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Letture suggerite del 21 marzo 2021
- L’arte di mettersi in discussione
- This browser extension shows what the Internet would look like without Big Tech
- Fare impresa vuol dire partire dagli esseri umani e dai loro bisogni. I soldi vengono dopo — una riflessione di Dino Amenduni;
- Come rispondere no, con grazia — ah! la serendipity del web, l’articolo successivo in cui mi sono imbattuto;
- How to Defeat a Boston Dynamics Robot in Mortal Combat — se anche a te i video della Boston Dynamics in cui vengono mostrati i progressi nello sviluppo dei loro robot mette addosso un senso d’angoscia che neanche i Chemical Brothers erano riusciti a darti, questo video è per te! (via Link Molto Belli di Pietro Minto).
letture suggerite del 20 Novembre 2019
- Why Do We Hurt Robots? — non è la prima volta che riporto un link sull’argomento. Sicuramente è un argomento degno di approfondimento, visto che l’automazione è ormai profondamente integrata nella nostra società a livello manifatturiero, e con l’avvento della IoT è destinata a propagarsi anche nel resto della società;
- Ossi Edizioni: un nuovo modo di pensare i libri scolastici — dopo un iniziale entusiasmo, man mano che scorrevo le immagini a corredo dell’articolo sul progetto di tesi di Simona Pastore, la valutazione estetica del prodotto è calato. Non è calato invece l’interesse e l’ammirazione verso la tematica affrontata ed il come.
- We Built an ‘Unbelievable’ (but Legal) Facial Recognition Machine — a fine maggio mi è capitato sottomano il link alla notizia per cui sono stati stanziati dei fondi per permettere a scuole e case di cura di installare (obbligatoriamente) sistemi di video sorveglianza. Poco dopo mi sono imbattuto in un commento tra amici informatici dove ci si immaginava lo scenario di poca preparazione tecnica presente in queste strutture E l’eseguità dei fondi a disposizione, per cui è facile immaginarsi che le immagini catturate da questi sistemi saranno trasmesse con migliaia di altre già oggi in streaming in chiaro. Infine un terzo linkava quest’articolo che mostrava come già oggi un privato cittadino, con un po’ di tempo e qualche centinaio di euro possa identificare e tracciare persone e comportamenti grazie alle webcam installate in migliaia di luoghi pubblici. È tempo di fermarsi a pensare alle conseguenze delle nostre azioni sul web, troppi ancora non capiscono che il web è solo un altro aspetto della nostra vita … più difficile da controllare perché sempre accessibile a chiunque.
- Il più ampio studio mai eseguito sulla salute delle persone transgender — la libertà di essere se stessi non è una cosa scontata. Ho letto con piacere di questa ricerca d’avanguardia (perché ancora raramente affrontata).
- Exclusive: IKEA to revamp app as store strategy shifts — da un post della newsletter di Gianluca Diegoli apprendo di questa notizia ‘rivoluzionaria’. IKEA lentamente sta abbracciando in maniera decisa il percorso della vendita on-line piuttosto che lo sfruttamento dell’esperienza immersiva in uno store fisico che, necessariamente, per la maggior parte della propria utenza può avvenire una volta o due all’anno. Invece in questo modo pur abitando lontano dal negozio fisico posso venir coinvolto dai loro prodotti, e con un click (magari da app sul cellulare) ecco partire l’ordine che arriverà comodamente a casa mia.
Chi si preoccupa di educare le prossime generazioni?
Solo un minuto e trenta secondi del discorso tenuto lo scorso gennaio da Jack Ma al World Economic Forum. Appena ho qualche minuto cerco di recuperare il video completo. Ad ogni modo trovo che questi 90 secondi bastino e avanzino per cominciare una riflessione su quello che insegniamo ai nostri figli, e a come glielo stiamo insegnando.
I frutti dell’educazione che noi abbiamo ricevuto si stanno cominciando a vedere… e belli di certo non sono 🙁
Roomba facts n°4
Ricordati che la Roomba non ha un sistema per impostare la data, ma solo un semplice orologio. Ergo non sa mai che giorno è. E quindi non sa che l’ultima domenica mattina di ottobre termina l’ora legale. Al lunedì seguente quindi partirà con il suo abituale e “silenzioso” garbo. Magari mentre la tua compagna starà ancora dormicchiando e tu sei in bagno…
Roomba facts n°3
Se lasciate incustodite le vostre ciabatte in casa con la Roomba programmata, al rientro in casa scoprirete che come un gatto dispettoso questa ha deciso di portare in giro per la stanza, e poi fuori da essa… in ordine del tutto casuale (nel senso che le ciabatte di mia moglie erano lì dove le aveva lasciate).
roomba facts n°2
Se hai un tappeto in casa sappi che la Roomba 780 deciderà di volta in volta se: salirci sopra e pulirlo; girargi attorno spingendolo e spostandolo e accartocciandolo… in una parola vi ci si azzufferà; ad un certo punto farà si da usarlo come scudo umano contro la polvere, portandoselo a spesso per mezza casa.
E non credere che ciò valga (solo) a seconda del tappeto. Vale anche con lo stesso tappeto, a seconda delle settimane…
Roomba facts n°1
La durata di un ciclo di pulizia di un aspirapolvere iRobot Roomba 780 è imprevedibile. Certi sabati mattina gira per tutta la casa per oltre due ore. Altre dopo venti minuti torna alla base e stop. Senza un perché.
Roomba Facts n°0
Lo scorso 12 dicembre ci siamo regalati per natale un iRobot Roomba 780, dopo che ci ronzavamo attorno nei centri commerciali, e su YouTube, da anni.
Dopo quasi 5 mesi d’uso, ho deciso di condividere con voi qualche piccola “chicca” … visto che in rete si può leggere di tutto e di più per quanto riguarda le funzioni principali. A presto!
Tomotaka Takahashi
Tomotaka Takahashi è il trentottenne padre di Robi, professore associato presso il centro ricerche e tecnologie avanzate di Tokyo, fondatore già nel 1999 del Robo-Garage dell’Università di Kyoto. Insomma, uno cresciuto a pane e alabarde spaziali, come buona parte della mia generazione.
Solo che lui sta creando realizzando uno dei futuri ipotetici descritti dagli autori di fanstascienza. Il robot domestico, il nostro avatar o daimon nel mondo. Da sempre infatti i suoi più grandi successi sono legati a robottini antropomorfici, dal forte desing cartoon, in grado di suscitare quantomeno un’empatia con coloro i quali vi ci si trovano ad interagire.
Robi, la sua ultima creazione, ha letteralmente spopolato in Giappone, praticamente ‘sbancando’ la DeAgostini che lo ha commissionato e messo in vendita. Come robot domestico mi ha meravigliato moltissimo… tant’è che già un mesetto fa ho riportato in queste pagine un video dimostrativo delle sue capacità.
Mi ha anche affascinato qualche passaggio della sua intervista su Wired Italia 2013.11, che qui riporto:
Quale pensa sia stata la causa del successo di Robi?
Il fatto che non serve a nulla. Non ha alcuna funzione pratica, se non il piacere di chi condivide il proprio tempo con lui. Finora nel progettare i robot abbiamo sempre fatto molta attenzione alla loro funzionalità, cercando di trasferire loro i compiti esistenti. Con Robi ho cercato invece di concentrarmi sulla comunicazione e sulle emozioni. Sono importanti, ma non ci pensiamo mai. Invece è ciò che ci rende umani. Lui è il capostipite di quei robot che useremo nel futuro.
È lucidissima questa analisi, la realizzazione di robot task oriented produce mostri (esempio 1, esempio 2) strettamente imparentati all’immaginario orrorifico di H.R. Giger [penso alle sue Macchine in Matrix]. A Tomotaka, evidentemente, questa immagine del futuro non piace. Come non piace – immagino – l’immaginario tecnologico di Wall.E, dove i robot sono estensioni alle funzioni meccaniche delle nostre attività.
Lui, invece, immagina un tipo di interazione cooperativa con le macchine:
[saranno] Alti forse la metà di Robi, diciamo una quindicina di cm. Per due ragioni: la sicurezza, non voglio che accadano incidenti provocati da robot, e il fatto che non potranno essere più intelligenti di un essere umano, e dunque dovranno essere molto più piccoli di noi. Un gigante lento sembra stupido, un cucciolo ispira tenerezza.
Faranno capolino dal taschino della pochette, con la testa e le zampette, e da li interagiranno con noi senza obbligarci a spippolare con gli altri dispositivi. Controlleranno le mail, ci assisteranno. Altro che Google Glass o smart watch: l’interazione sarà da umano ad umanoide.
Pare di sentire un sognatore, ma invece c’è molto pragmatismo…
Se Robi non è un giocattolo, ne un aggeggio tecnologico, e neppure un animale da compagnia, allora cos’é?
… Si tratta di un prodotto che apre la strada a una nuova categoria, come ad esempio in passato è accaduto ad alcuni smartphone, oppure a servizi innovativi. Prendiamo Twitter: è stato pensato per il divertimento, e oggi ha trovato un modello di ricavi e possibilità di utilizzo – ad esempio le notizie – che vanno ben oltre l’idea iniziale di chi l’aveva immaginato. Forse dovremmo smettere di rimurginare sulle cose utili e fare più attenzione a quelle che ci piacciono.
Insomma, sono affascinato dall’oggetto e dalla filosofia del suo creatore… peccato che l’investimento economico (e temporale, 70 uscite sono un anno e mezzo d’attesa) siano un po’ troppi per i miei gusti/tasche/possibilità. Altrimenti avrei anche io un nuovo daimon con cui interagire immaginando il futuro dei miei nipoti…