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categorie e tag servono per un blog personale?

Attenendomi alla Betteridge’s law of headlines la risposta è un secco no.
Ogni qual volta un titolo di giornale pone una domanda al suo lettore, immancabilmente il no sembra essere la risposta giusta, senza perdere neanche tanto tempo a pensarci su.

Eppure.

Eppure in questo caso la mia risposta è meno secca. Meno certa. Discutevo via email con Manuel qualche settimana fa su come io utilizzi spesso le categorie (o i tag) che un autore a me sconosciuto propone nel suo sito personale (blog, se vogliamo) per approfondire articoli o aspetti che trovo ben discussi e argomentati nell’articolo che me lo ha fatto scoprire.
Solo se l’autore si rivela una persona di “spirito’ incomincio a curiosare in altre categorie, magari più personali, e alla fine decido se aggiungerlo o meno alla lista di feed RSS che seguo.

Ma forse questo mio modo di procedere è frutto di una mia forma mentis non più … contemporanea? al passo con i tempi? Sono così tanto figlio dello scorso millenio?

Un blog come quello di Manuel è polarizzante. Se li vai a visitare o lo ami o lo odi. Tutto è frutto di una precisa “scelta stilistica“. Solo testo, nessun titolo urlato, una navigazione dello storico dei contenuti quasi nascosta. Una parte di me adora questa cifra stilistica. Un’altra parte la soffre – perdonami Manuel – come se fosse una inutile imposizione verso il lettore a seguire uno schema di pensiero, il proprio, che tende ad escludere altre opzioni. Altri modi di navigare i contenuti.

Certo, un sito è personale e ciascuno ci fa quel che gli piace (e ci mancherebbe). E il mio punto qui diventa: cosa provoca il mio fastidio? quanto la mancanza di una tassonomia di navigazione ostacola il mio personale modo di esplorare il web? Devo, o posso, sono in grado, di cambiare questo mio modo di vedere i contenuti sul web?

sull’essere parte della cultura della società

If you have a keyboard, you have the chance to speak to some people – the people who want to hear from you. It is possible, when the stars align, for that group to be a billion, or it might only be ten, but there is a number of people that you can engage with and if you change the culture then you change everything.
My argument for more than twenty years has been that we are each responsible for the culture where we are living, because we each have the ability to do something about it.

Seth Godin

Rifiniture del 27 febbraio 2023

via https://undraw.co/illustrations

In vista dell’approssimarsi del ventesimo (!!!) anniversario di questo blog, in questi giorni sto effettuando un po’ di piccolissimi cambiamenti.

Un primo cambiamento è stato il consolidamento delle categorie, la rinomina di alcune di esse, l’introduzione delle emoji ( 👋🏻 ) di fianco al loro nome.
Perché? Perché mi piace la giocosità che suggeriscono.

Un secondo cambiamento è stata la pubblicazione, anche qui, di una pagina /NOW che spero di aggiornare più frequentemente di quanto abbia fatto negli ultimi anni sul blog in lingua inglese (anche lui in vista della maggior età).

via https://undraw.co/illustrations

Un terzo cambiamento che sto valutando è quello di cominciare a scrivere qui di argomenti un po’ più personali, magari intimi, rendendo questo blog più aderente all’idea originale di diario pubblicato on-line … con argomenti più legati agli interessi del momento. All’inizio c’è stato GNU/Linux, poi Apple, poi WordPress, poi riflessioni (tante) sulla società e sul benessere personale. Adesso l’argomento che mi preme maggiormente è me stesso e il benessere della mia famiglia e della società che lascerò a mio figlio.

A tutto ciò si affianca il pensiero di aprire un micro-blog.
Una sequenza di piccoli pensieri, foto, note di brani musicali che giorno per giorno mi capiterà di incontrare.
Se vuoi un’idea di cosa intenda con questo tipo di blog, beh… al momento sto pensando ad un mix della tipologia di articoli alla Patrick Rhone, con quelli pubblicati di recente dall’amico Luca Conti nelle sue ‘esperienze’, infine mescolati con quelli di Manton Reece (escludendo quelli che fa in merito allo sviluppo della sua piattaforma).

via https://undraw.co/illustrations

Infine – sempre nell’ottica di razionalizzare i contenuti – pensavo di dedicare nicolalosito.it esclusivamente ad articoli su WordPress (o altri CMS che sto iniziando ad usare) e sopratutto a riflessioni articolate sul mondo del lavoro. Questo per dare un senso ad un dominio preso quando ero incerto sul mio futuro professionale e consolidare la mia identità on-line “da adulto”.

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