letture suggerite del 19 maggio 2024

[^1] con ⁠ 7500 stai bene… se vuoi dimagrire devi camminare più di 40 minuti (il tempo medio in cui il glicogeno del fegato viene consumato ) da quel momento si comincia a bruciare grasso. ⁠

vent’anni di blog

Patrick Rhone

“This blog has had many different points of focus over the years. From geeky, mainly Apple, tech stuff to GTD-driven personal productivity stuff, to practical/actionable life advice stuff to the anything goes sort of thing it is now. And, that’s exactly what a blog should be — a reflection of your interest and attention over time. A reflection of who you are right now and where you’ve been. Blogs are living things that should grow at the same rate we do.”

Patrick Rhone

Un blog personale non ha bisogno di una homepage

Nei suoi post più recenti Manuel sta disquisendo sul tema del blogging personale. Nel suo post più recente A personal blog doesn’t need an homepage dice la sua su come deve essere la pagina di arrivo di un blog personale.

Ebbene. Non sono d’accordo con la sua visione. OK all’ordine temporale inverso, quello che non condivido invece è la visione per cui debbano mancare riferimenti a “tag” o “categorie” di argomenti o altri elementi diversi dal testo (penso ai widget di una volta che potevano contenere un po’ di tutto).

Di alcuni autori a me personalmente capita di adorare l’approccio e il tipo di esposizione di alcuni argomenti, mentre di altri o non ho interesse o non condivido in alcun modo la posizione. Motivo per cui posso voler seguire solo l’argomento blogging piuttosto che l’argomento viaggi nel Sud Est asiatico.

Se scrivo qualcosa di mediamente interessante, mi piace pensare di poter dare al mio lettore (anche occasionale) un gancio per poter continuare a leggere o scoprire di più di quello che condivido. Magari le mie stesse statistiche d’uso smentiscono questo comportamento sui miei spazi, ma per questo do la colpa a me … e penso che altrove la cosa invece funziona.

Tu che ne pensi? Ti piace avere possibilità di esplorazione all’interno di un blog che visiti o ti accontenti del primo post e poi vai altrove?

basta atteggiarsi

We act differently when we know we’re about to be on display.

Aim a camera at someone and they tense up. I guess we call it “taking” a picture for a reason. We feel defensive.

Social media multiplies this by counting “likes” (which doesn’t mean someone actually likes us) or “friends” (which doesn’t mean that someone is actually our friend.)

The irony is that the people we’re most likely to want to trust and engage with are the ones who don’t pose. They’re consistent, committed and clear, but they’re not faking it.

Figure out what you want to say, the change you seek to make, the story you want to tell–and then tell it. Wholeheartedly and with intent.

Posing is unnecessary.

Seth Godin, Posing for selfies

Il buon Seth, ad inizio mese, ha scritto qualcosa che oggi – da anzyano – reputo quasi fondamentale nell’esperienza di vita on-line.

Passata la fase della vita ricca di nickname e del gioco di nascondersi, atteggiarsi, confrontarsi con il resto del mondo, trovo che arrivi il momento della maturità in cui bisogna mostrarsi al mondo per quello che si è e per quello in cui si crede, senza atteggiarsi in modi vacui per accattivarsi il ‘pubblico’.

letture suggerite del 5 febbraio 2020

sempre link, ma più esperienze

Tornando ai link condivisi online, non mi interessano più perché ho cambiato approccio. Gli amici mi interessano sempre, ma ciò che mi interessa veramente sono le loro esperienze. Cosa hanno imparato nell’ultima settimana? Cosa hanno cucinato? Che idee hanno avuto? Chi hanno incontrato e che riflessioni sono emerse? Esperienze. Dirette. Proprie.

Luca Conti

L’ultimo post di Luca mi ha fatto veramente pensare. Spesso mi piacerebbe poter raccontare quel che mi sembra di imparare da esperienza e situazioni. Ma spesso tutto mi sembra banale, altre volte troppo personale, ancora spesso non mi sembra in linea con il genere di contenuti che propongo su queste pagine.

Allo stesso tempo penso, però, che questa è la mia casa online da praticamente diciasette anni. Potrò anche farci quel che mi va, senza dover dare di conto a nessuno.

Facciamo che ci penso… e mi do tempo sino alla Befana 2020 quando il dominio nome&cognome.it verrà rinnovato ed anche il blog in lungua inglese compirà 14 anni. Nel frattempo, se vuoi lasciarmi una tua riflessione sull’argomento, avrei piacere di leggerla nei commenti (o sul tuo blog).

bloggare, con la b minuscola

I think most people would be better served by subscribing to small b blogging. What you want is something with YOUR personality. Writing and ideas that are addressable (i.e. you can find and link to them easily in the future) and archived (i.e. you have a list of things you’ve written all in one place rather than spread across publications and URLs) and memorable (i.e. has your own design, logo or style). Writing that can live and breathe in small networks. Scale be damned.

When you write for someone else’s publication your writing becomes disparate and UN-networked. By chasing scale and pageviews you lose identity and the ability to create meaningful, memorable connections within the network.

Tom Critchlow: ☞ Small b blogging

Un piccolo estratto da un bell’articolo di Tom Critchlow sul bloggare con la ‘b minuscola’ in contrapposizione a Bloggare con la ‘B maiuscola’. Da una segnalazione di Ma.tt … È bello vedere che questa posizione sull’avere un proprio spazio, coltivare la propria nicchia, non sia solo l’utopico (?) desiderio di alcuni, ma una diffusa esigenza.

Letture suggerite del 20 Maggio 2018

linklog-logo-transparent

Eccomi con l’appuntamento domenicale delle letture suggerite. Domenica scorsa è saltato in seguito ai postumi del WordCamp Bari 2018, perdonami. Se hai tempo solo per un articolo … beh, la (mia) scelta te l’ho messa in grassetto!