letture suggerite del 25 febbraio 2024

  • Companies are hiding their climate progress. A new report explains why.
  • Google shapes everything on the web. – un articolo che dimostra come, fatti alla mano, seguendo il mito della SEO e del piacere ai motori di ricerca non si faccia che impoverire il web. Viva il web anarchico, fatto di siti elegantissimi e siti di pochi bit che mostri la “biodiversità” del pensiero umano. I motori di ricerca, invece, dovrebbero interrogarsi sulla propria mission, se quella esplicita o quella implicita che le ha fatto diventare quello che sono. Il cambiamento è alle porte e lo scraping non lo fanno solo più loro;
  • Quando IL era il magazine più bello del mondo – bellissima. Una rivista bellissima. Ed una delle poche che mi ha dimostrato come la mia cultura si è grandemente impoverita. Il mio lessico impoverito. E si, va bene parlare chiaro e semplice, ma è anche bello usare parole esatte per descrivere pensieri esatti quando è il caso ed il contesto di farlo!
  • L’album delle foto reloaded – come sempre una illuminante riflessione di Fabrizio Venerandi;
  • Browsers Are Weird Right Now – una triste riflessione sullo stato dell’arte dei browser oggi. E chissà cosa scriverebbe in merito a quello dei client e-mail! Anzi, quasi quasi gli mando un’e-mail in proposito 😉

Microsoft e la fiducia a senso unico

Per riprendere confidenza con il mondo Microsoft, visto che il mio datore di lavoro ha scelto loro come fornitore di una serie di servizi essenziali, mi sono procurato un portatile con Windows 11 (Professional). Sto completando le attività di configurazione ed installazione di vari tool, cercando per quanto possibile di ricostruire la possibilità di un workflow simile a quello ormai consolidato da sedici anni d’uso di MacOS / OS X.

Pur avendo il fidato Firefox e l’inevitabile Microsft Edge a disposizione mi ero azzardato all’installazione di Brave, come alternativa Chromium al browser standard di Microsoft. Dopo alcuni recenti accadimenti ho deciso di non usarlo più e rimuoverlo dalle mie macchine.

Indeciso sul da farsi ho cercato, nella finestra di Edge aperta in automatico post disinstallazione di Brave (nonostante il mio default sia Firefox) vado a cercare “Google Chrome”. Ed ecco cosa è sbucato…

Ti prego di soffermarti sul pop-up che appare al caricamento della pagina:

Microsoft Edge viene eseguito con la stessa tecnologia di Chrome, con la fiducia aggiunta di Microsoft.

Rileggi. Nella pagina caricata Edge ha riconosciuto nel suo database la URL e gli ha fatto corrispondere una azione predefinita. Evita di menzionare il nome completo del competitor (Google) e sottolinea e suggerisce subdolamente che “loro” siano i cattivi, e Microsoft sia un campione del bene. O in ogni caso “non come quelli la”.

Adesso io mi chiedo, in cosa dovrei dar maggior fiducia a Microsoft rispetto ad altri? Quante altre azioni utente corrispondono all’esecuzione di procedure a noi nascoste usando Edge?

Mentre mi accingo a riprovare Opera o Vivaldi, mi tengo stretto il mio Firefox e limiterò l’uso di Edge al minimo indispensabile.

letture suggerite del 24 aprile 2022

UNGOOGLED CHROMIUM, UNA MINI-RECENSIONE

Oggi un piccolo cambio ‘editoriale’ sulle pagine di questo sito. Mi va di recensire qui un software piuttosto che sul mio blog personale storico. Tendenzialmente potrei provare a tenere qui le cose un po’ più tecniche e “di la” i commenti e le sensazioni.

L’argomento cade sul browser, strumento principe oggi di ogni sistema operativo – tant’è che esiste anche ChromiumOS che di fatto fa funzionare tutto dentro un grande browser. Sui miei computer Apple da anni ormai è del tutto assente il browser Google Chrome, di fatto usato – dicono – da oltre l’90% dei navigatori del web. Nel tempo ho provato varie sue varianti / progetti derivati quali Vivaldi, Brave, Opera e anche Edge di Microsoft. Senza però trovare motivi davvero validi per farmeli preferire a Firefox o Safari.

Recentemente mi sono messo un po’ a guardare quali altri progetti alternativi fossero nati sulla base di codice del progetto Chromium – alla base di tutti questi – e mi è sembrato fosse il caso di provare a vedere come si comportasse nel mondo reale Ungoogled Chromium

Google Chromium, sans integration with Google

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letture suggerite del 30 maggio 2021


Il terzo link della settimana è tra le cose più interessanti che abbia mai letto sulle strategie di marketing messe in campo da Apple. È anche interessante l’analisi dei motori di ricerca alternativi (ovviamente a Google, vedi anche il primo dei link proposti), ed infine una cosa che non va trascurata pur essendo in dirittura d’arrivo con l’anno scolastico: l’aspetto psicologico del mondo relazione dei ragazzi adolescenti al secondo anno di devastazione del loro status quo. È ragionevole pensare che anche il prossimo anno non sarà come quelli pre-COVID, quindi magari si possono usare i mesi estivi per mettere in atto strategie e approcci nuovi. Spero troppo ?

FLoC di Google è una cattiva idea, come proteggersi

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Ho appreso dell’iniziativa FLoC di Google circa un mese fa da un articolo dell’amico Emanuele, sempre attento e ‘sul pezzo’ sulle tematiche della privacy personale / aziendale, diventato probabilmente uno dei temi cardine del suo sito web.

Visto l’evolversi della consapevolezza degli utenti nei confronti dei cookie e delle loro capacità di tracciamento / profilazione utente, a Google hanno ben pensato di invertire il processo… sarà il tuo browser a fare tutto il lavoro.

Molto brevemente – tramite FLoC – il tuo browser saprà indicare alle piattaforme di advertising a che tipologia di utente appartieni basandosi sulla tua cronologia recente. Pensa che bello: sarà direttamente il tuo Google Chrome scintillante ad effettuare il tracking, senza rendere complicata la vita a Google!

Emanuele

Google Chrome è diventato, putroppo, il principale browser utilizzato al mondo… scalzando il (triste) primato che fu di Internet Explorer fino a qualche anno fa. Da oggetto tecnicamente all’avanguardia, veloce, ricco di funzionalità, si è al contempo trasformato nel principale strumento di “sorveglianza” di tutte le attività compiute sul web da parte del suo utilizzatore.

Un primo passo quindi è quello di interromperne quanto prima l’utilizzo… scegliendo un browser diverso. Il mio browser principale è Firefox, se fossi curioso.

Al consiglio nel post di Emanuele sopra menzionato, vorrei aggiungere con questo mio articolo quello di consultare la guida Opting your Website out of Google’s FLoC Network dedicata agli sviluppatori / gestori di server web per modificare i loro sistemi al fine di proteggersi attivamente da questa metodologia di tracciamento.

E poi, per chi usa WordPress come CMS per pubblicare il proprio sito web e vuole essere certo di non partecipare a questo “network di tracciamenti, volevo consigliare l’utilizzo del plugin:

Una volta installato e attivato, non c’è null’altro da fare… il plugin si occuperà di inserire gli appositi header HTTP nelle pagine del proprio sito per disabilitare il tracciamento mediante FLoC.

Letture suggerite del 21 marzo 2021