la didattica funziona se…

❝… la didattica funziona se e solo se chi è nel banco è interessato a imparare. Una didattica che funziona non si limita a trasferire nozioni, informazioni, metodi o stru-menti, ma ta crescere un bambino aiutandolo a diventare un adulto capace di gestire vita, lavoro, emozioni, progetti o desideri in modo da stare bene e tar stare bene gli altri, dal partner alla famiglia ai colleghi all’intera società.

Mafe de Baggis, da “Libera il futuro”.

stare nel momento

❝ Non sapere cosa sarà di me fra due mesi. Quando ho smesso di lottare contro questa sensazione – che mi creava disagio – ho iniziato ad adattarmi e sono diventato sempre più capace di stare nel momento. Godere i tempi della giornata – anche se super ripetitivi – apprezzarli ogni volta per quello che sono.

Augusto Pirovano, da “Libera il futuro”.

la società della comunicazione

❝ … la rete è ancora uno spazio di scrittura, anche se non sembra. In realtà è proprio la difficoltà nel capirsi leggendo e scrivendo che la rende un posto impegnativo, non la tecnica o l’apprendimento degli strumenti.

Abbiamo scoperto di non essere poi così capaci di usare la nostra lingua madre, e non solo in rete: come scrive la sociolinguista e “cittadina del presente” Vera Gheno in Potere alle parole, «la vera libertà di una persona passa dalla conquista delle parole: più siamo competenti nel padroneggiarle, scegliendo quelle adatte al contesto in cui ci troviamo, più sarà completa e soddisfacente la in cui ci troviamo, più sarà completa e soddisfacente la nostra partecipazione alla società della comunicazione».

Il linguaggio che funziona in rete – volendo dare indicazioni concrete – deve essere o un linguaggio estremamente chiaro per tutti, quindi un linguaggio più pulito possibile, più semplice possibile, oppure, all’estremo op-posto, un linguaggio tecnico e preciso, diverso per ogni community, il linguaggio delle passioni, il linguaggio della competenza e delle parole scelte con cura.

Mafe De Baggis

Arricchisci il tuo tempo e quello degli altri

Giusto qualche giorno fa esprimevo la presenza di un mio disagio nel leggere le notizie del mondo. In special modo quello tech che mi vede, per lavoro e per diletto, molto coinvolto.

Ad alleviare in parte questo disagio, ecco le parole dell’amica Mafe che ricondivido qui con te. E anche ti invito a portare avanti il discorso nei commenti al suo post, o in un tuo spazio web. Ecco che scrive Mafe:

❝ Se sei qui, dove per qui intendo con uno smartphone in mano o davanti a un computer, è probabile che tu ti stia chiedendo come comportarti vedendo i potenti della tecnologia schierarsi al fianco di Trump come moschettieri al contrario, opportunisti invece di eroi. Non tutti tutti, ma molti e tra i molti anche qualcuno meno visibile, meno noto, ma comunque rilevante per la salute della democrazia (penso a Mr Oracle, sui cui server e nei cui software vivono i nostri dati). E visto che uno dei motivi per cui Zuckerberg, Bezos, Altman and company si stanno inchinando a corte è avere armi contro le leggi europee (che ci proteggono molto di più di quelle americane, in particolare quella per la privacy) quello che succede ci riguarda ancora più del nostro solito, in quanto provincia dell’impero (o dell’Impero).
Che cosa possiamo fare noi, oltre a mantenere lucidità e spirito critico in questo fiume di shock continui? Possiamo decidere se andare o restare.
Andare via dalle piattaforme di social media, intendo. Tutte, Whatsapp compreso (perché c’è un motivo per cui è difficile capire che è di Meta se non lo sai). Per chi, come me, decide di restare, ho tre consigli non richiesti, eccoli.

1) Pubblica post interessanti, divertenti, utili, critici se necessario, ma meglio se costruttivi. Non fare polemiche, non giudicare tutto e tutti, non commentare tutto e tutti. Non fate pettegolezzi, ha chiesto Pavese. Non fate troppi pettegolezzi. Se resti, resta per bilanciare verso l’alto il livello.

2) Usa le piattaforme di social media per creare, rinforzare e arricchire relazioni. Non usarle per i tuoi interessi, perché il modo migliore per realizzare i tuoi interessi è arricchire le reti di cui fai parte. L’opportunismo ti porta nella direzione opposta: hide, block, occhi al cielo (quest’ultima reazione non è tracciabile ma le mie stime la collocano molto alta).

3) È vero che a queste piattaforme non piace quando le usi per portare traffico altrove, ma questo non vuol dire che tu non debba avere o curare un altrove, dove conservare tutto quello che fai (fossero anche i tuoi pensierini, disegni, ricette). Lo dico da anni, a persone, professionisti, aziende e brand: il sito dove raccogli i contenuti che realizzi dev’essere ancora e sempre il cuore della tua attività e dev’essere di tua proprietà. Se non hai o non puoi curare un sito, può essere il tuo computer. Se qualcosa ha poca importanza e non dev’essere conservato, ha senso pubblicarla?

Lo ripeto: sono cose che puoi fare, se vuoi. Non devi, non devi farle tutte, non devi farle sempre. Vale che tu sia lì per diletto, per lavoro o per ricerca. Arricchisci il tuo tempo, cantava Luca Carboni. Arricchisci il tuo tempo e quello degli altri.
Mafe De Baggis

le dimensioni contano

❝ Scale matters. Send 1$ to a very small creator and you’ll make their day. Send 50$ to a famous YouTuber and they’ll barely notice it. Send an email to someone who wrote a post that resonated with you on their small personal site and you might start a friendship. Send a message to a famous celebrity and there’s a high chance they won’t even see it.

In an online world dominated by huge online presences, one where reaching a million followers is celebrated with a plaque, maybe we should start spending more time celebrating smallness. Because, from a purely human perspective, small scale is the best scale.

Manuel Moreale

senza titolo

Sono giorni un po’ così, come scrivevo nel mio ultimo post, e spesso mi ritrovo a pensare di come si viva in una inutile e dannosa spirale di fretta competitiva. Ci si sente circondati da persone inette, ostili anche, ed è facile dimenticarsi che, ciascuno a modo suo, non fa che reagire alla piena degli eventi che può essere la vita di tutti i giorni.

Penso poi alle persone che stanno soffrendo, sognano una vita normale, a quelle che si adoperano perché la vita altrui sia anche solo un minimo più confortevole di come possa essere senza il proprio intervento. E a loro mi sento di dedicare questa immagine scovata su Instagram.
Sarò banale, ma ogni tanto fermarsi e farsi una carezza o un elogio fa bene all’anima.

sulla vecchiaia

Cicerone credeva tre cose riguardo alla vecchiaia.

Prima di tutto, dev’essere dedicata al servizio, e non ad ammazzare il tempo.
Seconda cosa, il nostro dono più grande in una fase avanzata della vita è la saggezza, all’interno della quale l’apprendimento e il pensiero creano una visione del mondo capace di arricchire gli altri.
Terza cosa, la nostra capacità naturale a questo punto è il consiglio: il mentorato, la consulenza e l’insegnamento, che non siano volti ad accumulare ricompense mondane di soldi, potere o prestigio.

Arthur C. Brooks, La seconda onda