Se non il tono, l’essenza

C’e’ stato anche qualcuno che durante l’anno non ho mandato a fare in culo, e il tempo e’ oramai tiranno.

Aggiungo quindi quelli che invece di scrivere le cose per descrivere la soluzione di un qualche problema, che si leggerebbero in 10 secondi, fanno un video cercando di farti perdere almeno un quarto d’ora!

Gianni

Come dicevo condivido quanto espresso dall’amico Gianni. Se non il tono, l’essenza.

iOS e le notifiche scomparse

È capitato il caso di una persona amica che non riceve più notifiche sull’iPhone. Non disturbare è spento, riceve quelle di Messaggi ma nessun’altra. Scopriamo che è una cosa conosciuta (altri 2808 episodi possono essere trovati sul forum Apple).

Nessuna delle classiche tecniche risolutive sembra funzionare (reset rete, reset impostazioni, riavvio, force reset, reinstallazione iOS e ripristino).

Dopo un po’ di ulteriori indagini la cosa si è risolta con una procedura semi-magico-religiosa.

Eccola:

  • spegnere il telefono
  • rimozione della SIM
  • riavvio del telefono
  • disattivazione iMessage
  • re-inserimento della SIM
  • riavvio del telefono
  • ri-attivazione di iMessage

Tutto è tornato a funzionare.

Empiricamente se ne può dedurre che era il lato telefonia ad avere dei problemi seri. Nel caso specifico la SIM era di TIM che è abbastanza nota per essere invasiva nell’inserire funzioni.

Sei curioso di sapere il perchè?

Le notifiche infatti viaggiano su IP se non c’è supporto dallo strato di telefonia. Altrimenti pare che vengano i canali secondari del protocollo di segnalazione della telefonia per segnalare che c’è una notifica (che poi chiedono via lo strato di IP)… una funzione che BlackBerry usava estesamente, a beneficio del consumo di batteria.

Questo tipo di supporto è il “carrier configuration” che vediamo spesso richiesto quando abilitiamo iMessage sugli iPhone / iPad Cellular. Un esempio dei tempi del GSM era il contatto periodico del telefono con la stazione base per far si che venisse ricordata la sua presenza, con una risposta della stesso in caso di una chiamata o un SMS in arrivo. Parte del payload di una notifica "moderna" pare sia veicolata sugli stessi ‘canali’.

Chi volesse approfondire la questione potrebbe cominciare da questa pagina della knowledge-base di Cisco Understanding IP Telephony Protocols.

Bug installazione macOS BigSur: una possibile soluzione

Guest Post!

Il seguente articolo è stato scritto dall’amico Enrico G. Lupo a cui do ospitalità per la condivisione della sua esperienza personale. Lo ringrazio, e gli lascio la parola!

Ringrazio Nicola e Sabino per avermi dato l’ieda di scrivere questa mini guida

Situazione di partenza

MacBook Pro late 2014 – modello A1502 per la precisione – sul quale “girava” macOS Catalina 10.15.7 con tutti i vari supplemental update installati; nessun problema rilevato fin dal primo giorno di installazione di Catalina a meno di non voler chiamare bug la lentezza che ha caratterizzato questo mai troppo amato OS. !

Domenica 15 novembre ho notato il pallino rosso di aggiornamento a BigSur e mi sono detto che potevo anche installarlo dato che nei due giorni precedenti non erano saltati fuori bug evidenti e comunque il mio Mac di casa non è certo vitale per la mia professione; purtroppo scoprirò dopo che avevo parlato troppo presto. Per non tirarla alle lunghe, l’installazione di BigSur procede senza intoppi fino all’ennesimo riavvio dopo il quale noto che il processo sembra bloccarsi. Decido di lasciarla “lavorare” senza fretta ma in realtà il Mac non stava installando un bel nulla in quanto ero incappato nel più grave bug che la mia vita con OSX/macOS ricordi!

Cosa è successo

Con il MacBook bloccato da ore decido di indagare e scopro che di bug importanti invece ne erano venuti fuori, ma io non mi ero informato abbastanza.
In particolare questo post macOS Big Sur 11 – List of Install & Upgrade Issues UPDATED! mi spiega tutto al punto 3… e leggendo in giro per il web sembra che il bug genera un vero e proprio brick hardware sulla scheda I/O dei MacBook 2013 e 2014.

Qualche speranza me la lasciano alcuni utenti che dicono di aver smontato la suddetta scheda e, una volta terminata l’installazione di BigSur, l’hanno ricollegata ritrovandosela quindi nuovamente funzionante.
Ok, mi dico, smontiamo e procediamo.

Mano agli attrezzi

Ma prima un paio di avvertimenti


DISCLAIMER 1: da qui in poi è possibile danneggiare seriamente ed irreparabilmente il Mac quindi se decidete di procedere siate consci dei rischi!

DISCLAIMER 2: è probabile che questa procedura non funzioni su tutti i MacBook affetti da questo bug quindi ciò che segue è da considerarsi sperimentale * * *

  • Aprire il MacBook – servono due giraviti pentalobe da 2.3mm e 3.00mm
  • Una volta rimosso il fondo individuate il connettore della batteria (è coperto da una plastica adesiva) e il cavo piatto che collega la motherboard alla I/O board;
  • sconnettete il connettore della batteria e poi svitare le quattro viti pentalobe da 2.10mm (due per parte);
  • infine rimuovete il cavo piatto rigido. Fate attenzione perché i connettori possono danneggiarsi facilmente.
  • a questo punto potete ricollegare il connettore della batteria e accendere il MacBook che partirà senza esitare.

Una volta che BigSur avrà terminato l’installazione vi ritroverete con un Mac che non può collegarsi a nulla dato che la I/O board governa il WiFi, BT, HDMI e SDcard. In realtà sulla parte sinistra del Mac c’è un’altra porta USB che potreste usare con una WiFi USB ma io non sono riuscito a trovarne una già pronta per BigSur.

Anyway a questo punto viene la parte un po’ esoterica della procedura ma è quella che a me ha permesso di ricreare il bug e risolverlo in maniera sistematica tanto che ho segnalato la cosa alla Apple sperando di essere d’aiuto.

  1. lasciare il MacBook accesso per 4/6 ore senza fargli fare nulla e poi spegnerlo tramite la solita procedura software
  2. attendere 5 minuti e staccare nuovamente il connettore della batteria
  3. ricollegare il cavo piatto rigido per l’I/O board e quindi ricollegare il connettore della batteria
  4. accendere il MacBook

Et voilà il mio MacBook è risorto letteralmente dalle ceneri. Riconosco che possa sembrare strano ma, come nella migliore tradizione omeopatica, “con me ha funzionato” (cit.).
Volendo cercare una spiegazione più razionale ho letto un po’ di articoli sul web e sembra che a seconda del modello di I/O board che è montata, la sequenza che genera il brick può arrestarsi in un punto che ancora rende possibile il ripristino della funzionalità della I/O board stessa e probabilmente nella sfiga sono stato abbastanza fortunato.

Infine…

Segnalo due cose:

  • in ogni caso è possibile acquistare una I/O board ricondizionata o usata su eBay al costo di pochi euro, ciò vi permetterà di riavere il Mac funzionante senza sbattimenti.
  • Inizialmente avevo contattato il supporto Apple che nel caso specifico si è dimostrato disponibile a riparare il mio MacBook senza costi. Io non ho voluto “rischiare” in quanto a suo tempo avevo sostituito la pasta termoconduttiva della CPU, probabilmente i tecnici Apple avrebbero trovato queste “tracce” annullando di conseguenza l’intervento.

AGGIORNAMENTO DEL 20.11.2020

Stamattina ho letto la notizia che il nuovo installer di BigSur esclude dalla lista di compatibilità i modelli citati nell’articolo.

Homebrew e le Command Line Tools mancanti

Non è la prima volta che su questi lidi scrivo di homebrewthe missing package manager for macOS”.

Dopo uno degli ultimi aggiornamenti di macOS 10.15 Catalina il sistema mi dava spesso errore sui Command Line Tools mancanti. Invocare il comando xcode-select --install mi portava immancabilmente a questa schermata di errore

… salvo poi poter continuare ad installare i pacchetti che mi servivano.

Dopo una ricerca ho deciso che la maniera migliore per ‘tagliare la testa al toro’ era quella di ri-scaricare il pacchetto direttamente da Apple. Sono quindi giunto alla sezione https://developer.apple.com/download/more/ del portale Developer di Apple e ho scaricato l’ultimo pacchetto stabile (Command_Line_Tools_for_Xcode_12.pkg nel momento in cui scrivo). Installato quest’ultimo, tutto ha ripreso a funzionare come sempre.

Come disattivare il monitoraggio del battito cardiaco su Apple Watch ⌚️

Mi è recentemente capitato che un conoscente mi chiedesse se ci fosse il modo di disattivare il monitoraggio del battito cardiaco dell’Apple Watch ⌚️.

Sinceramente non mi ero mai posto il problema, perché l’uso di questi smartwatch, o smartband, comincia ad avere maggior senso proprio quando abbinato ad attività di tracking dell’attività fisica (passi camminati, scalini saliti, battito medio sotto sforzo, durata di una sessione di allenamento e così via).

Ma, giustamente, ci sono anche persone che non hanno interesse o voglia di essere costantemente tracciati / misurati e quindi si informano preventivamente all’acquisto di questi dispositivi.

Ad ogni modo viene fuori che il monitoraggio cardiaco, o dell’attività fisica a tutto tondo, è una opzione disattivabile all’interno della sezione Privacy dell’app Watch sul proprio iPhone

Spegnendo l’opzione Battito cardiaco lo smartwatch Apple smetterà di memorizzare i battiti rilevati – perché a mio avviso non viene completamente “spento” tutto quello che presiede al monitoraggio — e se proviamo ad avviare l’applicazione omonima sull’orologio otterremo questa schermata:

Nell’applicazione Salute sull’iPhone vedremo quindi azzerarsi tutti i grafici relativi al battito che man mano vengono in essa memorizzata.
Ovviamente se si volesse tornare indietro, con un semplice click si torna all’impostazione di default ed il monitoraggio riprende…

Letture suggerite del 12 luglio 2020

come cambiare il colore di sfondo del testo selezionato (o di una selezione) con macOS

Negli scorsi giorni un collega mi ha chiesto come si potesse cambiare il colore di sfondo di un testo selezionato all’interno di un documento Word. In tanti anni d’uso mi sono trovato ad un’esigenza d’uso che non avevo mai incontrato per il sistema operativo Apple.

Di default [*] il colore di selezione è un giallino come quello che puoi vedere nelle due immagini qui riportate:

Ebbene, cambiare è più facile di quello che si pensa ed il modo per farlo è portarsi nelle Preferenze di Sistema, al tab Generale e far caso alla terza voce ‘Colore selezione’ appunto…

Cliccando si aprire un selettore con alcune voci/colori cromaticamente abbinati al sistema, ma volendo possiamo selezionare l’ultima voce e personalizzare completamente questo colore:

Selezionando il blu, come ho fatto io, l’effetto è immediatamente visibili nei nostri documenti (e nel Finder … cambierà anche il colore di sfondo sotto le icone ed i nomi dei file quando selezionati).

Spero che questo piccolo consiglio (tip) ti torni utile. Buon lavoro!


[*] almeno per i miei sistemi, ignoro se cambiando lo schema colori in modalità dark questo cambi.

Come installare un Profilo Colore (ICC o ICM) su macOS

Dopo il post di ieri pubblico un’altra piccola guida forse inutile per la massa. L’argomento di oggi è come installare in Profilo Colore su un computer equipaggiato con macOS … e vista la diffusione di portatili ed iMac con display integrato la cosa è oggi veramente ‘di nicchia’.

Mi è infatti capitato di mettere mano ad un Mac Pro mid.2010 equipaggiato con un monitor LCD Samsung abbastanza strano … i colori a display erano completamente sballati per uno abituato ad usare i display Apple.

Senza passare per i file derivanti dalla calibrazione colore ‘professionale’ con appositi strumenti, ci sono dei siti web dove poter reperire dei profili ICC e altre informazioni su diversi modelli di monitor esistenti (ad esempio TFT Central).

Ad ogni modo, una volta scaricato il pacchetto ICC o ICM del monitor in proprio possesso cosa dobbiamo fare ?

Avviamo l’Utility ColorSync.app (che risiede nella cartella Utility in Applicazioni sul nostro Mac) e portiamoci nella sezione Dispositivi:

Qui andiamo nella sezione Monitor, selezioniamo il display attualmente in uso e poi andiamo alla voce Profilo Attuale, qui faremo Apri e andremo a selezionare il file precedentemente scaricato.

Fatto! Il profilo è stato installato con successo e lo vedremo disponibile nella sezione Colore all’interno delle preferenze del Monitor in Preferenze di Sistema.

Se non volessimo più usare questo profilo, e quindi rimuoverlo, dovremo fare lo stesso percorso e selezionare per il Profilo Attuale le Impostazioni di Fabbrica.

Come aggiungere il dizionario italiano su Postbox

Da due anni ormai sto usando assieme a Thunderbird e Mail.app il client di posta elettronica ‘alternativo’ Postbox.

Postbox, in mostra alcune funzionalità

Nato da un fork del codice del client email di casa Mozilla (Thunderbird, appunto) da anni aggiunge funzionalità peculiari pur mantenendo una certa compatibilità con il suo progenitore. Uno degli aspetti in cui questa discendenza di evince è l’uso di plugin e – come nel caso di oggi – dei dizionari prodotti per il suo avo open source.

Per aggiungere il controllo ortografico in fase di composizione dell’email in italiano (o in altre lingue diverse dall’inglese che è supportato nativamente) dovremo infatti andare a scaricare il dizionario italiano dai repository Mozilla, facendo attenzione – nel momento in cui scrivo – a non scaricare l’ultima versione del pacchetto la Versione 5.0.0.1webext poiché in casa Postbox devono ancora aggiornare il proprio supporto a questo tipo di “estensione web”. Dovremo quindi aprire lo storico delle versioni del dizionario che ci interessa e scaricare l’ultima versione disponibile nel formato classico, ossia la versione 5.0.0 rilasciata a Giugno 2017.

Una volta scaricato il file, dovremo andare nelle Preferenze di Composizione di Postbox, selezionare il tab Digitazione e quindi cliccare sul pulstante Modifica Dizionari. Una volta aggiunto nella tendina Lingua potremo selezionare Italiano (Italy) e se vogliamo abilitare anche lo strumento Controlla ortografia prima di inviare.

So che Postbox è un client di nicchia, ma non si sa mia che questa piccola guida possa essere utile a qualcuno…

Opzioni di ricerca in Windows 10

Secondo articolo dedicato a Windows 10 in questi giorni. Sono ufficialmente preoccupato dal trend.

A differenza delel precedenti versioni del sistema operativo Microsoft, la versione Windows 10 come impostazione base non permette la ricerca di una keyword specificata dall’utente all’interno di un archivio (zip, o altro) e di un file (ad esempio quali file contengono la parola ‘onomatopea’). Il campo di ricerca è muto in tal senso.

Per tornare al comportamento usato dal motore di ricerca interno (e oggi Cortana, se abilitato) sulle precedenti versioni del sistema operativo di Redmond dovremo invocare, all’interno di una generica finestra di Explorer il pannello Opzioni Cartella e qui dirigerci verso il 3° tab etichettato con Cerca

In questo modo forzeremo la ricerca in tutti quei percorsi altrimenti disabilitati da Windows 10. Buon lavoro!