❝ … la rete è ancora uno spazio di scrittura, anche se non sembra. In realtà è proprio la difficoltà nel capirsi leggendo e scrivendo che la rende un posto impegnativo, non la tecnica o l’apprendimento degli strumenti.
Mafe De Baggis
Abbiamo scoperto di non essere poi così capaci di usare la nostra lingua madre, e non solo in rete: come scrive la sociolinguista e “cittadina del presente” Vera Gheno in Potere alle parole, «la vera libertà di una persona passa dalla conquista delle parole: più siamo competenti nel padroneggiarle, scegliendo quelle adatte al contesto in cui ci troviamo, più sarà completa e soddisfacente la in cui ci troviamo, più sarà completa e soddisfacente la nostra partecipazione alla società della comunicazione».
Il linguaggio che funziona in rete – volendo dare indicazioni concrete – deve essere o un linguaggio estremamente chiaro per tutti, quindi un linguaggio più pulito possibile, più semplice possibile, oppure, all’estremo op-posto, un linguaggio tecnico e preciso, diverso per ogni community, il linguaggio delle passioni, il linguaggio della competenza e delle parole scelte con cura.
Mafe de Baggis
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Libera il futuro
Complice un paio di viaggi in aereo, ho cominciato la lettura del libro “Libera il futuro” dell’amica Mafe de Baggis.

Il testo mi ha catturato parecchio ed ho già letto quasi 150 pagine in due ore e spicci di volo. Collezionando nel frattempo un certo numero di “orecchie” a bordo pagina per segnarmi citazioni, frasi e libri che mi prometto di re-investigare o approfondire o condividere con le persone che hanno il piacere di leggermi.
Si fa strada in me il desiderio di leggere più testi, valutare l’acquisto di un Kindle, usare uno strumento che non sia questo sito web (o altri) per collezionare questi spunti e idee. Le soluzioni sul mercato sono tante, più o meno costose.
Avrei valutato una soluzione self-hosted, visto che mi sono ripromesso di creare un “pinboard” personale sulla mia VPS, ma ad ora non trovo nessun tool che mi abbia convinto del tutto.
Torno a leggere (e a dedicarmi agli esercizi proposti alla fine di ognuna delle quindici lezioni).
Arricchisci il tuo tempo e quello degli altri
Giusto qualche giorno fa esprimevo la presenza di un mio disagio nel leggere le notizie del mondo. In special modo quello tech che mi vede, per lavoro e per diletto, molto coinvolto.
Ad alleviare in parte questo disagio, ecco le parole dell’amica Mafe che ricondivido qui con te. E anche ti invito a portare avanti il discorso nei commenti al suo post, o in un tuo spazio web. Ecco che scrive Mafe:
❝ Se sei qui, dove per qui intendo con uno smartphone in mano o davanti a un computer, è probabile che tu ti stia chiedendo come comportarti vedendo i potenti della tecnologia schierarsi al fianco di Trump come moschettieri al contrario, opportunisti invece di eroi. Non tutti tutti, ma molti e tra i molti anche qualcuno meno visibile, meno noto, ma comunque rilevante per la salute della democrazia (penso a Mr Oracle, sui cui server e nei cui software vivono i nostri dati). E visto che uno dei motivi per cui Zuckerberg, Bezos, Altman and company si stanno inchinando a corte è avere armi contro le leggi europee (che ci proteggono molto di più di quelle americane, in particolare quella per la privacy) quello che succede ci riguarda ancora più del nostro solito, in quanto provincia dell’impero (o dell’Impero).
Che cosa possiamo fare noi, oltre a mantenere lucidità e spirito critico in questo fiume di shock continui? Possiamo decidere se andare o restare.
Andare via dalle piattaforme di social media, intendo. Tutte, Whatsapp compreso (perché c’è un motivo per cui è difficile capire che è di Meta se non lo sai). Per chi, come me, decide di restare, ho tre consigli non richiesti, eccoli.
1) Pubblica post interessanti, divertenti, utili, critici se necessario, ma meglio se costruttivi. Non fare polemiche, non giudicare tutto e tutti, non commentare tutto e tutti. Non fate pettegolezzi, ha chiesto Pavese. Non fate troppi pettegolezzi. Se resti, resta per bilanciare verso l’alto il livello.
2) Usa le piattaforme di social media per creare, rinforzare e arricchire relazioni. Non usarle per i tuoi interessi, perché il modo migliore per realizzare i tuoi interessi è arricchire le reti di cui fai parte. L’opportunismo ti porta nella direzione opposta: hide, block, occhi al cielo (quest’ultima reazione non è tracciabile ma le mie stime la collocano molto alta).
3) È vero che a queste piattaforme non piace quando le usi per portare traffico altrove, ma questo non vuol dire che tu non debba avere o curare un altrove, dove conservare tutto quello che fai (fossero anche i tuoi pensierini, disegni, ricette). Lo dico da anni, a persone, professionisti, aziende e brand: il sito dove raccogli i contenuti che realizzi dev’essere ancora e sempre il cuore della tua attività e dev’essere di tua proprietà. Se non hai o non puoi curare un sito, può essere il tuo computer. Se qualcosa ha poca importanza e non dev’essere conservato, ha senso pubblicarla?
Lo ripeto: sono cose che puoi fare, se vuoi. Non devi, non devi farle tutte, non devi farle sempre. Vale che tu sia lì per diletto, per lavoro o per ricerca. Arricchisci il tuo tempo, cantava Luca Carboni. Arricchisci il tuo tempo e quello degli altri.
— Mafe De Baggis
del perché regalo le mie idee
Il vero motivo per cui posso permettermi di dire “prendete le mie idee e fatene quello che volete anche senza citarmi” è che sono idee spinose, rizomatiche, spesso acerbe, quasi sempre aggrovigliate.
Mafe De Baggis
Sono idee, insomma, di cui il rubacchiatore standard fa molto poco e sono preziose invece per i ricercatori simili a me, soprattutto nell’atroce dilemma che caratterizza chi come me è un po’ distratto: l’ho pensato o l’ho letto? È un’idea mia o l’ho sentita dire da qualcuno? E da chi? E quando? E in che contesto? Alla fine sono tutte energie sprecate, perché le idee che regalo e che non vendo sono idee che assomigliano molto all’albero che pianti sapendo che farà ombra ai tuoi bisnipoti, molti anni dopo la tua partenza per altri cieli.
Quindi, non solo ti dico: prendi e usa e non darti pena di citarmi ma ti dico, fai lo stesso. Spargi stimoli e idee come fossero semi in terreni che non possiedi.
Gravity problem
Troppo spesso lottiamo contro le cose che non possiamo cambiare, nel gergo del Design Thinking sono chiamate “gravity problem”, cioè problemi equivalenti a lottare contro la forza di gravità. Un effetto collaterale è rinunciare a lottare del tutto, invece di fare la cosa più intelligente: identificare un problema più piccolo e risolvibile che molto spesso modifica la situazione al punto di rendere il “gravity problem” irrilevante. Quindi: mai perdersi d’animo 🙂
Mafe De Baggis, Koselig #67
Nessuno obbedisce, nessuno comanda
È stato anche l’anno in cui ho seriamente dubitato della possibilità di continuare a lavorare in un contesto apparentemente lontanissimo dal mio metodo e dai miei valori, per non parlare della possibilità di continuare a vivere in un paese così malmesso. Questo però vale per tutti, o almeno per tutti quelli che pensano che non si possa guardare dall’altra parte mentre altri soffrono. Anche in questo caso, forse insistere è stupido. Forse dovrei davvero andare via. Oppure mettere da parte understatement e timidezze e lottare per le cose in cui credo.
Mafe De Baggis
Mi è molto piaciuto questo passaggio di uno dei post più recenti di Mafe. A volte, da circa cinque o sei anni, me lo chiedo anche io cosa sia più giusto fare. Per dare una prospettiva al nostro lavoro, una speranze e un’occasione a nostro figlio.
La vita intanto scorre, gli eventi mi trascinano. Ma la domanda resta…
Come liberarci da tutte le gabbie che non vediamo più
Ogni volta che pensi o dici “eh, ma io sono fatto così” chiediti: come cambierebbe la mia vita se non lo fossi?
Mafe De Baggis, Centodieci ☞
Letture suggerite del 3 Giugno 2018
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- How to get yourself out of a funk
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- Mettiamocela via – 12 cose che ho imparato e che non ho più voglia di ripetere sui media digitali, per affrontarli come parte integrante e consueta della realtà in cui viviamo e non come un mondo diverso e a parte… di Mafe De Baggis
Letture suggerite del 29 Aprile 2018
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- La gentilezza è contagiosa? Allora lasciamoci contagiare, ne vale la pena
#luminol – Tracce di realtà rivelate dai media digitali

Ho appena finito la lettura del mio secondo libro cartaceo di questo 2017. Stimolato da un post di Ivan Rachieli (non ricordo più se sul suo blog o nella sua newsletter) ho dato corpo alla mia intenzione d’acquisto del libro di Mafe presente da tempo, insieme ad altri, nella mia wishlist di Amazon.
Premesso che sono mediamente distratto da mille vicende, e che quindi non ho seguito la genesi del libro, ho approcciato la lettura completamente all’oscuro delle tematiche che ci avrei trovato… forte solo della quarta di copertina e della mia fiducia nell’operato e nelle idee dell’autrice.
Nel corso delle cento pagine (circa), l’autrice ci accompagna in una investigazione sulla natura dell’umana interazione sul Web… che si ripete sempre uguale, ma su scale diverse, sin dagli albori della comunicazione telematica tra persone. Dalle BBS ai newsgrup, passando dai forum e dalle mailing list sino ad arrivare ai “benedetti” social…
La tesi è che questo internet non è altro che uno strumento nella mano delle persone che la popolano e che in esso riversano il meglio ed il peggio di sè. E se ci pensiamo, guardiamo a cosa ci è possibile fare, con quale facilità ed a quante persone possono farlo, è una delle invenzioni migliori di sempre… usato con la giusta attenzione ci permette di gustare il meglio della vita in questo mondo iperconnesso, dove l’informazione di permea e avvolge, ma dove è sempre possibile fermarsi ad assaporarne un pezzetto vivendo un momento con lentezza (e consapevolezza).
#luminol – Tracce di realtà rivelate dai media digitali è un libro che voglio far leggere a molte persone di una certa età – con la triste eccezione di qualche coetaneo e, orrore!, anche di qualcuno ben più giovane di me – che oggi sembrano subire la narrazione dei media che raccontano il Web come un mondo oscuro e separato da quello reale, dove solo le perversioni crescono e si realizzano. Narrazione che omette di raccontare anche il lato bello del Web.
Note a latere
Il libro nasce evidentemente come ebook, dove l’inclusione di materiale dal web (spezzoni di pagine web o citazioni da Twitter) erano parte viva ed integrante del testo. Purtroppo la trasposizione su carta, e le ragioni di costo che hanno portato alla trasformazione di questi contenuti in immagini, poi rese in bianco e nero, in alcuni casi ha portato a situazioni di bassa o cattiva leggibilità dei testi riportati. Come detto in privato a Mafe nelle prossime occasioni potrebbe essere meglio – a mio avviso – riportare la citazione come testo, e poi a piè pagina riportare la URL originale.
Come OT finale, o bonus, in questo libro ho trovato anche una meravigliosa chiosa / citazione di Platone. Ed a volte mi chiedo se ci siamo mai evoluti o se tutto quello che possiamo dire di noi stessi sia già stato detto e capito secoli e secoli fa…
Buona lettura!