- Windows turns 35: a visual history – From Windows 1.0 to Windows 10
- For the first time, The New York Time’s digital subscription generates more revenue than its print ones – ci è voluto tempo, ma ci stiamo arrivando…
- Steve Jobs’s last gambit: Apple’s M1 Chip
- Strumenti “pro”, ma costi light? Come gestire il futuro dei fotografi – una riflessione del fotografo Luca Pianigiani sui nuovi computer Apple equipaggiati con processore Apple Silicon;
- Da Turi a New York: Angela Maria Savino, ricercatrice col sogno di debellare la leucemia
Steve Jobs
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letture suggerite del 26 Maggio 2019
- Steve Jobs Never Wanted Us to Use Our iPhones Like This – “The devices have become our constant companions. This was not the plan.” riporta Cal Newport in un suo articolo di approfondimento sulle presentazioni di Steve Jobs del prodotto iPhone e su come oggi lo smartphone sia diventato pervasivo nella nostra vita;
- It’s almost impossible to function without the big five tech giants – qualche mese fa fece scalpore l’esito dell’esperimento sociale di un giornalista di vivere senza i servizi dei 5 giganti del web. Secondo me se ne è parlato troppo poco, specialmente nei tavoli dove si prendono le decisioni;
- Finding Lena, the Patron Saint of JPEGs – tutti gli studentdi di informatica hanno visto il suo volto. Qualche decennio dopo che fine ha fatto quella modella?
- The Secret History of Women in Coding — si parla sempre di diversità di genere nel mondo dei programmatori. Ma una volta eravamo noi maschietti ad essere l’eccezione;
- In Praise of Extreme Moderation — è un articolo un anno fa (praticamente) che si interroga sul perché tutti siamo sempre così indaffarati in mille cose, e sull’effettivo beneficio che questo comportamento ha (o non ha) nelle nostre vite.
Designing The Next Steve Jobs
“Great things in business are never done by one person, they’re done by a team of people.”
Steve Jobs’s true brilliance was in designing a system for repeatable genius. If you’re someone who wants to be the next Steve Jobs—someone who wants to build delight-giving, world-changing tech products and companies—this is the Jobsian trait you most need to emulate.
Le letture suggerite del 10 Aprile, 2016
- An open letter to my CEO — non è tutto oro quello che luccica nella Silicon Valley. E questa lunga lettera ne è un esempio illuminante;
- An open letter to YOU — sugli eventi a seguire quello che viene raccontato nella lettera precedente;
- PayPal Sans Design Information
- Social Media tra passato, presente e futuro
- “What do you think?” Four powerful words to get creative teams to do their best work.
Le letture suggerite del 17 Marzo 2016
- Apple, il “lavoro vero” di 600 sviluppatori a Napoli e la Digital Economy italiana. – se ne era parlato tanto, al tempo, e questo invece era quello che davvero i comunicati stampa intendevano dire. A distanza di mesi il silenzio più assoluto sulla vicenda;
- Inside Facebook’s Decision to Blow Up the Like Button
- A message from Rod Mathews, VP & GM, Storage Business, regarding the Copy/CudaDrive EOL – il mio cloud storage preferito chiude il prossimo 1 maggio. Qui il comunicato ufficiale ed i perché;
- The REAL legacy of Steve Jobs
- La bolla delle Page Views
del costruire le cose
Even a small thing takes a few years. To do anything of magnitude takes at least five years, more likely seven or eight.
Steve Jobs, 1995
L’antico futuro di Apple
Apple’s lost future: phone, tablet, and laptop prototypes of the ’80s → … è un bell’articolo di The Verge sulla storia dei prototipi sviluppati a Cupertino negli anni ’80, farcito da un interessantissimo corredo fotografico.
sul design, Steve Jobs nel 1996
Perché non si fabbricano più oggetti con un’estetica eccellente?
Design è una parola buffa. Per alcuni significa l’aspetto di un oggetto. Ma ovviamente, se scavi più a fondo, ha a che fare con il suo funzionamento.
…
Per progettare qualcosa in modo valido, bisogna capirla. Bisogna proprio coglierne l’essenza. Ci vuole una dedizione appassionata per capire qualcosa a fondo, assaporarla e non ingoiarla in fretta.La creatività consiste nell’unire le cose. Quando chiedi ai creativi come hanno realizzato la tale cosa, quelli si sentono in colpa perché non l’hanno davvero fatta, hanno solo visto qualcosa. Dopo un po’ per loro è evidente. E questo perché hanno saputo unire le loro esperienze per sintetizzare cose nuove. E il motivo per cui ci sono riusciti è che hanno avuto più esperienze o ci hanno riflettuto sopra più della media delle persone.
Purtroppo di tratta di merce rara. Molti nella nostra industria non hanno una grande varietà di esperienze. Per cui non hanno abbastanza puntini da unire e finiscono con l’arrivare a soluzioni molto lineari, senza una prospettiva più ampia. Maggiore è la comprensione dell’esperienza umana, migliore sarà il design che ne arriverà.
E con questo post si conclude il mini ciclo di citazioni dell’intervista che Wired fece a Steve Jobs nel lontano 1996…
La società dell’informazione vista da Steve Jobs, 1996
Allora, che tipo di impatto avrà il web sulla nostra società?
Viviamo in un’economia dell’informazione, ma non credo che siamo una società dell’informazione. La gente pensa meno di un tempo. Principalmente per via della televisione. La gente legge meno e di certo pensa meno. Per cui fatico ad immaginare che la maggioranza usi il web per avere più informazioni. Siamo già sovraccarichi, saturi. Quasi tutti ne ricevono già molte di più di quante ne possano ragionevolemente assimilare.
Il problema è la televisione?
Da giovane guardi la tv e pensi: è una congiura. Le reti sono in combutta per farti rimbecillire. Ma poi quando cresci un po’, ti rendi conto che non è così. Le reti lavorano per dare alla gente esattamente quello che vuole. Che come idea è molto più deprimente. La congiura è un’idea ottimistica! Puoi sparargli a quei bastardi! Si può fare la rivoluzione! E invece le reti lavorano davvero per dare alla gente quel che vuole. È la verità.
[proseguendo nel riportare le citazioni dell’intervista di Steve Jobs su Wired nel 1996, come detto precedentemente]
Steve Jobs, 1996
Sono in tremendo ritardo con tutte le mie letture cartacee – un po’ meglio va con quelle digitali, grazie all’iPad e sopratutto a Mr.Reader – motivo per cui solo oggi trovo il tempo di scrivere un paio di post citando una intervista* che il defunto Steve Jobs diede a Wired nel 1996, mesi prima del suo ritorno in Apple.
Ecco la prima citazione, che spiega perché oggi sul web il tuo computer vecchio di qualche anno (pre 2006, per dire) pur se equipaggiato con 2GB di RAM arranca nella navigazione:
Perché secondo te il web è cresciuto così in fretta?
Uno dei motivi principali della proliferazione del web è la sua semplicità. Molto vogliono renderlo più complicato. Vogliono aggiungere elaborazione al client, vogliono mettere questo e quell’altro. Io spero che niente di tutto ciò accada troppo in fretta.
—
* intervista tradotta e pubblicata integralmente su Wired 2013.10