Mi Band ed iPhone, tutto quello che avreste voluto sapere

Un mese fa ordinavo su Amazon la Xiaomi Mi Band incuriosito dalle recensioni entusiastiche, dal fatto che potesse essere una soglia di ingresso economica nel mondo dei wearable, e illudendomi di riuscire a fare più attività fisica e monitorare i miei progressi

La Mi Band ci ha messo parecchio ad arrivare (tre settimane piene), dopo di che ho cercato su Internet come effettuare il pairing con l’iPhone 6 visto che la confezione è tutta esclusivamente con caratteri cinesi, ed ho cominciato il monitoraggio di attività fisica e del sonno. Per farlo utilizzo l’applicazione Mi Fit (disponibile per iOS e Android).

Mi Fit icon175x175La precisione del dispositivo mi ha favorevolmente impressionato per quanto riguarda il monitoraggio del sonno, di certo non paragonabile a quella che ottenevo utilizzando l’applicazione Lark per il mio iPhone con correzione manuale del dato (quest’app infatti monitorizza i movimenti del telefono, e poggiandolo via ben prima dell’effettiva andata a letto, ho sempre dovuto correggere dai 60 agli oltre 120 minuti di sonno in meno rispetto quelli da lei rilevati). Così non è con un dispositivo che ho sempre al polso.

Nello stesso periodo anche l’amico Puce72 ne ha ricevuta una in regalo, ed è stato più bravo e preciso di me nello scriverne un’esaustiva recensione:

3 LED per un bracciale →

Ti rimando a quella per i dati oggettivi. Qui volevo annotare alcune osservazioni personali:

  • Per me la precisione dei passi è sufficiente. Ho provato a tenere sott’occhio il conteggio dei passi fatti con la Mi Band sincronizzata in tempo reale (tramite Bluetooth) con il telefono e tenendo l’app Mi Fit accesa. Un passo = un digit;
  • Il numero di passi rilevati giornalmente è salito abbastanza. Il mio iPhone non è sempre in tasca (a casa o in ufficio quando mi sposto tra una stanza e l’altra). La band si.
  • Non ho sempre acceso il bluetooth dell’iPhone, motivo per cui non beneficio (come invece fa Puce) della segnalazione mediante vibrazione della band dell’arrivo di una telefonata quando lo scocciofono è in modalità silenziosa;
  • Sto trovando molto comoda la funzione di sveglia infrasettimanale. Ormai mi sono affidato alla vibrazione per il mio risveglio e ho apprezzato che se apro gli occhi, e poi mi giro dall’altro lato se la Band rileva se mi assopisco profondamente e dopo qualche minuto vibra ancora (ed ancora)

La fotocamera dell’iPhone 6 ed il confronto con le sue progenitrici

iPhone camera evolution: How does the iPhone 6 camera compare to previous iPhone cameras?

Lo stavo aspettando con una certa impazienza. Cosa? Ma l’articolo di Lisa Bettany cofondatrice della software house Snap Snap Snap (ex TapTapTap.com) e autrice delle due applicazioni Camera+ e MagiCam che, come da annuale tradizione, va a comparare gli scatti degli iPhone sin dalla loro prima apparizione, a parità di località e situazioni.

iPhone camera evolution: How does the iPhone 6 camera compare to previous iPhone cameras? →

Buona lettura !!!

iPad Air

Dalle pieghe del mio account Instapaper è venuto fuori questo articolo di Andrew Kim sul suo blog Minimally Minimal, che avevo salvato qualche tempo fa… quando mi sono definitivamente innamorato dell’ultimo nato nella famiglia iPad di Apple.

Andrew è riuscito a riassumere in poche righe il perché del mio (e del suo) innamoramento, e spero mi perdonerai se lascio la sua citazione in inglese. Non credo di riuscire a tradurre efficacemente le sue parole:

The iPad. It’s the computer I bring out when I’m not working. To my grandmother, it’s the only computer she can understand and use. …[omissis]… Its promise of being something everyone needs hasn’t crystalized yet, but it’s slowly emerging as Apple continues to chisel away at its aluminum shell. It’s a signifier of how Apple’s products are now more complicated than they once were. The iPad doesn’t have a simple tagline like a “1000 songs in your pocket”. In a way, it’s a testament to its noteworthiness. This is the personal computer we’ve been promised for the past decade but we’re just not ready to accept that yet.

La recensione di un MacPro 2013 secondo gli occhi di un professionista

A pro with serious workstation needs reviews Apple’s 2013 Mac Pro →

Dave Girard recensisce il proprio MacPro (Late 2013) per i lettori Ars Technica… 7 pagine dense di dati e considerazioni. Potete saltare direttamente a pagina 7 per le conclusioni dell’autore, che secondo me fotografano in maniera spietata ed imparziale i pregi (molti) e difetti (non pochi come avrei sperato) di questa nuova workstation di Apple…