che ci chiede se vogliamo avviare il nostro sistema con Windows o Fedora. Buon lavoro!

Windows XP non completa la procedura di login? risolviamolo assieme

Vi è mai capitato, dopo aver assistito al corretto boot di un computer con Windows XP (Home o Professional non importa) e dopo aver inserito le credenziali di accesso, di essere riportati alla schermata di login?

Ebbene, nella maggior parte dei casi l’anomalia è dovuta ad un simpatico amichetto vi ha impestato il sistema.
Tipicamente viene modificata (o cancellata) la voce di registro HKEY_LOCAL_MACHINE \ SOFTWARE \ Microsoft \ WindowsNT \ CurrentVersion \ Winlogon dal valore corretto useriniti.exe ad altro. Bello vero?
Dopo vari tentativi ho trovato (sperimentandoli di prima mano) due metodi di risoluzione.

Prima di applicarli, però, faccio presente che personalmente son uso effettuare una scansione preventiva (e completa) del sistema compromesso con uno qualunque dei tanti antivirus forniti gratuitamente su immagini ISO (ultimamente sto usando il prodotto della Kaspersky).

    Metodo 1

  • Probabilmente il più semplice tra i due prevede l’avvio del computer infetto tramite il cd di installazione del sistema operativo e la scelta di utilizzare la Console di Ripristino (Recovery) subito dopo il caricamento dei driver minini di sistema.
    Premendo il tasto R si viene portati alla scelta del sistema operativo da ripristinare (se ce n’è solo uno la scelta è obbligata) e si viene invitati ad inserire la password dell’utente Administrator. Se si ha Windows XP Home (dove l’account Administrator è “disabilitato”) oppure se si ha il Professional ma non si è mai andati a toccare questo utente basta premere INVIO per procedere.
    Ora siamo di fronte al temuto prompt dei comandi, un c:\windows> ed un cursore lampeggiante ci attendono.
    Dovremo impartire il comando expand d:\i386\userinit.ex_ system32 (dove d: è la lettera relativa all’unità lettrice dei supporti ottici).
    Digitiamo exit e facciamo ripartire la macchina con il sistema operativo installato. Fine.
  • Metodo 2

  • Metodo un po’ più complicato del precedente.
    Per far si che funzioni, infatti è necessario che nella LAN ci sia un secondo computer, con Windows installato.
    Come seconda condizione vi è quella per cui il sistema infetto debba essere raggiungibile dal computer sano, quindi una configurazione del firewall “libera”.
    Come terza ed ultima condizione vi è quella per cui sul sistema infetto NON debba essere disattivato il servizio di Registro di sistema remoto.
    Se tutte queste condizioni sono soddisfatte possiamo procedere 😉

    Andiamo sul sistema sano, avviamo con regedit il programma di gestione del Registro di sistema.
    Selezioniamo la riga HKEY_LOCAL_MACHINE con il mouse.
    Avendo cura che sia evidenziata (selezionata) la riga precedente andiamo nel menù File e selezioniamo la voce “Connetti a registro remoto”.
    Qui andiamo ad inserire il nome del computer infetto.
    Un nuovo “albero delle preferenze” del registro verrà inglobato in quello del nostro sistema. In QUESTO albero importato andiamo a cercare la chiave HKLM \ Software \ Microsoft \ Windows NT \ CurrentVersion \ Winlogon. Qui dentro andremo a verificare, ed eventualmente editare, il valore di due chiavi specifiche: Shell e Userinit.
    I valori corretti saranno questi:

    Shell=explorer.exe
    Userinit = x:\windows\system32\userinit.exe

    A questo punto possiamo indifferentemente “scollegare” il registro remoto o chiudere direttamente l’editor di registro della macchina sana.
    Riavviamo il pc infetto. Tutto è tornato al suo posto.

Alla fine dei conti, previa scansione antivirus con LiveCD penso che il primo metodo sia quello più semplice e meno “rischioso”.
Spero d’esser stato utile a qualcuno con questo post. Ciao e alla prossima 😀

“VirtualBox kernel driver not installed” su Mac OS X

Al lavoro, su una delle nuova 4 postazioni iMac acquistate in tempi recenti, avevamo bisogno che in segreteria si avesse accesso ad un gestionale “Windows-only“. Avendo a disposizione la licenza di Windows XP Professional associata alla carretta … ehm … obsoleta postazione dismessa ho pensato bene di virtualizzare una istanza del sistema operativo di Redmond.

Del resto le specifiche tecniche dell’iMac permettono questo e altro. Come software di virtualizzazione ho scelto VirtualBox di Sun … ehm, Oracle.

Ieri mattina, però una triste schermata ha accolto l’utente che cercava di avviare la virtual machine:

virtualbox error on Mac OS X

e una dicitura tipo:

VirtualBox kernel driver not installed.
VBox status code: -1908 (VERR_VM_DRIVER_NOT_INSTALLED).

Result Code: 0x80004005
Component: Console
Interface: IConsole {d5a1cbda-f5d7-4824-9afe-d640c94c7dcf}

Una googlata e mi appare la soluzione al problema sul forum ufficiale di VirtualBox. Mi è bastato aprire una sessione di Terminal.app e digitare:

sudo /Library/StartupItems/VirtualBox/VirtualBox restart

… e tanto è bastato, come detto, a risolvere il problema! Spero quindi che questo post sia utile a qualcun’altro!

Preoccupazione in Canonical – la risposta

Complice una domenica mattina pigra e relativamente libera da impegni ed incombenze varie mi sono dedicato ad un po’ di quel sano nomadismo del web seguendo il guizzo del momento.

Sono arrivato sulle pagine del blog di Fabio Marzocca, nome di spicco (a mio avviso) nella comunità  Italiana di Ubuntu (è la mente dietro idee come Baobab e BUM che ho usato sin dalla nascita di questa distribuzione).

Il 9 luglio scorso Fabio esprimeva il suo punto di vista sul grado di preoccupazione in Canonical (che, per chi non lo sapesse, è l’azienda che paga e sovvenziona la comunità  Ubuntu) dopo gli annunci circa la scesa in campo di Google con il suo GoogleOS.

In estrema sintesi Fabio pensava a come un giocatore famoso e dal nome altisonante come Google va a scalfire il mercato di Linux, e Ubuntu in particolare, in ambito netbook e di come RedHat e Novell comunque detengono una credibilità maggiore in ambito enterprise. Il tutto, dunque, a “schiacciare” il mercato a disposizione per Canonical.

Ha seguito un certo numero di commenti e ad un certo punto mi son chiesto se, a distanza di tre mesi, avesse ancora senso rispondere ad un post del genere. La risposta è stata si e la state leggendo 😉

Andiamo per punti, cercando così di chiarire alcuni punti e lanciare interrogativi.

i Netbook

Se vogliamo i netbook sono il segno della “sconfitta” dell’informatica di qualità. Punto primo, l’hardware utilizzato è di non eccelsa fattura. Come farebbe a costare meno di un qualsiasi smartphone degno di questo nome ? Schermi poco leggibili, trackpad frigidi, tastiere e case scricchiolanti, dischi fissi di due generazioni fa.

Se le cose migliorano il prezzo sale al livello di macchine ben più performanti, dove l’acquirente comincia a chiedersi se e quanto la portabilità sia più importante della produttività che lo strumento gli può, anzi deve, garantire.

Dal lato software c’è la sconfitta del software libero.

In una nicchia di mercato dove nessuno era dominante (non c’era del tutto tale nicchia, ricordiamolo), un sistema operativo altamente modulare, imperante nel mondo embedded, ricco di soluzioni e distribuzioni “small size” e “mobili” è stato castrato:

  • da scelte hardware “fuori standard” o “winmodem” like (parola che provoca sudori freddi a tanti della vecchia guardia);
  • dalla nascita di distrubuzioni fini a se stessa da parte di OGNI produttore, distribuzioni morte Perché nate in contesti del tutto opposti dove il SL nasce e prospera;
  • da interfacce grafiche bambinesche (almeno quelle che ho visto io);
  • prestazioni non esaltanti delle moderne distribuzioni su hardware limitato (con buona pace dell’adagio “usa Linux per ridare vita al tuo (vecchio) pc!”;

Questo insuccesso ha addirittura riportato in vita Windows XP, che possiamo definire l’highlander dei sistemi operativi di casa Microsoft !!!

Sempre più produttori stanno abbandonando la strada delle distribuzioni “self owned” e usano MS Windows, scaricandosi così del peso di mantenere una distribuzione in casa e non avendo capito che si doveva (e deve!!!) collaborare con la comunità  in maniera totalmente diversa.

All’utente non piace cambiare.

Sul pc di casa avrà Windows (diciamo ottimisticamente nell’80% dei casi?) Perché trovarsi obbligato a studiare qualcosa di ignoto e complesso come GNU/Linux, repository free, non-free, backports, partners e chi più ne ha più ne metta ?

Quindi la battaglia di Ubuntu (e GNU/Linux) con il grande pubblico (e susseguenti grandi numeri) è già persa. Canonical a mio avviso NON deve puntare su questo mercato.

GoogleOS

Secondo me si rivelerà l’ennesima distribuzione GNU/Linux customizzata. OK, hanno tirato su Android e io non me ne sono mai interessato abbastanza da capire se è un progetto che nasce da zero o cosa.

Vista però la scelta di Apple di customizzare Mac OS per il suo iPhone direi che la mia “ipotesi” la vedo abbastanza sensata. Inoltre, se il suo sforzo sarà  soltano rivolto all’usabilità di Gnome (o altro desktop enviroment, magari più esotico) come nel caso di Slab temo che si rivelerà tutto una bolla di sapone Perché all’utente servono le applicazioni e non un sistema operativo.

Ora, se GoogleOS sarà  una versione con steroidi di Android e se il loro Market ha un successo vagamente simile alla facilità d’uso dell’iTunes Store per la gestione delle applicazioni allora sarebbe figo!

Altrimenti si rimarrà nel calderone attuale della bizantina gestione del software.

Cos’è un sistema operativo Enterprise?

È un sistema operativo affidabile, essenzialmente. Un sistema omogeneo nei comportamenti, aperto alle innovazioni (virtualizzazione, you know?) ma stabile e prevedibile nel comportamento di base nel corso degli anni.

Ed è per questo che RedHat, Novell e Solaris sono per un’impresa, un’Azienda, un’Istituzione pubblica, quello che sono. Lo sforzo che Canonical ha intrapreso e per cui spende tempo ed energie, alleandosi e “certificandosi” con i più blasonati produttori di hardware e software è la via da percorrere.

Sicuramente in futuro potrà innestarsi la logica Ubuntu Server in ufficio, Ubuntu Desktop a casa a differenza di quanto accade per le controparti RedHat/Fedora, dove la seconda per un utente è del tutto fuori di testa per la gestione dei repository e di parecchi aspetti del sistema operativo. La distribuzione supportata e sponsorizzata da Canonical, infatti, ha proprio questa accessibilità alle informazioni sul suo funzionamento come suo punto di forza sin dalla nascita e, superati gli scogli con le applicazioni mission critical (clusterizzazione, dbms, webserver HA) su hardware “ostico” avrà spianata la sua strada in ambito aziendale.

Alla fine nella mia “azienda” e presso quelle analoghe, la scelta ricade su RedHat al momento dell’acquisto dei server e CentOS al momento dell’upgrade proprio per la compatibilità certificata con i sistemi di storage e calcolo avanzati che offrono, piuttosto che poi alla facilità di installazione e gestione di software di calcolo specifici.

Quindi non credo che debba esserci preoccupazione in Canonical, quanto la voglia di fare qualcosa di nuovo in ambito aziendale ed essere più cristallina (e meno offuscante) nel rapporto tra hardware a disposizione e possibilità dell’utente di configurarlo a suo piacimento.

consigli per un notebook Windows based

Oggi una cara amica, nonchè collega di mia moglie, mi ha chiesto consiglio su quale notebook poter comprare per poterle permettere di lavorare efficacemente nel suo campo (l’architettura), manipolare musica per la sua passione (ballare e insegnare ballo) senza spendere cifre folli, visto che non si naviga mica nell’oro noi poco più che trentenni che viviamo da soli, senza l’aiuto delle famiglie (tranne che quando serve).

Mi son reso disponibile a documentarmi per lei nei prossimi giorni ma, a parte l’implicita richiesta di consiglio per un notebook sui 1000 euro circa di prezzo d’acquisto, volevo spendere due righe per esprimere in qualche modo il mio senso di inadeguatezza, disagio, fastidio, sconforto nel solo pensare di poter consigliare (!!) ad un’amico/a (!!) una qualunque macchina equipaggiata con Windows Vista (!!!!) e per di più nella sua versione Home / Home Basic (!!!!!!) visto il prezzo d’acquisto.

E che dire delle prime offerte commerciali che ho trovato ? Sistemi equipaggiati con 4GB di RAM con su un bell’avviso che una porzione “superiore” di memoria potrebbe non essere utilizzato con il S.O. in dotazione! Ma cavolo, manco una versione a 64bit mi fornite ?

Le faccio aspettare Windows 7 se può aspettare sino a natale ?

Le faccio prendere un MacBook 13″ per poi farle usare un emulatore / virtual machine ?

Ah … com’è brutto sto sistema operativo !!
🙁

Microsoft Windows Vista Guida Pratica, una recensione

Microsoft Windows Vista Guida Pratica A distanza di due anni dall’introduzione dell’ultimo sistema operativo di Microsoft posso dirmi fortunato del fatto che lavorativamente solo da poco sto avendo a che farci 🙂

Contando le “macchine” a cui ho potuto avere accesso conto quattro postazioni desktop (con Home Premium) ed un notebook (stessa versione del SO).

Ovviamente tutti sono utilizzato in un contesto ‘enterprise’, ma son stati scelti e acquistati per il basso prezzo d’acquisto e le ‘elevate’ risorse hardware offerte a quel prezzo.

A tempo pieno avrei il mio desktop di lavoro, peccato che it runs Ubuntu per il 99,999999% del tempo.

L’altro giorno, provando a configurare il portatile di un dottorando affinchè si connettesse alla LAN di Istituto ho lanciato una serie di improperi che non riporto per far si che questo si connettesse alla Rete e vedesse tutte le macchine del gruppo di lavoro. Tra assisenti, impostazioni “locali”, “pubblica”, “privata”, strumenti di diagnostica e così via alla fine il problema l’ ho risolto usando (randellando su OK sulle impostazioni) NetSetMan.

Visto che le mie conoscenze in materia son poche, e che non ho intenzione di utilizzare maggiormente Vista nella mia vita (mia moglie ingegnere e i suoi cad aspetteranno Windows 7, giocoforza) ho trovato il libro oggetto di questo post in libreria e l’ho comprato, dedicandomi alla sua lettura in un posto consono all’argomento e ai suoi effetti sul mio apparato digerente.

La descrizione prometteva bene:

Strumento indispensabile per amministratori di sistemi, questa guida illustra le attività  di amministrazione più frequenti con Windows Vista, il nuovo sistema operativo Microsoft. Nel testo vengono trattate tutte le attività  essenziali di amministrazione di Windows Vista, comprese installazione e aggiornamento, configurazione e gestione del desktop, configurazione dell’hardware e dei driver di periferiche, reti cablate e senza fili, mobilità  e accesso remoto, sicurezza dei computer desktop, portatili e dei loro dati, protezione Internet, file non in linea, quote disco, copie replicate e risoluzione dei problemi.

Peccato che il testo NON OFFRA nulla di veramente interessante o nuovo in 576 pagine ad un utente anche solo un minimo smaliziato ( 😉 ) e tutte le mie curiosità, o meglio perplessità, nell’uso di questo sistema operativo sono rimaste tali.

Insomma un libro che posso consigliare a chi è digiuno di computer, una sorta di base aggiornato a Vista per i primi due moduli della ECDL e niente più.

Ora sono indeciso se tenerlo per quando mio padre passerà a Vista o se inserirlo tra gli articoli usati nella pagina vendesi di questo blog