È con un titolo grossomodo identico a quello da me riportato che Wired Italia – nel numero 2013.11 – riporta un articolo di Mat Honan (storico contributore di Wired USA ed altre riviste tecnologiche, infaustamente saltato all’onore delle cronache di mezzo mondo due estati fa per via di una massiccia perdita di dati da parte di pirati informatici) sulle novità, o meglio mancate novità che iOS 7 ha portato nei nostri smart-devices.
In questo Mat elogia l’eleganza grafica di iOS 7, rimproverandone al contempo la sua mancanza di essere un sistema operativo predittivo o meglio proattivo, come invece a suo giudizio sono Android (nelle sue ultime due release) e Windows Phone.
Mat sogna un dispositivo che, in base alla sua localizzazione geografica E alla conoscenza delle nostre abitudini di spostamento, ci inondi di informazioni costantemente ed incessantemente. Rimprovera ad iOS 7 il fatto che costringe gli utenti ad immergersi di volta in volta in app specializzate alla fruizione di un determinato tipo di informazione (i ristoranti più vicini, le ultime notizie relative al posto in cui sono, la ricerca di orari di mezzi pubblici a partire dal luogo in cui sono verso la destinazione più probabile in base al mio storico di spostamenti). E porta l’esempio di Google Now che, con un semplice comando vocale, ci fornisce questo tipo di informazioni…
Gli esempi che porta, però, a me fanno pensare più ad un chiacchiericcio inutile e senza senso per come IO vivo la mia vita. E come vedo tanti altri farlo. A me non serve sapere alle 18:30 quando esco dal lavoro gli orari dei mezzi, li conosco… So benissimo che il martedi ed il giovedi c’è più traffico in uscita dalle città per via del rientro pomeridiano di buona parte dei dipendenti pubblici. Se vado nella città più prossima so benissimo dove andrò a mangiarmi una pizza, e con buona probabilità anche il suo numero di telefono (se vado spesso e mi torna comodo prenotare).
Diversamente se sono in una città (a me) straniera certo non mi affiderò ad una ricerca sponsorizzata dal search engine per trovare un posto dove mangiare o dove dormire, ma mi affiderò a servizi specializzati da usare in maniera one-shot.
A me non serve un grillo parlante, ma un mezzo che mi filtri il mare di informazioni che ci sono, che mi protegga la notte dalle chiamate indesiderate e faccia passare solo quelle importanti. Per questo non riesco ad abituarmi a software come Zite, Google Currents o il bellissimo Flipboard. Per questo le uniche newsletter informative cui sono abbonato sono curate con attenzione da un essere umano che filtra e categorizza informazioni cui io ho chiesto di essere messo a conoscenza (tipo Sidebar).
Tutto questo, senza pensare all’impatto che un sistema così presente come auspicato da Mat, avrebbe sull’hardware che ci portiamo appresso ogni giorno (batteria, in prima istanza) e senza neanche avvicinarsi all’affrontare il discorso sull’invasione totale e finale della nostra privacy… che ci trasformerebbe in bersagli ambulanti per gli spot come Tom Cruise fuggitivo in Minority Report).