AirPods e come evitare il cambio di dispositivo abbinato durante l’uso

Stavo diventando scemo nelle scorse settimane quando, nel pomeriggio, rispondendo a telefonate ricevute sull’iPhone ascoltandole con le mie AirPods Pro dopo un minuto o due queste venivano catturate dall’iPad Pro di mio figlio che faceva merenda con You Tube di compagnia…

L’altro giorno mi sono messo un attimo a cercare e ho risolto la questione…

Sul dispositivo che riteniamo non prioritario andiamo a spulciare in Impostazioni > Bluetooth e selezionamo il nostro paio di AirPods. Clicchiamo sul tasto ℹ per ottenere maggiori informazioni sul dispositivo e andiamo a selezionare per la voce “Connetti a questo iPad” la voce “Se è stato connesso per ultimo” levando l’impostazione di base “Automaticamente”.

In questo modo, l’iPad continua a suonare le “sue cose” mentre io continuo ad usare le mie cuffie con il Mac o l’iPhone

Mi resta infine strana la situazione per cui in Apple non hanno trovato un meccanismo per rendere il collegamento telefonico prioritario rispetto ad altri (ad esempio come in auto, dove la riproduzione musicale viene messa in secondo piano dalla comunicazione telefonica). Chissà se in un prossimo update di iOS Apple non metta mano alla cosa…

Come fare spazio sul tuo Mac cancellando gli snapshot locali di Time Machine

Torno a parlare ancora una volta di Time Machine sulle pagine di questo mio blog.

Per chi non lo sapesse, Time Machine è il meccanismo di back-up automatico su hard disk esterno inventato da Apple ed introdotto nel suo sistema operativo nel 2007 con il rilascio di Mac OS X Leopard (versione 10.5).

Il punto chiave della questione è proprio quel suo essere magicamente sempre funzionante quando colleghiamo al nostro Mac computer Apple un hard-disk esterno destinato ad essere utilizzato in questo modo. Time Machine si occuperà di creare ad intervalli regolari:

Time Machine saves hourly backups for the past 24 hours, daily backups for the past month, and weekly backups for everything older than a month until the volume runs out of space. At that point, Time Machine deletes the oldest weekly backup.

Time Machine, Wikipedia

Negli anni Time Machine è cresciuto ed evoluto, introducendo alcune funzionalità … quella di cui ci occuperemo oggi è quella dei local snaphots o Instantanee Locali.

Time Machine ti consente di ripristinare file dalle istantanee locali dei file sul Mac, anche quando il disco di backup di Time Machine non è disponibile.
Poiché il disco di backup di Time Machine potrebbe non essere sempre disponibile, Time Machine memorizza anche alcuni backup sul Mac. Questi backup vengono chiamati istantanee locali.

A questo punto uno comincerebbe anche a preoccuparsi, visto che Apple ha scelto politicamente di dotare i suoi computer degli hard disk a stato solido (SSD) più veloci e affidabili sul mercato, a discapito del costo per Gigabyte piuttosto sfavorevole… tant’è che nel 2021 il taglio base per i nuovi computer è ancora di soli 256GB. Se non fossi d’accordo sul mio utilizzo dell’aggettivo “soli”, ti invito a pensare alle dimensioni dei file di ogni scatto del tuo iPhone o di ogni filmato di qualche minuto in fullHD del tuo smartphone.

Ma torniamo all’oggetto di questo post… Gli ingegneri Apple non sono sprovveduti, ed hanno pensato a questa eventualità, infatti:

Non preoccuparti della quantità di spazio di archiviazione usata dalle istantanee locali: queste non usano lo spazio necessario per attività quali il download o la copia di file, o l’installazione di nuovo software. Il Mac considera lo spazio usato dalle istantanee come spazio di archiviazione disponibile.
Nonostante ciò, Time Machine memorizza le istantanee solo sui dischi in cui è disponibile una notevole quantità di spazio e le elimina automaticamente quando diventano obsolete o quando è necessario spazio per altre operazioni.

Questo non è sempre vero, purtroppo, ed in alcuni casi – tipo quello dell’utilizzo di Boot Camp – questo spazio viene sempre visto come ‘occupato’ dal software di turno e quindi bisogna procedere manualmente alla pulizia.

Per questo genere di pulizia io mi affido da sempre ad Onyx, che nelle sue versioni più recenti possiede un’apposita voce per la cancellazione di queste Istantanee Locali di Time Machine.

Purtroppo questa opzione non è disponibile nelle vecchie versioni di Onyx, che sarai costretto ad utilizzare nella versione pensata per il tuo sistema operativo…
In questo caso ci viene utile l’applicazione Terminale (che trovi in Applicazioni > Utility del tuo Mac assieme a tante altre). Ci basterà copiare questo comando nel prompt (nel rigo col cursone che lampeggia) e poi premere invio per avviare la sua esecuzione [al termine il prompt ritorna ad essere vuoto]

for d in $(tmutil listlocalsnapshotdates | grep "-"); do sudo tmutil deletelocalsnapshots $d; done

Andando a vedere lo spazio a disposione nel nostro computer, ora, potremo vedere come si sia recuperato qualche prezioso GB di spazio.

Ringrazio Sabino Maggi – di cui ti invito a seguire l’interessantissimo blog – per aver condiviso il suo comando come supporto ad un amico comune con questa esigenza specifica, mentre non mi resta che consigliarti di tenere quanto più spesso possibile connesso l’hard disk Time Machine esterno per effettuare il backup (e averne sempre uno pronto e aggiornato) ed evitare la creazione di queste istantanee locali…

come cambiare il colore di sfondo del testo selezionato (o di una selezione) con macOS

Negli scorsi giorni un collega mi ha chiesto come si potesse cambiare il colore di sfondo di un testo selezionato all’interno di un documento Word. In tanti anni d’uso mi sono trovato ad un’esigenza d’uso che non avevo mai incontrato per il sistema operativo Apple.

Di default [*] il colore di selezione è un giallino come quello che puoi vedere nelle due immagini qui riportate:

Ebbene, cambiare è più facile di quello che si pensa ed il modo per farlo è portarsi nelle Preferenze di Sistema, al tab Generale e far caso alla terza voce ‘Colore selezione’ appunto…

Cliccando si aprire un selettore con alcune voci/colori cromaticamente abbinati al sistema, ma volendo possiamo selezionare l’ultima voce e personalizzare completamente questo colore:

Selezionando il blu, come ho fatto io, l’effetto è immediatamente visibili nei nostri documenti (e nel Finder … cambierà anche il colore di sfondo sotto le icone ed i nomi dei file quando selezionati).

Spero che questo piccolo consiglio (tip) ti torni utile. Buon lavoro!


[*] almeno per i miei sistemi, ignoro se cambiando lo schema colori in modalità dark questo cambi.

Come installare un Profilo Colore (ICC o ICM) su macOS

Dopo il post di ieri pubblico un’altra piccola guida forse inutile per la massa. L’argomento di oggi è come installare in Profilo Colore su un computer equipaggiato con macOS … e vista la diffusione di portatili ed iMac con display integrato la cosa è oggi veramente ‘di nicchia’.

Mi è infatti capitato di mettere mano ad un Mac Pro mid.2010 equipaggiato con un monitor LCD Samsung abbastanza strano … i colori a display erano completamente sballati per uno abituato ad usare i display Apple.

Senza passare per i file derivanti dalla calibrazione colore ‘professionale’ con appositi strumenti, ci sono dei siti web dove poter reperire dei profili ICC e altre informazioni su diversi modelli di monitor esistenti (ad esempio TFT Central).

Ad ogni modo, una volta scaricato il pacchetto ICC o ICM del monitor in proprio possesso cosa dobbiamo fare ?

Avviamo l’Utility ColorSync.app (che risiede nella cartella Utility in Applicazioni sul nostro Mac) e portiamoci nella sezione Dispositivi:

Qui andiamo nella sezione Monitor, selezioniamo il display attualmente in uso e poi andiamo alla voce Profilo Attuale, qui faremo Apri e andremo a selezionare il file precedentemente scaricato.

Fatto! Il profilo è stato installato con successo e lo vedremo disponibile nella sezione Colore all’interno delle preferenze del Monitor in Preferenze di Sistema.

Se non volessimo più usare questo profilo, e quindi rimuoverlo, dovremo fare lo stesso percorso e selezionare per il Profilo Attuale le Impostazioni di Fabbrica.

Come aggiungere il dizionario italiano su Postbox

Da due anni ormai sto usando assieme a Thunderbird e Mail.app il client di posta elettronica ‘alternativo’ Postbox.

Postbox, in mostra alcune funzionalità

Nato da un fork del codice del client email di casa Mozilla (Thunderbird, appunto) da anni aggiunge funzionalità peculiari pur mantenendo una certa compatibilità con il suo progenitore. Uno degli aspetti in cui questa discendenza di evince è l’uso di plugin e – come nel caso di oggi – dei dizionari prodotti per il suo avo open source.

Per aggiungere il controllo ortografico in fase di composizione dell’email in italiano (o in altre lingue diverse dall’inglese che è supportato nativamente) dovremo infatti andare a scaricare il dizionario italiano dai repository Mozilla, facendo attenzione – nel momento in cui scrivo – a non scaricare l’ultima versione del pacchetto la Versione 5.0.0.1webext poiché in casa Postbox devono ancora aggiornare il proprio supporto a questo tipo di “estensione web”. Dovremo quindi aprire lo storico delle versioni del dizionario che ci interessa e scaricare l’ultima versione disponibile nel formato classico, ossia la versione 5.0.0 rilasciata a Giugno 2017.

Una volta scaricato il file, dovremo andare nelle Preferenze di Composizione di Postbox, selezionare il tab Digitazione e quindi cliccare sul pulstante Modifica Dizionari. Una volta aggiunto nella tendina Lingua potremo selezionare Italiano (Italy) e se vogliamo abilitare anche lo strumento Controlla ortografia prima di inviare.

So che Postbox è un client di nicchia, ma non si sa mia che questa piccola guida possa essere utile a qualcuno…

Opzioni di ricerca in Windows 10

Secondo articolo dedicato a Windows 10 in questi giorni. Sono ufficialmente preoccupato dal trend.

A differenza delel precedenti versioni del sistema operativo Microsoft, la versione Windows 10 come impostazione base non permette la ricerca di una keyword specificata dall’utente all’interno di un archivio (zip, o altro) e di un file (ad esempio quali file contengono la parola ‘onomatopea’). Il campo di ricerca è muto in tal senso.

Per tornare al comportamento usato dal motore di ricerca interno (e oggi Cortana, se abilitato) sulle precedenti versioni del sistema operativo di Redmond dovremo invocare, all’interno di una generica finestra di Explorer il pannello Opzioni Cartella e qui dirigerci verso il 3° tab etichettato con Cerca

In questo modo forzeremo la ricerca in tutti quei percorsi altrimenti disabilitati da Windows 10. Buon lavoro!

Espandere la capacità del disco di una macchina virtuale con VirtualBox

Stavo giocando con una macchina virtuale sul mio sistema e mi sono accorto di aver previsto una capacità disco della stessa un po’ troppo piccola. Tra un esperimento e l’altro, senza aggiungere documenti e applicativi più esosi, avevo quasi saturato l’80% della capacità a disposizione.

Come mia abitudine avevo scelto la modalità di allocazione dinamica dello spazio, questo vuol dire che ho detto al software di virtualizzazione – VirtualBox nel mio caso – di prevedere una capacità di 50GB (per esempio) per il sistema che si sta installando e questo, invece di occupare sul disco fisso del proprio computer un file monolitico di 50GB, crea un file che potrà crescere sino al valore prefissato man mano che lo si riempie.

Un altro accorgimento usato è stato quello di utilizzare il formato VDI per memorizzare l’immagine disco del mio sistema.

Questi due accorgimenti mi hanno permesso di sfruttare la funzionalità offerta da VirtualBox di espandere la capacità del disco della mia macchina virtuale con un semplice comando di Terminale. Una volta lanciato il Terminale mi sposto nella cartella contenente il file VDI

cd /Users/koolinus/virtualbox-folder

e quindi dare il semplice comando seguente:

VBoxManage modifyhd --resize 163840 /Users/koolinus/virtualbox-folder/virtual-machine-disk-image-file.vdi

Dove ho espresso la nuova dimensione del file in MB (163840MB) sono 160GB … e questo calcolo può essere fatto anche comodamente usando uno dei tanti siti che offrono questo sistema di conversione di unità di misura (ad esempio questo).

L’operazione dura pochi istanti. Buon lavoro!

Apple Mail.app – importazione manuale della posta e rimozione duplicati

Approfitto della richiesta di un amico per mettere mano ad una vecchia bozza che giaceva nel back-end del mio blog.

Apple Mail.app - schermata

Importazione / Esportazione manuale delle email con Mail.app

Personalmente ho un rapporto di amore / odio con Mail, dove l’odio consiste nella gestione un po’ fumosa dell’archivio delle email e degli allegati in essa contenuti.

Nel caso non si utilizzi Time Machine come metodo di back-up dei propri file, dovremo necessariamente andare a “scoprire” che le nostre email sono conservate nella nostra home folder, all’interno del percorso ~/Library/Mail. Qui troveremo una cartella denominata V5 (nel caso di High Sierra), a seconda della versione del client Mail / sistema operativo installato questa potrà essere V4, V3 o V2 [non ricordo di aver mai visto una V1 nei miei dodici anni di utenza Mac]. I nostri messaggi di posta sono archiviati qui dentro.

Il metodo più sicuro sarebbe quello di esportare, una alla volta, ogni ‘casella’ di posta in cartelle con estensione *.mbox nello spazio di back-up scelto. Per casella si intende ogni cartella relativa ad un account e-mail, quindi la Posta in Entrata, Posta in Uscita, le Bozze e ogni altra cartella presente “Sul mio Mac”.

Questa esportazione avviene selezionando una email ciascuna di queste cartelle e poi andando a selezionare la voce Casella > Esporta Casella di Posta dal menù di Mail.app. Alla fine del processo avremo le nostre email pronte all’importazione da qualunque altro programma di posta elettronica (visto che il formato mbox è uno standard aperto).

Diversamente, dovremo procedere a tentoni al recupero delle nostre email, perché all’interno della cartella V5 per ciascun account di posta elettronica impostato avremo una macro-cartella dal nome alfanumerico che non è in alcun modo riconducibile all’account stesso a meno che all’interno non ci siano sotto-caselle dal nome univoco.

Dovremo quindi ripristinare a tentoni i file *.emlx contenuti nella cartelle *.mbox, usando l’opzione Importa di Mail (o del nuovo client email installato).

Apple Mail email files

Rimozione email duplicate nelle caselle di Mail.app

Proprio a seguito di questa procedura già in passato mi sono ritrovato nella necessità di ripulire caselle di Mail piene di duplicati. Quello che con Thunderbird – tutt’oggi il mio client email preferito – è possibile fare con un semplice addon (questo) mi è stato possibile farlo solo dopo una approfondita ricerca sul web.

Ho usato infatti il programma Remove Duplicate Messages-Mail realizzato da un anonimo sviluppatore, tale “Jolly Roger →” che in un anonimo e scarno sito web mette a disposizione una serie di utility da lui realizzate.

L’ultima versione del suo Remove Duplicate Messages-Mail, la 1.3.6, benché rilasciata il 3 luglio 2017 funziona perfettamente con Mail 11.3 (3445.6.18) di macOS High Sierra (versione 10.13.4).

Spiego sommariamente l’uso.

Con Mail.app in esecuzione si selezionano tutte le email di una Casella, e poi si avvia il programma Remove Duplicate Messages.app che lancia una nuova istanza dell’applicazione Terminale e poi sottopone una serie di domande all’utente (in inglese) chiedendogli cosa voglia fare delle email duplicate (archiviazione o cancellazione essenzialmente). Una volta indicate le proprie preferenze vedremo nel Terminale scorrere l’output del controllo che il programma fa, mentre sul desktop apparirà una cartella dal nome “Remove Duplicate Messages” che conterrà l’archivio (mbox) ed il file di log delle operazioni fatte.

Personalmente scelgo sempre di cancellare, mettendole nel cestino di Mail, le email duplicate in modo da poter sempre effettuare un controllo dell’operazione fatta. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio…

Concludendo…

È tutto! Buon lavoro.

Come impostare un account email in modalità POP con Mail.app

Non so se hai notato ma oggi Mail.app su macOS 10.12 ‘Sierra’, quando aggiungi un nuovo account di posta elettronica attraverso la procedura guidata, imposta l’account come IMAP se lasciato libero di procedere.

Impostare l’account di posta elettronica in modalità POP3 è ovviamente ancora possibile, solo in maniera nascosta – come spesso accade con il software Apple quando si vuole utilizzare qualche tecnologia vintage e non più allo stato dell’arte… se così vogliamo dire.

Vediamo come procedere. Con Mail.app in primo piano andiamo ad aprirne le Preferenze e quindi andiamo alla sezione Account, qui impostiamo i dati inserendo volutamente una password errata nell’apposito campo:

Sierra add email account 01

Così facendo ci apparirà una nuova schermata dove impostare nel dettaglio i parametri di accesso del nostro account e-mail e, sopratutto, una tendina dove selezionare la tipologia di server di posta in entrata da attivare: IMAP o POP3

Sierra add email account 02

Impostiamo quindi a POP3 il valore per il server di posta in entrata, e compiliamo correttamente tutti i campi username e password. Ed è tutto fatto!

Una piccola nota: in alcuni casi potremmo voler disattivare la funzione di Gestione automatica delle impostazioni di connessioni (presenti nella scheda Impostazioni Server di ogni account email attivo) per poter impostare valori delle porte o di timeout differenti e/o non convenzionali usati dal nostro service provider.

Di come rimuovere Disconnect e altre estensioni ‘globali’ da Firefox

Da tempo avevo tra le estensioni di Firefox disattivate ma non rimuovibili Disconnect e Disconnect Search. Oggi mi sono preso due minuti e ho cercato di capire perché non potessi rimuoverle dallo Strumento > Componenti Aggiuntivi del browser di casa Mozilla.

Dopo una ricerca ho scoperto le potenzialità offerte dallo strumento Risoluzione dei Problemi all’interno della sezione Aiuto. Purtroppo però operando da li non sono riuscito a risolvere… Le due estensioni risultavano sempre essere disattive ma non rimuovibili.

Mi è servita l’indicazione di andare nella cartella
/Library/Application Support/Mozilla/Extensions/{lungo-id-numerico}
del mio sistema attraverso il Terminale e da li, usando i privilegi amministrativi andare a cancellare le due cartelle 2.0@disconnect.me e search@disconnect.me:


mambo:~ nicola$ cd  /Library/Application\ Support/Mozilla/Extensions/
mambo:~ nicola$ cd  {lungo-id-numerico}
mambo:{lungo-id-numerico} nicola$ ll
total 0
drwxr-xr-x   4 root  admin  136  9 Giu  2015 .
drwxr-xr-x   3 root  admin  102  3 Giu  2015 ..
drwxr-xr-x  10 root  admin  340  4 Nov  2015 2.0@disconnect.me
drwxr-xr-x   9 root  admin  306  4 Nov  2015 search@disconnect.me

e quindi

mambo:{lungo-id-numerico} nicola$ sudo rm -rf ./*
Password:
mambo:{lungo-id-numerico} nicola$ ll
total 0
drwxr-xr-x  2 root  admin   68 27 Nov 18:25 .
drwxr-xr-x  3 root  admin  102  3 Giu  2015 ..