14 regole per mantenere la tua sanità mentale on-line

Diversi anni fa Kai Brach, l’autore dietro il mio adorato Offscreen Magazine e della newsletter Dense Discovery, condivise questo poster motivazionale.

Kai ha elencato quattordici semplici regole che, se applicate correttamente, possono aiutarci a relazionarci correttamente, in una maniera socialmente e psicologicamente sana, alla nostra vita (online e non, direi).

Sul punto sette ho “in canna” una citazione ad-hoc di un articolo letto giusto l’altro ieri che avevo in mente di condividere a breve.

Sul punto dieci mi ritrovo nel lavoro fatto negli anni nel mio piccolo canale Slack “SulPulmino” nato da una serie ricorrente di conversazioni online su Twitter con vari amici, dove ci rincorrevamo tra thread diversi usando quell’hashtag. A distanza di anni il canale è ancora vivo, nonostante molti si siano allontanati (anche dall’uso della piattaforma, che dopo un periodo incredibile di crescita della sua adozione ha visto un crollo verticale … almeno stando alle mie esperienze). Parliamo di Apple, di software, cazzeggiamo, arte e fumetti, musica. Se ti interessa partecipare scrivimi l’email a cui mandare l’invito per partecipare.

Infine, il punto quattro. Prima di intraprendere qualunque azione on-line prendiamoci un momento. Respiriamo. E riflettiamo se abbiamo tempo, voglia ed energia necessarie a portare avanti una discussione (piacevole o meno) sull’argomento.

del non tacere

So taking seriously the ideas and morals and views of individuals, that’s not a different sphere than what ends up happening in politics. And it’s not just individual – all of the stuff catches. And it is why I’m a fan of people not being quiet about the way they try to instantiate their political ideals in their individual lives. I think that a lot of the value of the choices we make is in our willingness to try to use those to change the choices other people see as normal for them to make.

Ezra Klein

Per la serendipity insita nel web, o nel modo in cui io surfo il web, ecco che ieri mi sono ritrovato a leggere l’ultima newsletter di Guido, assieme all’ultima uscita di Dense Discovery ed ecco emergere questo bisogno, e questa democratica possibilità, di esprimere pubblicamente il proprio dissenso verso qualcosa del mondo in cui NON crediamo e verso cui possiamo opporci.

Essere poi aperti al dialogo e cercare di comprendere le motivazioni ‘dell’altra parte’ sono dei bonus non da poco, ma provare ad intavolare un dialogo e non subire passivamente qualcosa è una costante delle “cose in cui crediamo”, da moltissimo tempo…

l’importanza di essere imperfetti

Last week I came across a quote that really resonated with me, attributed to Zero Waste blogger Anne-Marie Bonneau: “We don’t need a handful of people doing Zero Waste perfectly. We need millions of people doing it imperfectly.”

I think do-gooders generally suffer from perfectionism: we’re so sincere about our efforts, we want to get it right all of the time. This ‘all or nothing’ approach is not only unrealistic, it also takes away the joy that comes from doing the right thing.

What I like about Anne-Marie’s quote is that we can replace the words ‘Zero Waste’ with veganism, clean energy, ethical tech, or any other philosophy we subscribe to and be reminded that, instead of obsessing about our own shortcomings, we can make a big difference by simply motivating the people around us to change their behaviour just a little.

Kai Brach

A poche ora di distanza dalla lettura di quest’articolo di Luca sulla “zuppa di plastica”, ecco arrivare sul mio schermo l’ultimo numero della newsletter Dense Discovery che approccia l’adozione di abitudini etiche in maniera che mi sento di sposare totalmente.