Adware Medic e The Safe Mac cambiano casa, Malwarebytes sbarca su OS X

Era il 15 luglio quando, sulle pagine del suo blog The Safe Mac, Thomas Reed annunciava al mondo il fatto di essere entrato in contatto con Marcin Kleczynski, CEO di Malwarebytes – un noto ed apprezzato produttore software di strumenti per la messa in sicurezza dei sistemi operativi Windows – e di aver stretto un rapporto di lavoro con quest’azienda cedendo così il suo prodotto Adware Medic all’azienda ed entrando a far parte a tempo pieno del loro team di sviluppatori.

Adware Medic announce

Il prodotto cambia così nome, diventando Malwarebytes Anti-Malware per Mac e si appronta a diventare un modulo di una suite di prodotti di sicurezza per OS X più articolata e pronta ad essere adottata anche in ambito enterprise.

Adware Medic Malwarebytes Anti-Malware – icon

Personalmente stimo molto Thomas ed il lavoro che ha portato avanti – gratuitamente – negli anni con il suo blog, le sue indagini sul nascente e crescente mondo del malware per Mac OS X (che temo diverrà man mano più significativo nei prossimi anni), ed il suo Adware Medic. Sono convinto che continuerà a lavorare in maniera onesta, cercando di offrire il miglior prodotto possibile ai suoi utenti.

Sono solo un po’ triste perché penso che i suoi contributi saranno meno numerosi e con meno peli sulla lingua … essere parte di una Azienda giocoforza limita la libertà di fare nomi e puntare il dito. Ma questo è da vedersi, intanto ho sottoscritto il feed del blog Malwarebytes Unpacked e via…

Malwarebytes Anti-Malware installation

Malwarebytes Anti-Malware

Al momento, come si può vedere dalle immagini riportate, l’unica differenza tra Adware Medic ed il nuovo nato è solamente a livello di nuovi loghi e palette cromatica. Funzionalmente è tutto identico. Non so al momento cosa accadrà a chi ha la versione “precedente” a livello di aggiornamenti e funzionamento. Su un paio di macchine non ho aggiornato alla nuova versione proprio per vedere come verranno gestiti questi aspetti, ed una eventuale migrazione.

Come abilitare la tastiera emoji su OS X

Sarà l’incipiente vecchiaia che porta al rimbambimento, sarà che ogni tanto smetto di essere un vecchio trombone, ma oggi volevo inserire alcune emoji sul mio diario personale in Day One – forte di un consolidato supporto a questo tipo di scrittura da parte dei software Apple – e non ricordavo come si abilitasse questa ‘tastiera’.

Una veloce ricerca mi ha portato sulle pagine di Emoji Blog dove è chiaramente spiegata la procedura. Portiamo il cursore del mouse in un qualunque campo di testo, e poi premiamo assieme la combinazione di tasti Contro (ctrl) + Command + Barra spaziatrice

enable emoji keyboard shortcut

ecco apparire il selettore dei caratteri (e come su iPhone, tenendo premuto col mouse un particolare emoji ne potremo vedere le varianti cromatiche):

emoji osx example

?

Mac acquerellati

Macintosh 1984

Dalle pagine del blog americano EggFreckless, giunge la segnalazione di questo photoset di Matthew Pearce che ritrae un gruppo di computer ed accessori Apple – ormai Vintage – fotografati e  reinterpretati grazie alle possibilità dell’applicazione Waterlogue.

[esiste anche un sito che raccoglie le opere degli utenti di quest’applicazione: Made with Waterlogue, che merita senz’altro una visita]

Risparmio energetico e sonnellino ristoratore

Un amico nelle scorse settimane si è affacciato nel mondo della Mela di Cupertino – acquistando un iMac 21” con 8GB di RAM e Fusion Drive – e mi sono offerto per un paio d’ore come ausilio One-to-One[1] gratuito.

Uno degli aspetti su cui per mancanza di tempo abbiamo sorvolato è stato quello relativo al risparmio energetico e alla funzionalità Power Nap di cui sono dotati tutti i Mac di moderna concezione. Per fortuna, come sempre, Apple ci viene incontro pubblicando all’interno delle pagine di Supporto alcune risorse a mio avviso davvero esaustive:

Il terzo dei quali è oggigiorno quasi essenziale per un perfetto e pieno funzionamento di tutto l’ecosistema di interscambio dati basato su iCloud che permea completamente le ultime release dei sistemi operativi desktop e mobile di Apple.
Ho pensato di annotare qui queste risorse, ad uso e riferimento futuri…


1. Conosci il programma di training One to One presente negli Apple Retail Store ufficiali?

svuotare la cache DNS di Mac OS X

Antefatto

Quando navighiamo per il web non facciamo altro che cercare delle risorse memorizzate su qualche server, interrogare un grande ‘elenco del telefono’ e trovato riceverne la risposta.

A qualsiasi indirizzo internet è associato un indirizzo IP: quando nella barra degli indirizzi browser digitiamo www.google.it il nostro computer interroga un ‘elenco telefonico’ che non è altro che un database designato col nome DNS e fornisce l’indirizzo IP corrispondente.

Per una veloce dimostrazione pratica di quanto detto possiamo aprire il Terminale e digitare il comando seguente (mambo:~ nicola$: è un messaggio del Terminale del mio computer):

mambo:~ nicola$ ping www.google.it

… a cui il computer risponderà con un:

PING www.google.it (216.58.212.99): 56 data bytes

Nella mia configurazione di rete, in base al mio fornitore di connettività Internet, ed in base al mio posizionamento geografico, il server di Google che risponderà alle mia (prima) richiesta è contraddistinto dall’indirizzo IP 216.58.212.99. Più tardi, domani, se mi trovassi a Napoli, se usassi Telecom invece di Infostrada, potrebbe rispondermi un server con un altro indirizzo IP.

Lo stato delle cose

Ora, come noi traslochiamo, anche i servizi web si spostano nel tempo (oltre che nello spazio geografico). Non esiste UN elenco del telefono monolitico di tutti gli indirizzi IP del mondo. Esistono una serie di grandi database di indirizzi IP, a cui altri database DNS si connettono, richiedendo (o aggiungendo!) nuovi abbinamenti nomedominio.tld <–> indirizzo IP.

Ogni fornitore di connettività ha un insieme di suoi server DNS. Ci sono aziende che forniscono DNS i cui risultati sono filtrati a monte da siti malevoli, oppure da siti ritenuti scomodi politicamente, o contenenti materiale illegale. Anche il nostro computer conserva un (piccolo) database di indirizzi IP.

Quando un computer punta un sito, il nome del dominio viene prima cercato nella cache locale (cioè se ho chiesto alle 9 di trovare Google, alle 10 il mio computer avrà salvato l’abbinamento Google<–>216.58.212.99 e non effettuerà una nuova richiesta); se non viene trovato allora viene interrogato l’HOST; se neanche l’host ha informazioni sul dominio viene interrogato il server DNS.

Il sito desiderato non è raggiungibile?

Alla luce di quanto visto, se all’improvviso un sito / servizio web – che sappiamo essere attivo funzionante – smette di essere raggiungibile dal nostro computer, mentre da quello del collega sulla scrivania a fianco o un amico su Skype ci dice di star visitando, il primo tentativo da fare è quello di effettuare uno svuotamento della cache degli indirizzi DNS e quindi forzarne la creazione / aggiornamento. Questa operazione viene chiamata flush.

A seconda della versione di OS X in funzione sul nostro Mac l’operazione cambia, viste le modifiche introdotte da Apple durante gli anni in funzione delle differenti esigenze di sviluppo e integrazione di servizi di identificazione e uso delle risorse locali e di iCloud. Ecco per ogni versione i comandi da impartire:

OS X 10.10 / OS X 10.10.3

sudo discoveryutil udnsflushcaches

OS X 10.9 e OS X 10.10.4 →

dscacheutil -flushcache; sudo killall -HUP mDNSResponder

OS X 10.7 – 10.8

sudo killall -HUP mDNSResponder

OS X 10.5 – 10.6

sudo dscacheutil -flushcache

Il consiglio

Ovviamente per non doversi ricordare ogni volta la sequenza dei comandi possiamo creare un alias nel file .bash_profile del nostro Mac che eseguirà il comando semplicemente scrivendo una parola chiave di facile memorizzazione, io ad esempio ho chiamato questo comando cleanDNS (ed ho usato la sintassi propria di Yosemite):
alias cleanDNS='sudo dscacheutil -flushcache'
dscacheutil -flushcache; sudo killall -HUP mDNSResponder

AGGIORNAMENTO

Apple con la quarta versione di Yosemite 10.10.4 (rilasciata il 30 giugno 2014) ha fatto marcia indietro per alcune tecnologie in materia di networking e reintrodotto le applicazioni valide fino a Mavericks. Ho quindi modificato l’articolo.

Duplicate File Cleaner – Find and Delete Your Duplicates

Rilasciata lo scorso 26 febbraio, Duplicate File Cleaner, degli sviluppatori Pocket Libs, si propone come l’ennesima applicazione in grado di riconoscere i file duplicati che ‘infestano’ i nostri hard disk mediante l’utilizzo di alcuni algoritmi di identificazione mediante checksum dei file.

L’applicazione è disponibile gratuitamente, in occasione del lancio, sul Mac App Store. Successivamente verrà prezzata intorno ai dieci euro.

Pur essendo un utente super-soddisfatto di Gemini, ho colto l’occasione per provare un altro strumento.