letture suggerite del 3 marzo 2019

Cosa raccontiamo di noi sul web?

Ti va di fare un esercizio? 
Prendi un foglio di carta e una penna.


Ora apri Facebook, vai sul tuo profilo e scrivi sul foglio di cosa parlano i tuoi ultimi 3 post (pensi che chi ti cerca ne leggerebbe di più?).
A lezione oltre a questa autoanalisi chiedo agli studenti di cercare il proprio/la propria vicino/a di banco su Google, e scrivere su un foglio tre temi a cui principalmente lo/la associano. In base ai risultati che hanno visto al volo. Questo è il momento della rivolta: a nessuno dei miei studenti piace quello che il vicino ha visto. 
– Ma tu sei andato a vedere quello che avevo scritto accanto a quella foto. 
– Lo hai scritto tu online.


Nessun articolo pubblicato per Science Magazine o il racconto delle ore passate a studiare la struttura delle particelle subatomiche (insegno nel master del Dipartimento di Fisica e Astronomia, per cui sono esempi verosimili), ma come tutti hanno messo online l’ultima birra bevuta con gli amici, commenti sportivi, storie d’amore e così via. Come tutti. Raccontiamo di noi tanto ovunque. E poco delle nostre competenze.


📒E quindi ovviamente l’esercizio si conclude con una lista di buoni propositi: cosa puoi fare per migliorare la percezione degli altri delle tue competenze?

Domitilla Ferrari, newsletter n°35

Non alimentiamo la fogna dei social

Cerchiamo di sforzarci ad essere noi stessi migliori ogni giorno, rifiutiamo le risse nel fango e teniamo sempre rigida la barra dell’indignazione. Ma non evitiamo di fare il gioco chi di sa sfruttarla per farsi pubblicità, perché è proprio così che i fascioleghististellati sono andati al Governo del nostro Paese, e non sarà la stessa violenza in direzione opposta e contraria a farci migliorare le cose.

Alessandro Ronchi

Sono settimane che volevo scrivere qualcosa a riguardo … l’amico Alessandro mi ha levato dall’impiccio di farlo. Grazie.

Cory Doctorow: Zuckerberg e l’incoscienza morale

C’è una parola antica per questa cosa:. corruzione. Nei sistemi corrotti, pochi malfattori costano miliardi a tutti gli altri per incassare milioni. Il risparmio che può avere una fabbrica scaricando inquinanti nei bacini acquiferi è molto più piccolo dei costi che subiamo tutti per il fatto di essere avvelenati dagli scarichi. Ma i costi sono ampiamente distribuiti, mentre i guadagni sono fortemente concentrati, per cui chi trae beneficio dalla corruzione può sempre spendere più delle proprie vittime per rimanere impunito.

Facebook non ha un problema di controllo mentale: ha un problema di corruzione. Cambridge Analytica non ha convinto della gente di buon senso a diventare razzista: ha convinto i razzisti a diventare elettori.Cory Doctorow

Da una traduzione di Paolo Attivissimo.

piccole rimozioni

… dalla Sidebar del sito. Ho levato l’embed delle ultime foto da Instagram e degli ultimi Tweet. Ho pensato che non servono a nulla a chi visita queste pagine, rallentano il caricamento del sito quando si visitano questi lidi, e che se uno vuole o mi segue già o farà buon uso delle icone social predisposte nell’apposito menù.

Ho anche disattivato la pubblicazione automatica dei post sui Social (usavo Jetpack per la condivisione automatica su Twitter e LinkedIn… sempre seguendo l’ispirazione data da James Shelley ho deciso di procedere in questo modo. Se vorrò “promuovere” qualche articolo lo farò a mano, sui social che mi parrà più opportuno.

#DELETEFACEBOOK … O NO?

Ormai i telegiornali e i principali quotidiani on-line hanno ammorbato chiunque con – una parziale visione de – la storia di Cambridge Analytica e dell’uso assolutamente non etico dei dati che volontariamente abbiamo pubblicato su Facebook grazie a delle API che solo da qualche anno sono state modificate in modo da ‘limitare i danni’ in qualche modo.

Ora che le acque si sono calmate ti propongo qualche lettura (in italiano) sull’argomento … Lettura che spero ti aiuti a farti una idea più chiara di cosa è successo e di quali saranno le giuste contromosse che tu potrai attuare per proteggere la tua privacy. In attesa che il GDPR venga recepito in tutta la comunità europea ed i Legislatori comincino a legiferare – si spera! – in maniera intelligente sulla materia del trattamento automatico dei dati.

Buona lettura: