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Cubby
Un paio di settimane fa, grazie alla segnalazione dell’amico Daniele|Fokewulf sono venuto a conoscenza di un ennesimo tool per la condivisione on the cloud dei file personali: Cubby. E ho ottenuto un invito a quella che, per il momento, è una closed beta.
Cubby è un recentissimo progetto dei tipi di LogMeIn che si vogliono introdurre in questo mercato emergente e che avrà senz’altro sempre più importanza e fidelizzazione dell’utente, forte delle sue tecnologie per il controllo remoto di PC.
Questo simpatico video animato, in inglese, ci spiega come funziona Cubby e da cosa deriva il suo nome, e cioè dai cubicoli che ciascun alunno ha nelle scuole americane. Un deposito di cose personali ma anche una vera e propria ‘casella postale’ dove lasciare qualcosa per qualcuno…
Cosa rende Cubby diverso dagli altri tool a la DropBox, SkyDrive, CloudApp?
Semplicemente il poter scegliere se sincronizzare PC-to-PC una determinata cartella, mentre un’altra (non annidata) può essere sincronizzata anche su Web e così via.
Ci si slega così dal dover necessariamente passare da un server centrale, dal dover comunque rispettare una rigida gerarchia di ordinamento delle cartelle / file da condividere, in ultima analisi si riesce a gestire in maniera più autonoma i contenuti da dislocare sulle proprie postazioni. Con l’ultimo benefit, poi, di non avere un limite di GB di disco condiviso se la sincronizzazione avviene solo sui nostri PC e non su di una cartella sul server remoto.
Nel resto del post una piccola gallery di come l’applicazione si presenta su Mac OS X.
Dropbox, 5GB di spazio extra (gratis) con Camera Upload
Spero che tutti conosciate Dropbox come servizio di cloud storage!
Ebbene, per un numero imprecisato di beta tester, con l’introduzione della nuova funzionalità Camera Upload, che ti permette di caricare online le fotografie direttamente dalla tua fotocamera, è stato reso disponibile gratuitamente uno spazio aggiuntivo di 5GB (incrementato di 500MB alla volta). Per avere maggiori info fate riferimento qui:
If you’re lucky enough to be included in our latest round of forums beta testing, you’ll find that we’re offering up to 5GB of Dropbox space for testing the camera upload feature.
Se non hai un account di Dropbox, sappi che lo spazio iniziale disponibile gratuitamente è di 2GB. Se però utilizzi questo mio codice d’invito avremo entrambi 250MB aggiuntivi.
come smontare un Western Digital MyBook Pro Edition
Sono due giorni che piango la dipartita (probabile) del mio hard disk “di backup” contenuto nel Western Digital MyBook Pro Edition e sono arrivato alla conclusione che o si è rovinato il controller dell’enclosure del disco o tutto funziona ed i dati sono effettivamente persi (speriamo di no !!!)


Come si fa sempre ho cercato nel magico calderone di Google ed ho trovato due link sufficenti ad illustarvi con le loro parole e (sopratutto) con il loro contenuto fotografico come smontare questo diavoletto di hard-disk esterno.
- How to open the Western Digital 500GB MyBook Premium Edition chassis
- How to open the Western Digital My Book 500GB
Lo smontaggio non è dei più semplici e qualche parolina non esattamente educata vi scapperà senz’altro … contro chi lo ha progettato e le rispettive madri, magari …. ma si può fare con calma e tre cacciavite, uno piatto, uno a croce normale ed uno a croce sottile …
Vi faccio sapere come va il tentativo di salvataggio lunedi quando sarà in ufficio 😀 e se la mia speranza (intuizione?) è giusta mi basterà mettermi alla caccia di un enclosure come il Cooler Master X-Craft 350 preso tempo fa … consigli ???
Cooler Master X-Craft 350

Un collega mi ha regalato un hard-disk PATA da 250GB, visto che l’enclosure che lo conteneva si era danneggiato a livello elettrico e non ne permetteva un uso affidabile. Nel frattempo che si verificava tutto ciò lui si è preso un altro drive e gli avanzava questo …
Allora mi sono messo alla caccia di un enclosure per hard-disk da 3,5″ che fosse dotato di una doppia interfaccia USB e FireWire (come mai non sia maggiormente diffuso questo formato per me è un mistero insondabile!) …
Ed insomma, presso la catena di GDA specializzata in computer PC City ho trovato l’oggetto in questione.
Un Cooler Master X-Craft 350 nella versione RX-3HA.
Le caratteristiche salienti sono:
- case in alluminio;
- montaggio senza strumenti;
- possibilità di montaggio in verticale;
- ampia griglia sul fondo, completa di gommini per il montaggio “in pila”;
- due porte USB 2.0;
- due porte FireWire 1394a;
- supporto alla tecnologia MultiTRAKâ„¢ per una migliore gestione del traffico su bus USB
Il tutto per un prezzo finale di 45 euro.
Consigliatissimo!!!
Personalmente penso che me ne prenderò un altro paio per altri dischi che ho “sparsi” in casa, vista la comodità di una catena di dischi firewire in cascata (firewire su Wikipedia)!
Intel Storage Server 4000-e
Al lavoro, da qualche mese, stiamo utilizzando un sistema NAS di produzione Intel, nello specifico il modello Storage System 4000-e oggetto di questo post / recensione.
Il sistema in nostra dotazione vanta la presenza di quattro hard disk SATA da 750GB cadauno, per una capacità teorica di 3 TeraByte. Mentre per il resto della scheda tecnica vi rimando al sito del produttore.
Prima di addentrarmi nella descrizione delle funzionalità del NAS volevo sottolineare come questo mi appaia del tutto identico ai modelli di Acer Altos easyStore e LaCie Ethernet Disk Raid, tutti caratterizzati da uno chassis e dalla presenza di connettori esattamente sovrapponibili e tutti gestibili comodamente da remoto attraverso una interfaccia web abbastanza chiara e rigorosa. Non limitante, per quelle che sono le caratteristiche e funzionalità del dispositivo.
Ho avuto riprova di questa mia impressione sfogliando il #201 di PC Professionale attualmente in edicola dove viene presentata una comparativa di alcuni dispositivi di storage di tipo NAS dove, oltre alla somiglianza fisica degli oggetti identici a parte il colore, viene fuori anche una identità grafica del software di gestione, che cambia solo nei loghi del produttore stando ad alcune immagini proposte!
Ma torniamo a noi. Il dispositivo possiede due interfacce di rete che ho impostato per operare su segmenti LAN diversi: quello “pubblico”, comune a tutti i pc dell’ufficio, e l’altro “privato“, appartenente alle macchine del cluster per il loro dialogo interno.
Ho scelto di utilizzare il RAID-5 per la gestione dello spazio disco. In questa maniera ho perso in capacità i 750GB di uno dei dischi a disposizione, a fronte dell’affidabilità del contenuto dello storage stesso che altrimenti sarebbe venuta meno, facendo cadere il presupposto del suo acquisto, e cioè quello del backup.
Lo Storage Server funziona utilizzando due partizioni. Nella documentazione ed on-line non sono riuscito a risalire al tipo di file system utilizzato per la memorizzazione fisica dei dati.
La prima è dedicata ad accogliere lo spazio di backup allocato tramite il client disponibile per solo MS Windows che andrebbe installato su ogni PC. Con lo storage di Intel viene venduta UNA licenza che copra una singola postazione di lavoro Windows, le restanti licenze necessarie a coprire le esigenze dell’ufficio vanno acquistate a parte sino ad un massimo di *sedici* utenze. Il seriale di attivazione si trova sul retro dello chassis del dispositivo ed la identifica univocamente.
Faccio notare l’utilizzo del software di backup fornito abbia richiesto l’installazione dei driver iSCSI sul pc “client” e che come tutto il software e le immagini disco ottenute con la procedura di backup siano del tutto chiuse e proprietarie. Tradotto se si perde il software si perdono i dati !!!
Per testare questa funzionalità (ma anche per avere un minimo di spazio per espanderci) ho lasciato a disposizione 48GB.
La seconda partizione viene gestita tramite un sistema di Cartelle Condivise a cui vengono poi associati gli utenti che possono accedervi. Io ho seguito questo schema che vado ad illustrare.
- PUBLIC
Lo storage prevede di default una cartella condivisa, di nome “public”, tra tutti gli utenti del sistema. Tale partizione non si può disabilitare o modificare liberamente e quindi ho optato per un suo utilizzo condiviso (praticamente un deposito grande 10GB in cui i 30 colleghi possono scambiarsi file, e io depositare quel minimo toolkit di software necessario per la periodica manutenzione delle macchine). - BACKUP
Ho successivamente creato una seconda partizione accessibile solo da determinate postazioni Linux e Mac OS X attraverso condivisione NFS, cui ho dedicato oltre 1,5TB. Il backup avviene quindi grazie ad un semplice job di rsync in vista di una sua sostituzione con un strumento di backup specifico da installare sulle macchine *nix in nostro possesso.
Sottolinerei come di suo il sistema non offre nulla per sistemi operativi diversi da quelli Microsoft. - PROGETTI
Questa cartella, cui ho dedicato ciò che restava dello spazio disco, viene automaticamente popolata da sottocartelle $nomeutente che vengono create e “popolate” solo quando questo eventuale utente accede allo storage e va a salvarci dei files. Ho allocato questo spazio in funzione di utenti “progetto”. Vedo cioè come scenario d’uso quello della definizione di un progetto cui associare un utente (e quindi di fatto una $home) da condividere poi tra tutti i partecipanti dello stesso e SOLO tra essi. Ovviamente la gestione di quello che accade a tali dati è poi responsabilità degli utenti stessi membri dello specifico gruppo.
Esistono infine due “mount point” aggiuntivi predefiniti per le catene di dischi USB 2.0 eventualmente agganciati all’ SS4000-e. Questi sono accessibili, o meglio diventano attivi, solo in presenza di dispositivi di tal guisa connessi. Non ho testato questa funzionalità e quindi non vi so dire l’efficenza.
Conclusioni
Come si vede lo spazio di manovra consentito da questo dispositivo è sicuramente indicato per una realtà piccola, e preferibilmente in ambiente Windows. Tramite i meccanismi dell’ NFS e degli utenti / gruppi si riesce un po’ a giocarsela senza fare troppe rinunce, che però emergono immediatamente non appena le esigenze “scalano”.
Su una, il backup del terabyte di dati che avviene via rsync sulla rete privata in gigabit mi costa oltre 48 ore di tempo, sicuramente in virtù della non massima efficenza dell’ rsync (faccio in modo che sul target ci sia solo quello che è presente in quel momento nella fonte) ma anche della lentezza della soluzione SATA rispetto ad un pool di dischi SCSI in configurazione RAID, più appropriata in ambito professionale.
Link (in)utile?
Riporto da una ML cui sono iscritto:
vi segnalo questo interessante articoli in inglese che parla della visione dei risultati di alcuni benchmarks effettuati su sei differenti filesystems, con lo scopo di osservarne piu’ da vicino le prestazioni. In particolare, i filesystems analizzati sono: XFS, ReiserFS, EXT2, EXT3, JFS, Vfat.
Dovete sapere infatti che il sistema operativo GNU/Linux supporta vai file-systems (cioe’ come vengono organizzati su disco e “logicamente” i vostri files) e quindi magari una lettura potrebbe chiarire qualche dubbio …. andiamo a leggerlo va ….