Oggi come ieri

Io me lo ricordo ancora quel pomeriggio di settembre del 2001. Ero alla casa al mare dei miei, il cielo esattamente come oggi … settembrino, di un blu vivido e con il maestrale a spazzare mare e cielo con la sua forza. Io stavo cominciando a preparare i bagagli per la mia ormai prossima partenza per andare a studiare fuori, ed il tg4 in sottofondo.

Ed ecco che quasi in diretta vediamo l’impatti del secondo aereo sulla seconda torre. Ho pensato che sarebbe partita la terza guerra mondiale. Già mi immaginavo essere richiamato a pochi anni dal servizio di leva a prestare di nuovo servizio. Paura ed incredulità.

Oggi, dall’Italia, sembra quasi un sogno o una scena di un film apocalittico. Ma in verità è stato uno degli elementi cardine della Storia, dopo di cui molte regole del gioco si sono rotte e tali rotture hanno generato diverse conseguenze che tutt’oggi viviamo sulla nostra pelle. Ma quelle sono secondarie. Sono le vite delle vittime ad importare, e a loro dedico questo mio pensiero …

ventuno e non sentirli

Talmente non sentiti che mi è passato completamente di testa, giorni fa, di evidenziare l’occorrenza su queste pagine. Io amo questa forma espressiva, questo poter aprire un editor e scrivere di qualcosa che sento, che mi piace, che mi ha colpito. Mi piace quando qualcuno commenta.

Sui commenti ci sono opinioni discordanti, ma sui commenti sono nate tante amicizie, sintonie, suggerimenti di questo o di quello nel corso di questi ventuno anni. Precludermeli non mi porta nulla, tenerli attivi fino a che i filtri anti-spam reggono non mi costa nulla. Se mi scrivi, ovunque, cerco di risponderti il prima possibile e amen. Scegli tu quale forma ti aggrada.

Gli altri spazi, secondo me siamo in una fase dove sta per arrivare qualcosa di nuovo. Qualcosa che, volendo, ci permetterà di essere ciascuno un mondo a se ma avremo modo di interagire in maniera attiva e cosciente. Se oggi commenti questo post su Mastodon io non lo saprò mai a meno che tu non mi venga a dirmelo. Domani, presto, avremo modo di ottenere “a casa nostra” tutti i segnali che ci riguardano.

Nella mia tesi nel 2005 parlavo di come i dispositivi mobili ponessero in maniera primaria la questione della Presenza sulla rete, sulle reti. Oggi siamo in una fase di spaccatura, dove siamo presenti o assenti su network recintati e non intercomunicabili. Possibile che non ci sia modo di ottenere risconti e confronti sulle varie reti dove ciascuno sceglierà di essere?

Sarà la lasagna alla palermitana che mi fa delirare stasera. Forse ci voleva un po’ di vino e mettersi a nanna. Invece sono qui, a scrivere cazzate sul mio spazio solo per il gusto di farlo. Senza paura di comunicare, come dice una recente amicizia della rete.

Venti (reprise)

Rileggendo il post di ieri, mi sono accorto di non aver propriamente menzionato un’altro fattore essenziale dell’aver aperto un blog vent’anni fa…

Mi ha permesso di farmi conoscere, e conoscere, persone eccezionali. Alcune sono diventate più che “conoscenze”, sono nate vere e proprie amicizie, anzi, Amicizie … di quelle che ti portano ad essere emotivamente e anche materialmente vicine nei momenti più impensati della tua vita. Aiutandoti là dove nessun altro riesce a fare in quel particolare momento.

A questi ultimi, che mi hanno benedetto della loro amicizia in questi ultimi mesi (e settimane) va la mia più sincera gratitudine. Voi sapete chi siete!

❤️

friendship, by Cristina Cerda @ unsplash

VENTI !!!

20 — photo by Mattew Ball, published over Unsplash.com

Ed eccoci qui … al ventesimo (!!!) compleanno di questo blog.

Praticamente una cosa da vecchi, come diceva un contatto qualche giorno fa su Mastodon, il social che oggi frequento dopo aver di fatto abbandonato Twitter un mese fa. Quale teenager o under-30 sceglierebbe oggi un blog, self hosted poi, come mezzo espressivo di sé? Probabilmente un nerd, uno fuori dalle cerchie sociali. Eppure vent’anni fa se avevi una connessione internet ed una socialità praticamente leggevi, frequentavi, aprivi un tuo spazietto e di affrancavi dal circolo chiuso delle mailing-list e dei newsgroup. Indipendentemente dall’età, dalla formazione, e dal lavoro fatti.

Di quella ondata siamo rimasti … meno di quelli che eravamo. Ma molti di noi ci sono ancora. Qualcuno ha trasformato il proprio blog in un sito professionale, qualcuno pubblica una volta l’anno, altri mettono ogni tanto un articolo o una foto ma poi si dedicano a scrivere estesamente su altre piattaforme (avete notato come LinkedIn stia disperatamente cercando di invogliare i propri utenti a scrivere long-form articles e a creare newsletter sulla propria piattaforma?) proprietarie (Facebook, Medium).

Io, che non sono bravo, ho trovato qui e negli altri siti web che curo uno spazio dove esprimermi. Il mio spazio. Con tutti i miei limiti, le mie ingenuità, la mia voglia di imparare (e condividere) le piccole scoperte della vita (e del lavoro, e dei miei hobby), la voglia di un confronto educato e costruttivo. La speranza di un confronto educato e costruttivo.

Quest’anno la vita mi sta mettendo di fronte ad una sfida immensa, per certi versi mi logora. Per altri, invece, mi costringe a pensare di più… a cercare con smania quello che la vita ha di bello da offrire ‘la fuori’. Fuori da questo monitor 16″ che incanala la mia vita, ma le permette anche di espandersi all’infinito. Si, ok … c’è anche il 6,1″ dell’iPhone che mi aiuta in questo. Ma non divaghiamo.

Una volta sognavo di essere immortale, con la mia coscienza e personalità conservate per sempre in un cyborg. In uno dei miei romanzi preferiti il protagonista di trasforma in un ‘fantasma di energia cosciente’ che vaga per l’universo. Questa prospettiva oggi non mi appartiene più.
Voglio essere e rimanere di carne, voglio abbracciare le persone cui voglio bene. Voglio assorbire dentro di me i loro profumi, i loro odori. Regalare loro un sorriso, una carezza, un bacio. Esserci quando hanno o avranno bisogno, portare novità e stimoli o ispirazioni o suscitare curiosità.

Ecco, quest’ultima cosa posso farla su queste pagine. E spero di poter continuare a farlo per i prossimi trent’anni almeno.

Auguri a koolinus.net. Auguri a me. Un augurio di serenità a tutti voi che mi avete accompagnato e spero accompagnerete lungo “la via”.

E un grazie a Fullo che ventuno anni fa piantò il seme di tutto questo. Grazie. Grazie a tutti voi.

di quando un blog compie 18 anni

Era ieri che studiavo in facoltà e leggevo siti web fatti da persone come me. Non grandi testate, ma piccoli diari personali in cui – timidamente – ci affacciavamo alla pubblicazione di testi ed immagini on-line protetti da un nickname. Non eravamo tantissimi, come oggi, e c’era modo di incontrarsi, leggersi, conoscerci piano piano. Eravamo una Comunità.

Poi siamo diventati tanti, tantissimi, verrebbe da dire troppi ma non sarebbe giusto perché qui sul web c’è abbastanza spazio per tutti – e per alcuni abbiamo lasciato anche fin troppo spazio – e tutti hanno diritto ad un proprio spazio dove esplorare, conoscere e condividere le proprie ‘scoperte’.

E questo atto di condividere è un po’ il superpotere che oggi abbiamo tutti noi. E come per i super eroi ci hanno insegnato, da un (super) potere deriva una (super) responsabilità. Dobbiamo oggi essere consapevoli che per quando insignificante oggi ci possano apparire le nostre parole, emozioni, senzazioni, per qualcuno domani potranno essere dei piccoli punti fermi nel mare della vita.

Avevo pensato ad un bilancio di questi diciotto anni di blog, ad una disamina di cosa è rimasto e cosa è cambiato. Poi ho pensato due cose: la prima… che palle! La seconda: cambia tutto anche dopo 18 secondi.

Quello che a me è rimasto è la voglia di scoprire angoli del mondo attraverso gli scritti, e le foto, ed i video e la musica scritti da altre persone come me che vogliono condividere con il mondo la propria esperienza del passaggio su questo pianeta.

Vi ringrazio di esserci, nel bene – quando mi ispirate – e nel male – quando mi insegnate cosa non voglio essere e cosa non vorrei che mio figliƏ diventi mai.

Nicola

Edited in Prisma app with Thota Vaikuntam

Ecco, una cosa è cambiata… ho imparato a metterci la faccia nelle cose, diventando grande.

Sedici anni di blog. Sedici!

Sedici.!!! Dico sedico anni, miseriaccia … il 28 febbrario del 2003 iniziavo timidamente e goffamente la mia avventura nel mondo del bloggin’e mai e poi mai avrei pensato di essere ancora qui a pestare tasti e ad interagire con te che mi leggi.

Per l’occasione non ho pensato o preparato niente di speciale, alla fine, avendo nella testa solo un’idea e cioè quella di dire GRAZIE.

Grazie in primis all’amico Fullo che ha dato corpo alla mia nascente curiosità del mondo del web, e poi grazie a tutti quelli che con il loro esempio, desiderio di condivisione e passione mi hanno fatto crescere con loro come – spero – cittadino responsabile e onesto nel web.

Devo anche dire grazie a tutti i troll e i maleducati … mi avete fatto capire cosa non volessi (e voglia) essere nel mondo digitale e non.

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Lo scorso anno ha rappresentato un anno in crescita come volume di cose scritte (le statistiche si riferiscono solo a questo sito web ma ce ne sono altri) … nonostante i due enormi terremoti nella mia vita personale nel 2017 e nel 2018 ho ancora voglia di scrivere di quello che mi interessa, di quello che penso dovrebbe interessare tutti (le politiche sulla privacy e sull’uso della tecnologia come strumento di miglioramento della condizione umana) e come celebrazione della creatività umana.

Ho anche iniziato due progetti embrionali dove scrivere qualcosa di più intimo e personale, mentre eleboro ancora un significato ‘universale’ di quello che ho vissuto nel 2017/2018 e gli indizi li ho sparsi qua e la (e se sei interessato ti condividerò in privato).

Ancora grazie! E adesso via ai festeggiamenti! 😉