” You are under no obligation to remain the same person you were a year ago, a month ago, or even a day ago.
You are here to create yourself, continuously.”
Richard Feynman
Il mutamento è la chiave della vita. E per un blog con oltre diciassette (17) anni di vita alle spalle credo sia naturale ponderarne l’evoluzione. In un mondo dove si producono “contenuti” e la spirale consumistica porta alla creazione di rumore, ha ancora senso in un blog personale inseguire le ultime novità o scrivere articoli acchiappa click?
E se fosse ora di scrivere per il semplice gusto della condivisione, commentando le proprie passioni, sottolineando le letture e condividendo i passaggi più significativi nel proprio percorso di crescita (anche solo anagrafica)?
È questo il quesito su cui mi sto interrogando in questi ultimi tempi, e di cui puoi leggere tracce di riflessione che ho condiviso negli ultimi articoli su questo blog.
Abbandonato il lusso dell’anonimato in rete — se sia mai esistito poi lo lascio come esercizio di approfondimento a te, che mi leggi — mi ritrovo oggi a perseguire questo approccio, lasciando qualche esternazione personale ad un blog più privato e dai tempi di pubblicazioni molto rarefatti ed evitando di fare post a raffica su FB. Altre cose me le scrivo in un diario privato.
Il buon Kai Brach nel numero 99 della sua newsletter Dense Discovery (da cui ho preso la citazione in apertura) lo dice in maniera migliore della mia, che scrivo sempre compresso tra una call ed una richiesta del bambino. Te ne riporto un passaggio qui sotto.
As we’re growing increasingly weary of algorithmic curation that keeps flooding our zone with shit, some of us make more intentional decisions about their media intake. We increasingly turn to (and are willing to pay for) more relatable, human voices that respect our attention and build meaningful connections.
Kai Brach
Mi ritrovo un po’ combattuto nell’abbandonare tematiche più tecniche che hanno contraddistinto questo spazio (il mondo Apple ed il mondo WordPress) e a relegarli in altri spazi, oppure se continuare ad avere un approccio olistico dove ‘cose tecniche‘ e ‘cose personali’ si alternano senza un calendario editoriale o un ritmo preciso.
Sarei curioso di avere l’input di qualche lettore di questo blog.