documentare l’umanità

Guarda questi bambini. Osserva i loro sguardi. Immagina di essere con loro a Gaza. Sembra di essere li con loro, se osservi con attenzione. È questo il potere della Fotografia. Trasportarti completamente in un altro luogo, sfruttando un inconscio linguaggio comune.

Questo scatto, assieme ad alcuni altri, è presente in un articolo di Medium a cura di Unicef Australia. L’articolo ha un titolo secondo me infelice “The 25 Most Stunning Photos of 2014”, sembra voler celebrare lo spettacolo delle fotografie. Ma gli scatti proposti raccontano altro. Qualcosa di più profondo  e di assolutamente poco effimero. Raccontano la vita ed il dramma che migliaia, milioni, di nostri fratelli vivono quotidianamente.

E come sempre sono i più deboli ed indifesi, culturalmente e fisicamente, a pagarne il prezzo maggiore. I bambini. Il nostro futuro.

Questo post occupa sin dall’11 dicembre, data di sua pubblicazione, un posto nei tab aperti nel mio browser. Mi ripromettevo di dargli enfasi ed evidenza. Magari su TevacPhoto – sito dedicato ai fotografi e alla fotografia nato dalla comunità di Tevac – o magari su Tumblr, ripubblicandone ad intervalli irregolari le foto che mi hanno colpito come un cazzotto nello stomaco.

Ma poi la lenta sedimentazione mi ha ricondotto alla pubblicazione in queste pagine. Dove non devo dare di conto o lezioni a nessuno, ma soltanto esprimere come mi sento, come vedo il mondo, come mi piacerebbe che gli altri lo vedessero.

E allora penso che l’immagine di apertura, l’immagine dei siriani in esodo in una città distrutta, o il campo profughi nel Sudan meridionale dove 40mila profughi sono rimasti vittime di alluvione dovrebbero essere viste ogni giorno quando accendiamo il computer. Per renderci conto della vera miseria umana, del fatto che siamo fortunati qui a commentare, e a prenderci un impegno di aiutare per quanto ci è possibile quante più persone possiamo.

Questo è quello che quel tab aperto nel mio browser mi ricorda ogni giorno, questo che voglio fare nonostante la vita spesso mi inghiotta nella sua quotidianità…