Opera scritta inialmente da Bester, che puoi muore, e completata da Zelazny, che muore anch’esso prima della pubblicazione, e infine pubblicato.
A Roma c’e’ un negozio dove si possono lasciare in deposito le parti della personalita’ che ci garbano meno. A gestirlo è un certo Adam Maser, detto anche lo Scambia-anime, rosso di capelli e circondato da un’aura di mistero. C’è chi dice che in un modo o nell’altro, sotto una ragione sociale o l’altra, abbia esercitato la sua lucrosa attività fin dal VI secolo (avanti Cristo, naturalmente). Alf, un giornalista americano che non crede alle leggende, comincia a investigare sui suoi traffici, perchè il Buco Nero è qualcosa di più di uno strano posto… E alla lunga dovrà ammettere che lì dentro un mistero c’è davvero. E soprattutto, che lo Psyconegozio incassa sempre la percentuale.
Per una volta la quarta di copertina svia il lettore da quello di cui il racconto parla.
Mi aspettavo una cosa alla “scambio mentale” di Scheckley, quindi viaggi nella schizofrenia assoluta, protagonisti con forti dubbi su di sè e tutto ciò che di introspettivo e oscuro la fantascienza ci ha regalato negli ultimi decenni. E invece, nulla di tutto ciò.
Un gusto nel sorprendere, una scoperta di ciò che accade passo passo. Un senso dell’ironia pungente e attento verso le cose dell’universo traghettano i nostri verso un lieto fine molto USA-style.
Ma alla fine, come tutto ciò cambia la nostra concezione del mondo?
Lo scopo finale è quello creare il Demiurgo del nuovo universo, dando per vere la teoria del Big Bang e del successivo Big Crunch con la creazione di un universo successivo.
Idea affascinante perché, se pensiamo possibile uno sviluppo della razza umana (o chi per lei) nei prossimi dieci miliardi di anni, sicuramente questa riuscirà a creare un essere di tal fatta capace di varcare i confini di tempo, spazio ed energia e portare il seme di un disegno dell’universo coerente in sè nel caos primigenio.
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Alfred Bester, Roger Zelazny – Psyconegozio – Mondadori, Urania #1387, £ 6.900