Il tema del benessere, della felicità, dell’equilibrio interiore è il protagonista di diverse letture iniziate e non ancora finite nello scorso anno. Il libro di Gianluca Gotto, invece, sono riuscito a leggerlo durante poche settimane a cavallo tra le festività natalizie e ieri. Oddio, forse le settimane non sono poche (quasi un mese e mezzo) ma le sessioni di lettura lo sono state.
Il libro racconta il percorso di emancipazione dalla vita conformista e dalla educazione ortodossa tipiche della società italiana che lo ha visto protagonista diversi anni fa. Ormai la sua vita cade in una specifica tipologia di vita che potremmo semplificare come hippie (sempre alla luce della educazione da me ricevuta), tipica di diverse personalità ormai affermate nel mondo del web (avrei potuto usare il termine guru, ma se c’è una cosa che lo contraddistingue è l’estrema umilità).
Un diario ex-post, scritto integrando ricordi e sensazioni. Fissando episodi che sono state per lui tappe cruciali di un percorso verso la propria libertà (che è anche l’amor proprio).
Ti lascio con la citazione di un passaggio, ma ne ho “sottolineati” diversi. Adamantini nella loro verità e nella loro concretezza
lo e il mio cuore ci pariamo spesso ormai. L’ho ascoltato sempre negli ultimi anni e ora mi trovo qui, seduto di fronte a una delle viste più incredibili che abbia mai avuto modo di contemplare. Condivido la strada e la vita con la donna che amo, mi guadagno da vivere facendo ciò che amo, conduco un’esistenza che amo. È tutta una questione di amore. La felicità è questo: ascoltare il proprio cuore e comprendere l’importanza di amare. Amare se stessi, amare gli altri, amare il mondo e il semplice fatto di esserci. Perché non tutti hanno questa fortuna.
Gianluca Gotto