Una mela per dominarli tutti

Apple now has full platforms on your wrist and under your TV. Other companies, most notably Google and Microsoft, have answers to most of Apple’s most important products and services.

But Apple continues to have an enviable advantage here: its platforms integrate pretty well together and people actively want to use more than one of these platforms. There are bugs and edge cases, but Apple’s stuff is either preferable to the alternatives or the alternatives aren’t better enough to lure me away, not permanently at any rate.

This is to the benefit and detriment of customers, depending on your point of view. Speaking as an Apple user who regularly uses, writes about, and generally enjoys Windows and Android, I can say that the tight integration between Apple products makes Apple’s ecosystem harder than ever to leave, even temporarily. To switch, I would need to replace a million little conveniences that I currently use without really thinking about them.

This isn’t really a good or a bad thing, it’s just the direction computing has been moving this decade. Every big company wants to be all things to all people; Apple is just better at it than most companies. Whatever new products and features it introduces next year, expect Apple to keep pushing all of its stuff closer together.

Per il giorno di Natale Andrew Cunningham ha preparato un lungo articolo per Ars Technica intitolato:

In 2015, Apple’s ecosystem got larger
(and harder to leave) than ever →

Se sei anche solo minimamente interessato al mondo Apple e la lettura della lingua inglese non ti è d’ostacolo, ecco qua un bell’articolo da leggere in relax quest’oggi…

Io e l’aggiornamento a Windows 10

Windows-10_upgrade_request

Geniale quest’immagine … racconta perfettamente l’esperienza d’uso che gli utenti consapevoli provano leggendo le continue richieste di aggiornamento di Windows 10. Coloro che sono ignari di cosa li aspetta, invece … beh! dovrebbero cominciare a preoccuparsi!

Papers 3 un reference manager per OS X

Papers 3 per OS X, un reference manager di buon livello – La recensione di SaggiaMente →

Vincenzo Vignieri, dottorando dell’Università di Palermo, scrive per i tipi di SaggiaMente una bella recensione su Papers, uno degli strumenti più potenti e meglio realizzati per la gestione di documentazione scientifica e di riferimenti bibliografici su Mac OS X. Un bel lavoro, raro da trovare nella blogosfera italica … da qui la mia decisione di segnalarla.

ExpanDrive

Scoperta per caso ieri mattina, ExpanDrive è una di quelle utility che ha tutte le carte in regola per diventare uno strumento molto valido da tenere nel proprio arsenale di applicazioni …

ExpanDrive creates a virtual USB drive that connects to all major cloud storage providers such as Dropbox, Google Drive, Box, OneDrive, Openstack Swift, Amazon S3 or your own SFTP, FTP or WebDAV server.

ExpanDrive installa una icona nella barra dei menù del proprio Mac, dove è possibile configurare l’accesso (automatico o meno) ad una o più delle varie risorse di cloud storage – o ‘disco remoto’ sul web – in modo che siano montate dal Finder come fossero delle penne USB, senza dover installare un client per ciascun servizio e risultando estremamente utile in caso di hard disk poco capienti o su computer di lavoro, dove magari non vogliamo salvare una copia locale dei nostri dati.

ExpanDrive DMG icon

È licenziato per utente, indipendentemente dal numero di postazioni su cui la si installa e dal fatto che il sistema sia OS X oppure Microsoft Windows. Al momento del download si ha diritto ad un diritto di prova (a piene funzionalità) di sette giorni. Poi tocca pagare.

Al momento la sto testando ed oggi con i principali servizi cloud si è comportata bene. Domani avrò modo di testare un paio di repository WebDAV ed sFTP e vedremo se la buona impressione permane…

Apple e gli aggiornamenti di ferragosto

OS X 10.10.5 Yosemite – 2015-08-14 09.04.01

A riprova che il resto del mondo è del tutto manchevole di concetti quali “ferragosto, lavoro non ti conosco” ecco che Apple sforna nella notte un trittico di aggiornamenti mica da ridere … OS X 10.10.5, iOS 8.4.1, iTunes. Qui ho aggiornato i computer, mentre per i cellulari aspetto il pomeriggio o – meglio – domattina, quando si avranno notizie su eventuali bachi e sviste (o sulla loro mancanza).

Buon download!

WUDO ?

E così anche il tempo di Windows X … ehm, Windows 10 è giunto. E come ogni aggiornamento di sistema operativo che si rispetti porta con se tante novità, molte incertezze e … un oceano di critiche.

Mentre scrivo questo post non mi è ancora capitato di imbattermi in nessuna sua installazione. Ho letto alcune recensioni. Ho letto molte perplessità sulle nuove impostazioni relative alla privacy dell’utente ed alle libertà che Microsoft si è attribuita nell’esaminare qualunque cosa facciamo su un computer equipaggiato con il suo sistema operativo (una tendenza instaurata con le beta di qualche anno fa e arrivate sino ai nostri vostri desktop).

Una cosa mi ha però colpito e mi ha spinto a scrivere queste righe, la generale avversione degli utenti italiani ad utilizzare Windows Update Delivery Optimization (WUDO per gli amici).

WUDO

Il post di Andrea Fortuna (da cui è tratta l’immagine qui sopra) spiega come disabilitare questa nuova funzionalità che utilizza ogni sistema dove Windows 10 è installato come se fosse un nodo bittorent, per propagare così più efficacemente gli aggiornamenti del sistema operativo in tutto il mondo. E così alleviare il carico delle server farm Microsoft a discapito delle connessioni internet degli utenti.

Posso capire gli utilizzatori di modem UMTS e piani dati mobile, ma tutti gli altri utenti del sistema di Redmond non hanno motivo per disabilitare questa funzionalità, in primis perché sono essi stessi i primi beneficiari e se tutti facessero così non si avrebbe alcun beneficio, in secundis perché non credo che in Microsoft siano tanto sciocchi da impostare questa trasmissione dati in modo che saturi in alcun modo le possibilità di connessione o intacchi in maniera significativa la potenza di calcolo dei sistemi che eseguono tale servizio.

Mi sbaglio?

1980 vs 2015

There’s an app for that… 1980’s vs. 2015 … ad inizio anno girava un’immagine similare che ora, nell’animazione realizzata dagli Harvard Innovation Lab, rende appieno il senso dell’evoluzione tecnologica in ufficio.