Questo mese sono stato selezionato per avere gratuitamente una copia di Linux Journal (il 210) e, immagino, implicitamente invitato a dargli una lettura ed a condividerne con voi i miei pareri ed quindi eccomi qua 😉
Linux Journal è, probabilmente, la più longeva rivista dedicata al mondo GNU/Linux, avendo visto il suo primo numero stampato nel marzo 1994 a cura di Phil Hughes and Bob Young (quest’ultimo uno dei fondatori di Red-Hat) e vanta collaborazioni con autori di rilievo nel panorama del mondo del Software Libero.
Lo scorso agosto, con il numero 208, si è avuto l’ultimo numero stampato e si è passati, con il 209, ad un formato 100% digitale. Contemporaneamente l’amico Marco Castellani ne parlava nelle pagine del suo blog, evidenziando l’articolo dell’editore che spiegava le ragioni della transizione in questa nuova fase dell’editoria.
Il prezzo di copertina scende a $2,45 a numero e la diffusione beneficia grandemente della natura del web e della sua “contemporaneità ” in ogni angolo del globo. Penso che in futuro gli articoli presentati potranno essere ancora più “sulla notizia” di quanto siano ora.
Vi sono diversi formati disponibili ed io, non avendo un tablet, ho scelto il classico PDF per il file da scaricare. La rivista così presenta un’impostazione grafica classica, propria della carta stampata, con il semplice (e gradito) bonus di poter fare un copia-&-incolla immediato di esempi di codice da testare o poter cliccare e visualizzare in tempo reale le URL dei progetti, personaggi e finanche degli advertiser del numero.
In linea generale l’approccio dei singoli articoli non è molto tecnico, si mantiene volutamente informale – sopratutto nelle parti editoriali – e cerca di stimolare la curiosità e gli interessi del lettore nello svisceramento degli articoli.
Il sommario del numero ricevuto in omaggio è questo:
che come si vede è abbastanza vario, anche se certo non adatto ad un esperto che cerca di risolvere una problematica a livello lavorativo.
Mi piace, poi, anche riportati due citazioni che ho trovato divertenti e ‘stimolanti’:
“ThinNet, as it also was called, meant an affordable transition from the SneakerNet so many businesses used. (SneakerNet is a term for walking floppy disks back and forth between computers—not really a network, but it’s how data was moved.)”
e ancora
“firewalls won’t protect anyone from PHP vulnerabilities, but they still help me sleep better at night.”
Buona lettura!
😉